“Il semaglutide è un analogo del Glp-1, un ormone umano che svolge moltissime azioni tra cui la regolazione del glucosio e della fame, nonché un’azione protettiva sul sistema cardiovascolare. Simile al 94% a quello umano, le modifiche strutturali eseguite consentono la somministrazione settimanale”, questa la presentazione di Agostino Consoli, professore di Endocrinologia presso l’Università degli Studi G. D’Annunzio Chieti-Pescara.
Il Semaglutide è stato oggetto di un ampio programma di studi clinici chiamati Sustain, che ha mostrato un’efficacia superiore della molecola nell’abbassamento del livello di emoglobina glicata. Questa proteina permette di valutare l’avanzare della malattia ed è la reale responsabile della maggior parte dei danni del diabete. Per i diabetici si apre un nuovo orizzonte.
Lo sbarco sulla penisola
Dopo essere stato approvato dalla FAD ad ottobre, arriverà ora anche in Italia un farmaco di ultima generazione per i pazienti con diabete di tipo 2, ovvero insulino-dipendenti, che ammontano a oltre 4 milioni di persone. La modalità è semplice: viene somministrato per via iniettiva con una penna pre-riempita, una sola volta a settimana ed indipendentemente dai pasti. Possiede, rispetto ai farmaci disponibili, una superiore efficacia nel controllo della glicemia e del peso corporeo, oltre a dei benefici per il cuore. I risultati dei test, del resto, parlano chiaro.
La normativa per il semaglutide
Per questi motivi, l’AIFA – Agenzia Italiana del Farmaco lo ha inserito nei protocolli di trattamento. Ora seguirà un processo di farmaco vigilanza per verificarne la sicurezza e monitorare gli eventuali effetti collaterali, che secondo i ricercatori si limiterebbero a nausea, diarrea, vomito, inappetenza, indigestione e costipazione.
Fonti: TGCom24.
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