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Pokémon Spada e Scudo, la recensione dell’ottava generazione di Game Freak

La Spada e lo Scudo dell’ottava generazione Pokémon

Ogni nuova generazione di Pokémon porta con sé curiosità e perplessità, ma anche tanti mostriciattoli nuovi da catturare e allenare. Con questa ottava iterazione principale del brand, Game Freak ci porta a Galar, una regione ispirata all’Inghilterra più industriale, inclusiva di nuove feature immancabili nell’universo di The Pokémon Company. L’approdo della serie principale su Nintendo Switch è un momento critico sia per i fan che per la produzione, che sente inevitabilmente la pressione per un progetto che deve dimostrare di sapersi adattare nel tempo, soddisfare un gran numero di utenti, ed evolvere di conseguenza. Noi ci siamo addentrati nella vasta regione di Galar, scovando nuovi Pokémon, esplorando le Terre Selvagge e competendo come Sfidapalestre per il titolo di campione, analizzando a fondo la natura di questi nuovi titoli in tutte le loro sfaccettature, sia esse nuove che vecchie. Pokémon Spada e Scudo saranno riusciti nell’impresa di offrire ai fan e ai detrattori delle ultime esperienze ludiche, l’avventura di Pokémon migliore di sempre? Scopriamolo insieme nella nostra recensione dei titoli di Game Freak.

Benvenuti a Galar

Come in ogni buon titolo Pokémon che si rispetti, la scelta dell’ambientazione di gioco ha un ruolo chiave nell’esperienza offerta dalla serie sin dal lontano 1996, poiché l’esplorazione è il vero motore che dà vita all’impianto ludico definito da Game Freak nel tempo. La regione di Galar, che visiteremo in lungo e in largo, possiede molta personalità, estremamente ispirata dall’estetica inglese in piena rivoluzione industriale, con sprazzi più antichi e con dei caratteristici nomi delle città a tema. Essa si districherà attraverso percorsi dai vari biomi, vie secondarie, livelli stratificati e Terre Selvagge, in un level design piuttosto semplice che come da tradizione nasconde strumenti, bacche e macchine tecniche da raccogliere. Anche Galar, come le altre regioni nella serie, vanta di proprie leggende e fenomeni che sconvolgeranno la nostra avventura di allenatori alle prime armi e che si manifesteranno gradualmente, medaglia dopo medaglia. La formula alla base di Pokémon Spada e Scudo infatti, non cambia, e subito dopo la scelta del nostro starter, trainati dall’insaziabile ed energico rivale Hop, intraprenderemo un viaggio attraverso tutta la regione come Sfidapalestre, titolo che erediteremo dal momento che il campione in carica Dandel e fratello maggiore di Hop, ci sponsorizzerà per l’iscrizione. L’obiettivo di questa nuova (ma non troppo) figura, consiste nello sfidare tutti i capipalestra di Galar, per partecipare alla Lega ed espugnare il campione dalla vetta. Proprio le sfide nelle palestre hanno subito un’esaltazione straordinaria, che mai si era concretizzata in passato. Grazie agli stadi, alle divise indossabili, al fenomeno Dynamax e all’eccellente soundtrack, ogni sfida in questi ambienti diventerà avvincente e gratificante anche se si poteva fare certamente di più per quanto riguarda le prove proposte prima dello scontro effettivo per la medaglia.

Poco sopra abbiamo menzionato degli elementi che sicuramente son saltati all’occhio: Dynamax e Terre Selvagge, le due principali novità della produzione che insieme al Pokécampeggio e ai Raid andranno ad ampliare la classica formula del brand. Grazie alle Desiostelle cadute nella regione di Galar, sarà possibile imbrigliarne il potere per scatenare il fenomeno Dynamax, permettendo ai nostri Pokémon di ingigantirsi con relativo aumento di statistiche e l’acquisizione di mosse Dynamax al posto delle quattro tradizionali in base al tipo di mossa in nostro possesso, e che oltre ad infliggere molti danni, causeranno ulteriori effetti di varia natura. Alcuni Pokémon particolari saranno in grado di usufruire del Gigamax al posto del succitato Dynamax, che cambierà loro l’aspetto e donandogli una mossa peculiare da poter eseguire nei tre turni utili di ingigantimento per battaglia. Non è possibile scatenare tale fenomeno più di una volta per scontro, ed è relegato esclusivamente ad alcune aree dove la concentrazione di energia è più alta. Saremo quindi in grado di utilizzare questa funzione contro i capipalestra e nei Raid. Questi ultimi rappresentano forse la parte più divertente di tutta l’esperienza di Spada e Scudo, laddove saremo chiamati a partecipare a combattimenti contro dei Pokémon selvatici Dynamaxizzati o Gigamaxizzati per tutta la durata dello scontro, con l’aiuto di altri tre compagni, siano essi NPC o giocatori reali, per poter infine catturare questa potente creatura. I suddetti Raid saranno accessibili attraverso le Tane, disseminate proprio presso le Terre Selvagge: vere e proprie zone interconnesse in un’unica landa multibioma esplorabile in lungo e in largo con telecamera libera, in cui potremo catturare i Pokémon presenti nell’overworld di gioco, pescare, raccogliere bacche e partecipare appunto ai Raid. Ogni tana contiene al suo interno un Pokémon Dynamax da sfidare, e quest’ultimo varierà in base al tipo di terreno in cui ci troviamo anche se sarà possibile causare l’attivazione di una tana a scelta senza affidarsi al caso grazie ai Desioblocchi ottenibili sempre nelle Terre Selvagge. Ogni ventiquattro ore, otto Raid casuali saranno attivati tra tutte le tane presenti nella landa e in caso di completamento di tutti i Raid presenti, altri otto saranno disponibili per un ciclo potenzialmente infinito. In questa vasta landa da esplorare potremo interagire anche con altri giocatori se connessi alla rete o NPC che ci venderanno oggetti in cambio di Watt (valuta ottenibile quando interagiremo con le Tane), e sfruttare il Pokécampeggio, dove potremo guarire i nostri Pokémon, giocare e cucinare per loro utilizzando gli ingredienti raccolti durante il nostro viaggio. In alternativa potremo sfruttare i Pokécampeggi degli NPC che troveremo sui vari percorsi della regione per far giocare i nostri Pokémon con i loro prima di rimetterci in cammino, intensificando così il nostro legame.

Il fenomeno del Dynamax, almeno a livello amatoriale, non risulta eccessivamente risolutivo, ma dà un boost concreto al Pokémon designato in termini di punti salute e potenza delle mosse utilizzabili, capace di ribaltare circostanze scomode se sfruttato in determinate occasioni. Le mosse Dynamaxizzate possono rendere favorevoli molte situazioni, grazie agli effetti derivanti dagli attacchi potenziati, siano essi status, cambi di clima o aumento e diminuzione di statistiche. Il tutto dipenderà dal tipo della mossa scagliata, che molto spesso arrecherà un quantitativo ingente di danni. Nulla comunque che non possa essere contrastato attraverso i vari mezzi messi a disposizione, anzi, studiare quando innescare il fenomeno e strutturarlo nei tre turni di potenziamento che avremo a disposizione fa parte del nuovo set di strategie confezionato dagli sviluppatori. Utilizzando con criterio il nuovo potere di Spada e Scudo quindi, sarà possibile ottenere dei vantaggi strategici concreti, che in ottica competitiva possono aprire a scenari molto interessanti.

Pokémon Spada e Scudo

Pokémon Spada e Scudo: tra novità, regressione e competitivo

Convive un dualismo concreto in questi nuovi capitoli, dove da un lato persiste una formula ripresa quasi interamente dal passato, che cerca di accontentare i fan storici, mentre dall’altro sussiste un tentativo acerbo di innovare la serie principale attraverso delle sperimentazioni, destinate a rimanere tali almeno per quest’anno. Le potenzialità della console ibrida di Nintendo avrebbero potuto garantire risultati migliori sotto il profilo tecnico e grafico, che sebbene non siamo di fronte ad una produzione visivamente scarna, di certo era lecito aspettarsi qualcosa in più che consolidasse realmente il salto generazionale da 3DS a Nintendo Switch. Le migliorie alla struttura classica comunque, ci sono, e sono tutte semplificazioni di meccaniche presenti dal passato, come ad esempio la presenza di un NPC per ogni città che potrà far tornare in mente le mosse dimenticate dei nostri Pokémon o soprannominarli. Ora il box dove depositeremo e preleveremo i Pokémon catturati potrà essere interrogato ovunque semplicemente dal menù di pausa, e la nostra bici impossessata da un Rotom, fungerà anche da mezzo di navigazione nelle acque, rendendo quindi non più necessaria la presenza delle MN all’interno dei giochi. Anche il volo da una zona all’altra tra quelle visitate sarà ottenibile quasi subito e sarà relegato al Volotaxi, attivabile dalla mappa stessa. L’apprezzata meccanica dei Pokémon visibili nell’overworld di Pokémon Let’s Go fa il suo ritorno non solo nelle Terre Selvagge ma anche nei percorsi tradizionali tra una città e l’altra, che reagiranno in maniera diversa alla nostra presenza in base al loro temperamento. Anche l’allenamento delle creature in sé risulta più facile, grazie ad un sistema di esperienza condivisa tra tutti i Pokémon presenti in squadra, dove chi ha partecipato alla battaglia acquisisce maggiori punti.

Le meccaniche classiche dunque risultano più snelle, attraverso un processo di svecchiamento necessario che forse tradisce i giocatori più nostalgici, ma che dona nuova linfa vitale ad una produzione che da sempre ha saputo innovare ben poco sulla carta, specialmente a livello tecnico e strutturale. Anche la narrativa di base non spicca per qualità, ma si tiene in linea con i canoni della serie, enfatizzando la componente mitologica che permea la regione. Una leggenda che si apre e si chiude nello stesso arco narrativo del titolo con linearità e che riguarda da vicino i tre leggendari di ottava generazione. Forse i due titoli spingono troppo l’acceleratore tra una sfida in palestra e l’altra, dove difficilmente troveremo eventi secondari che spezzeranno il nostro percorso di Sfidapalestre.

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Non abbandonando il tema della semplificazione, troviamo i nuovi titoli di Game Freak sbilanciati in un certo senso, per quanto riguarda la difficoltà. Semplici da una parte e più ostici dall’altra, con un tasso di sfida complessivamente basso. Non è raro che ci si trovi più in difficoltà contro un Pokémon selvatico incontrato nelle Terre Selvagge – dove ci viene consigliato più volte di recarci per migliorare, complice la presenza di creature di anche 20 o 30 livelli sopra di noi – piuttosto che contro degli allenatori veri e propri. Molte delle novità introdotte sono votate al gioco competitivo dei titoli, basti pensare al taglio netto del Pokédex e alla possibilità di sopperire al tempo necessario per crearsi una squadra competitiva, grazie all’introduzione di elementi capaci di modificare e gestire al meglio la propria squadra, come ad esempio l’inedita possibilità di cambiare la natura di un Pokémon. Una volta terminata la storia principale infatti, crearsi una squadra competitiva sfruttando le nuove meccaniche – cacciando anche nei Raid – e partecipare alla Torre Lotta, saranno le uniche attività disponibili. Il post game dopo la Lega non regala alcuna nuova traccia narrativa da seguire, o elementi segreti da scovare, tantomeno creature leggendarie nascoste, ma potremo dedicarci al consueto completamento del Pokédex, alla personalizzazione del nostro avatar – qui più profonda e interessante attraverso un assortimento di abiti e accessori davvero ampio – e ricercando nuove forme Gigamax che verranno introdotte con il tempo da Game Freak attraverso futuri aggiornamenti. I giocatori competitivi dunque, troveranno più semplice dedicarsi alla creazione di una squadra senza necessariamente investire troppo tempo nell’esplorazione, grazie ai Tappi, le Mente, e senza dover sfruttare necessariamente l’allevamento Pokémon per le mosse uovo, ottenibili ora attraverso i Dischi Tecnici. Galar dunque, nonostante porti con sé molti nuovi Pokémon perlopiù accattivanti (alcuni come di consueto esclusivi di versione) e abbia – come Alola – alcune forme peculiari di Pokémon che già conoscevamo, non possiede alcun dungeon inedito o elementi che possano spingere tutti gli altri tipi di giocatori alla permanenza nella regione di Galar, che non offre ai collezionisti quella soddisfazione da ricercarsi nei capitoli precedenti, ma che se si è in compagnia, offrirà un bel da farsi con i Raid presenti e futuri, che offrono laute ricompense tanto più il livello di difficoltà del Raid stesso è alto.

 

Pokémon Spada e Scudo

Tecnica poco Dynamax

L’esperienza di Pokémon Spada e Scudo porta con sé anche qualche interrogativo di natura tecnica, laddove non vi è un salto di qualità netto dai vecchi capitoli per 3DS, bensì una sorta di regressione dai più recenti Let’s Go Pikachu e Eevee se ci concentriamo su grafica complessiva, modelli e animazioni di alcune mosse e Pokémon. I problemi più evidenti tecnicamente parlando, si possono riscontrare proprio nelle Terre Selvagge, dove una landa perlopiù vuota mostra tutti i limiti della produzione. La grafica complessiva è ben lontana dalle produzioni migliori apparse sulla console ibrida di Nintendo, nonostante i titoli mostrino costantemente una cromia di buon livello. Le texture del terreno e gli sfondi si presentano poco definiti e sono frequenti i cali di frame durante l’attraversamento veloce, specialmente se siamo connessi alla rete. I biomi cambieranno in modo surreale troppo in fretta quando ci sposteremo per un po’ di metri e il pop up improvviso delle creature catturabili e allenatori connessi è ciò che più fa storcere il naso, concorrendo all’instabilità del frame rate. A regola, i nuovi titoli di Game Freak girano ad una risoluzione di 720p a 30 fps in modalità portatile e 1080p a 30 fps in modalità docked, che al di fuori dalle Terre Selvagge non manifestano problemi di stabilità, ma nessun salto di qualità auspicato è stato riscontrato in questi termini che potesse sfruttare egregiamente l’hardware di Nintendo Switch, complici forse le tempistiche di produzione.

Soprattutto oggi, con delle cutscene fluide e ben curate come in questi titoli, si sente la mancanza di qualsivoglia doppiaggio, che avrebbe dato finalmente un taglio netto con il passato, aprendo a contesti, se vogliamo, più immersivi. Anche il comparto online del titolo sembra aver subito una regressione ingiustificata, andando a limitare di fatto, il corredo di azioni che è possibile compiere all’insegna dell’interattività tra giocatori, con la GTS ormai solo un ricordo – sostituita dall’Y-Comm – e senza un modo per poter scambiare i propri Pokémon con altre persone nel mondo o farli lottare, se non in link attraverso l’impostazione di una password. Gli scambi prodigiosi invece, restano invariati, ma la struttura online assemblata per quest’anno sembra voler puntare molto sull’interazione dei giocatori nelle Terre Selvagge, dove sarà possibile entrare in contatto con altri allenatori nell’overworld in più modi. A patto di avere amici con la versione opposta dunque, completare il Pokédex non sarà un problema e organizzarsi per i Raid più difficili si rivelerà stimolante e più semplice se si vogliono ottenere dei Pokémon più forti e relative ricompense di fine battaglia. Dove però i nuovi capitoli principali della saga eccellono, è sul fronte musicale. Le nuove soundtrack risultano curatissime e accompagnano coerentemente ed energicamente ogni momento dell’avventura, specialmente quelle dedicate agli scontri con i capipalestra.

Pokémon Spada e Scudo

Conclusioni

Pokémon Spada e Scudo non sono dei titoli rivoluzionari in senso stretto, ma approdano sul mercato come capitoli dall’ottimo potenziale non sfruttato appieno. La leggendaria creatura di Game Freak chiude questo 2019 convincendo a metà, dimostrando di saper mantenere il fascino del brand attraverso il tempo, consolidando una formula videoludica già nota da più di vent’anni, ma aggiungendo sempre qualcosa in più che possa stuzzicare i fan. Il salto di qualità auspicato da molti però, non è avvenuto, specialmente dopo un Let’s Go tecnicamente valido, era lecito aspettarsi qualcosa di più che sfruttasse meglio l’hardware dell’ibrida Nintendo. Le novità introdotte riescono a metà, specialmente per quanto riguarda le Terre Selvagge, che sono un chiaro segno di evoluzione del brand, da considerarsi un vero e proprio punto di partenza, seppur molto embrionale, per un futuro mirato.

Nonostante tutto, Pokémon Spada e Scudo divertono e intrattengono con una tradizionale campagna Pokémon, crogiolandosi in un passato vincente che gli standard attuali fanno fatica a tollerare se consideriamo la qualità di alcune produzioni recenti di IP passate. Dei titoli d’altro canto che semplificano l’ascesa competitiva dei giocatori, attraverso uno snellimento di meccaniche che richiedevano agli aspiranti appassionati molto tempo per generare una squadra adatta. Un pizzico in più di coraggio nell’innovazione non avrebbe guastato, e ci auguriamo che i due titoli ricevano il supporto che meritano da qui fino alla prossima release del brand, che vogliamo vedersi esprimere attraverso una serie di novità innestate uniformemente capaci di accontentare fan storici e player competitivi, rinnovando ulteriormente la saga senza snaturarla e sfruttando appieno le capacità di una console brillante come Nintendo Switch.

Pro

  • Attenzione particolare al competitivo
  • Ottima colonna sonora
  • Formula classica con qualche novità di rilievo…

Contro

  • …che non vengono pienamente sfruttate
  • Tecnicamente acerbo
  • Post game assente

VOTO: 7.5/10

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Mirko Proietti

Mirko Proietti

Videogiocatore classe '96 operativo dall'età di 3 anni. La prima esperienza con Sega Mega Drive e PlayStation in contemporanea. Prediligo il genere Platform e GDR, ma da sempre mantengo una visione a 360 gradi del panorama videoludico. Laureato in Comunicazione, cerco la completezza nella produzione del videogioco, che tendo a considerare un'arte vera e propria.

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