Ormai è risaputo che Amazon, Apple e Google in passato hanno messo in pericolo la privacy dei loro utenti tramite i loro assistenti vocali. Il loro utilizzo però è sempre più in aumento, specialmente grazie ai progressi nella domotica, e ciò ha già posto delle nuove domande nelle menti dei consumatori: queste tecnologie “rovineranno” la vita a qualcuno, svelando qualche loro segreto? Per un attimo, Adam Crespo lo ha temuto seriamente. In tribunale.
Alexa, il possibile testimone digitale
Prima di tutto, chi è Adam Crespo? È un uomo americano di 43 anni accusato dell’omicidio di sua moglie avvenuto nella loro casa in Florida. Lui ha dichiarato che si è trattato di “un incidente” durante un litigio, non direttamente causato da lui, che ha cercato di risolvere ma senza successo. La sua difesa sta ancora reggendo tutt’ora, ma qualche giorno fa Alexa, l’assistente vocale di Amazon, è stata chiamata in causa come testimone d’eccezione.
Il Giudice infatti ha deciso di “interpellare” il dispositivo Amazon Echo in tribunale, richiedendo all’azienda di Jeff Bezos le registrazioni di Alexa nell’arco di tempo in cui è deceduta la moglie di Crespo:
“Credevamo che possibili dettagli relativi al crimine, come per esempio registrazioni vocali fatte dalla vittima Silvia Crespo nella sua camera da letto, si trovassero nei server di Amazon. […] Infatti abbiamo ricevuto dei file, che ora sono sotto la nostra attenta analisi.”
Questa la dichiarazione del Dipartimento di Hallandale Beach, che ora fa attendere solo i risultati al Giudice mentre trattiene Adam Crespo in carcere, accusato di omicidio di secondo grado e con una cauzione pari a $65k dollari.
Un dibattito sulla “giusta violazione della privacy”
Ovviamente questo caso non sarà l’ultimo, data l’evoluzione dell’Internet of Things e degli assistenti vocali come Cortana, Siri e Alexa. Ma i dibattiti su questa “utilità” della violazione della privacy da parte delle nuove tecnologie, specialmente l’AI, sono accesi da anni. Si parla di dittature digitali distopiche, di controllo eccessivo delle persone, ma quale sarà lo scenario effettivo del futuro dato il vero stato attuale in cui si trova l’IoT?
Un compromesso tale ci aiuterà davvero a vivere più serenamente? È senza dubbio una domanda molto interessante, ma che necessiterà di tanto tempo per trovare delle risposte.
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