I mattoncini LEGO si potrebbero definire come uno dei materiali da costruzione più facili e divertenti da usare. Con essi si possono costruire, sin da quando si è bambini, case, palazzi, macchine, ruspe e persino robot. C’è chi però li porta allo step successivo: creare un motorino elettrico per muovere sensori al CERN.
Mattoncini di plastica per mattoncini d’universo
L’esperimento del CERN in questione si chiama NA61/SHINE ed è servito nel 2015 per comprendere il comportamento e le proprietà degli adroni nelle collisioni di fasci di particelle con bersagli fissi. Gli adroni sono molto importanti poiché sono la forza che lega i quark e impedisce ai nuclei atomici di separarsi. Per compiere tale esperimento serviva un sottosistema basato su sensori particolari, ovvero fotocamere di smartphone modificate, eccellenti per tracciare gli adroni. Un imprevisto relativo ai magneti di NA61/SHINE, però, ha bloccato i test per diverse settimane.
Per utilizzare i sensori appropriatamente senza danneggiarli, gli scienziati hanno concordato che serviva un tavolo leggero, resistente agli impatti radioattivi del fascio di particelle e pure controllabile da remoto. Realizzare un progetto del genere avrebbe richiesto troppo tempo e lavoro al workshop del CERN. L’idea perfetta, per fortuna, è arrivata in poco tempo.
Durante una serata con la figlia di due anni, lo scienziato Micheal Deveaux ha realizzato che i LEGO erano il materiale perfetto. Leggeri, resistenti alle suddette radiazioni, modificabile velocemente e pure controllabili da remoto tramite motorini elettrici prodotti anche dalla LEGO stessa per i set Technic e Creator. Deveaux allora ha chiamato il fratello più giovane e il nipote di dieci anni, riesumando la scatola di LEGO di famiglia e costruendo il dispositivo-prototipo per controllare il tavolo.
Il weekend successivo hanno testato il loro progetto, misurando anche la velocità di movimento. Una volta accertato il corretto funzionamento del tutto, Deveaux ha comunicato al team di NA61/SHINE di aver trovato la soluzione, aggiunta poi ufficialmente nel novembre 2015.
Un successo colorato
Ovviamente anche i colleghi hanno apprezzato e ammirato l’intento di Deveaux, anche se non nel migliore dei modi (tecnicamente parlando):
“In poco tempo altri scienziati hanno iniziato a farmi i complimenti aggiungendo alberi LEGO alla struttura. Ho dovuto scrivere un post-it chiedendo a tutti di non toccare il progetto. Oggi [il progetto] sta fermo su una mensola in ufficio, in attesa del prossimo utilizzo da NA61/SHINE o, magari, dai miei figli.”
Il CERN ha rilasciato un articolo e post sui social a riguardo in queste ultime ore, dopo più di quattro anni. Chissà in quanti e quali altri modi si potrebbero utilizzare i LEGO, uno dei giochi più semplici, innovativi e polifunzionali di sempre.
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