Ecco la nostra recensione di Gears 5, il nuovo titolo sviluppato da The Coalition
Quando si parla di esclusive Microsoft non si può non citare Gears of War, saga che da sempre diverte i giocatori possessori di una Xbox o di un PC.
Era il lontano 2006 quando Epic Games rilasciò per Xbox 360 una delle pietre miliari degli sparatutto in terza persona, segnando profondamente la storia di tale genere e creando un’opera a cui tutti gli sviluppatori di tps avrebbero attinto. Quella di Gears è una saga che senza ombra di dubbio rasenta l’eccellenza ma che presenta comunque alti e bassi. Nonostante abbia alle spalle una storia gloriosa, non si può negare che Gears of War 4, penultimo capitolo uscito nonchè primo videogioco della saga sviluppato da The Coalition, sia stato leggermente sottotono, basandosi molto sulle formule vincenti dei vecchi capitoli senza voler però azzardare di voler alzare il livello qualitativo. Cosa che fortunatamente non è accaduta con Gears 5. È evidente come The Coalition abbia preso atto di ciò che avevano in mano e, tramite i feedback ricevuti, abbiano cercato di puntare più in alto. Ciò che gli sviluppatori hanno fatto è una vera e propria scommessa, puntando tutto su questo capitolo. Con questo capitolo si evince come vogliano non solo migliorare la saga ma darle vita nuova, tanto da dare un nuovo nome alla suddetta. Difatti, questo nuovo capitolo si chiama più semplicemente “Gears 5” e non “Gears of War 5”. Le premesse per un qualcosa sia nuovo che qualitativamente elevato ci son tutte, ma è riuscita The Coalition a mantenerle o addirittura superarle? Scopritelo insieme a noi di DrCommodore in questa recensione di Gears 5!
Dove eravamo rimasti…
Nonostante il gioco sia fortemente legato ai capitoli che l’hanno preceduto, gli sviluppatori non hanno evitato una sessione gioco utile sia a fan di vecchia data che – soprattutto – a nuovi videogiocatori. Il titolo infatti inizia con un tutorial abbastanza esaustivo e non troppo longevo, che non ricade nella ridondanza e nella noia, nonostante la voglia di iniziare a fare sul serio sia molta, e che ci permette di prendere fin da subito dimestichezza con i comandi e con il sistema di movimento e di shooting.
Finito tale tutorial, il gioco presenta una cinematica più che benaccetta che fa da preambolo per quello che sarà il gioco vero e proprio. In questa sequenza ci vengono narrati molto brevemente le vicende del quarto capitolo, rinfrescandoci la memoria e ricordandoci a che punto era arrivata la storia della saga.
Personaggi dotati finalmente di maggior caratterizzazione
Ciò che colpisce subito i videogiocatori di vecchia data, cominciata l’avventura, è la caratterizzazione dei vari personaggi. Se i precedenti capitoli peccavano di approfondimento sotto questo punto di vista, non si può dire di certo lo stesso di Gears 5. Ogni singolo personaggio riceve il giusto spazio ed una maggiore caratterizzazione che ci permette di empatizzare con essi come mai si era visto prima d’ora in questa saga. Maggiore spazio però, com’è giusto che sia, è stato dato al protagonista o, per meglio dire, alla protagonista. Perché, a differenza dell’ultimo capitolo, durante la nostra avventura vestiremo i panni di Kait, personaggio che abbiamo già avuto modo di conoscere precedentemente ma che è riuscito, grazie a questo nuovo Gears, ad avere maggiore spessore e a diventare sempre più interessante. Aver scoperto il suo profondo legame con le locuste aveva già buttato le basi per quello che sarebbe potuto diventare uno dei personaggi più interessanti e ispirati della saga e, grazie al magistrale lavoro di The Coalition, così è stato. Ci viene presentata una Kait fortemente segnata dalla morte della madre, a tratti fragile mentalmente. Ciò che ha vissuto la tormenta, causandole giorno e notte incubi e allucinazioni che, nonostante non riesca a comprenderli inizialmente, saranno un punto chiave della trama.
Una narrazione sublime contornata da paesaggi eccellenti
Uno dei punti fondamentali che rende Gears 5 uno dei migliori capitoli della serie è proprio la narrazione. Il modo in cui The Coalition ha orchestrato ogni sequenza è sublime, andando ad alternare cinematiche a scene di azione in maniera serrata ma prendendosi il giusto tempo, senza mai stancare il giocatore, stuzzicando la sua curiosità e tenendolo incollato alla tastiera – o al gamepad – voglioso di scoprire l’evolversi della trama. Ciò che contribuisce a rendere il titolo ciò che è non dipende solo dalla narrazione però, sono molteplici gli elementi che elevano Gears 5 a quello che con molte probabilità è uno dei tps migliori usciti nell’ultimo periodo. Uno dei principali pregi è sicuramente l’ambientazione. I vari atti sono caratterizzati da paesaggi unici e mai ripetitivi, curati minuziosamente ma soprattutto costruiti con la consapevolezza che una grafica all’avanguardia non è nulla senza uno stile ricercato e un mondo convincente e che sembri reale, vivo.
A fronte della vastità di terreno calpestabile, The Coalition ha ben deciso di inserire un mezzo di movimento: lo skiff. Compatto, quasi insignificante all’apparenza se confrontato con altri veicoli visti nel mondo di gioco ma che fa il suo dovere alla perfezione e che ci accompagna per gran parte dell’avventura. Le sessioni che comprendono questo mezzo di movimento ambientate nelle distese di neve o sabbia non risultano mai noiose, complice un sistema di guida ben curato ma non esente da piccoli difetti. Rimane il fatto che è la prima volta che vediamo un veicolo del genere in gioco e che quindi, nel caso in cui in futuro gli sviluppatori vogliano optare per un mezzo di spostamento simile, siamo fiduciosi in un miglioramento anche sotto questo punto di vista, soprattutto visto come The Coalition ascolti attentamente i feedback.
Multiplayer e non solo
Così come la campagna, anche la componente multiplayer ha ricevuto sostanziali novità. La formula di Gears, affermatasi già con i capitoli precedenti, ha sempre appassionato sia giocatori più esperti alla ricerca di un pvp più competitivo sia giocatori più “casual”. Tenuto conto di ciò, gli sviluppatori non avevano motivo di alterare, col rischio di rovinare, una formula vincente, dando in pasto ai giocatori più o meno la classica modalità, affiancata però da un’attività inedita: l’Arcade Mode. Essa, a differenza del normale Deathmatch, tiene conto delle uccisioni e assegna alla squadra un punto per ogni kill, fino al raggiungimento di 50, numero al quale corrisponde la vittoria. Oltre a quanto detto, i giocatori dovranno selezionare un personaggio del mondo di Gears prima – o durante se volessero cambiare – della partita, ognuno dei quali avrà armi ed equipaggiamenti differenti, modificabili mediante crediti acquisibili durante il match, che vanno a sostituire le armi che nella modalità classica si andavano prendendo in giro per la mappa.
Oltre al pvp classico, un’altra modalità molto amata dai fan è stata reinserita su Geras 5: la modalità Orda. Visto il successo che negli anni essa ha avuto, andare a modificarla sarebbe una scelta azzardata, ma The Coalition ha voluto provarci e ne è uscita vittoriosa. La formula di base rimane pressoché identica a quella del quattro, soprattutto il sistema di “classi”. Ciò che gli sviluppatori hanno voluto inserire è un sistema di potenziamento dei vari personaggi che dà un senso di miglioramento graduale ma che andrà a svanire al termine della partita.
Come novità invece è stata inserita una nuova modalità pve: la modalità Fuga. Come può suggerire il nome, una squadra composta da 3 giocatori si ritroverà all’interno di un alveare e dovrà fuggire da esso prima che una nube velenosa ricopra tutta la mappa. Ciò che caratterizza maggiormente tale modalità è la scarsità di munizioni e armi, che si rifà molto a titoli di vecchio stampo dove si portava il giocatore a riflettere prima di sparare un proiettile. Purtroppo però, la modalità dopo qualche partita risulta eccessivamente ripetitiva, a causa soprattutto della presenza di sole tre mappe, portando i giocatori a lungo andare ad abbandonarla.
Non è tutto oro quel che luccica
Nonostante i grandi pregi che Gears presenta e il lavorone fatto da parte di The Coalition per quanto riguarda il lato artistico e non solo, il gioco presenta numerose falle che spesso tendono a rovinare l’esperienza. La maggior parte, basandosi sulla versione PC, ovvero quella da noi provata, sono bug visivi spesso stucchevoli che smorzano l’immedesimazione. Ritrovarsi compagni di squadra teletrasportarsi davanti ai propri occhi o vedere oggetti fluttuanti, soprattutto in determinate sequenze parecchio seriose, non è di certo carino da vedere. Sfortunatamente siamo andati incontro anche ad un paio di bug, entrambi legati allo skiff, che hanno portato a dover riavviare la missione.
Altro punto negativo, forse il peggiore, è la completa cecità dei nemici nel momento in cui ad un nostro compagno – ovviamente capitanato dalla IA e non da un giocatore in coop – viene la brillante idea di passeggiare allegramente tra i nemici urlando: “ATTENZIONE, SCIAME!” senza far allarmare quest’ultimi.
In conclusione…
Gears 5 è senza ombra di dubbio uno dei migliori capitoli della serie, nonché uno dei tps più interessanti usciti durante quest’anno. L’elevata qualità del suo comparto artistico è innegabile. Gli sviluppatori son riusciti a dare vita nuova ad una saga che già rasentava la perfezione. Nonostante ciò, il titolo non è esente da problemi più o meno frustranti che spesso smorzano l’atmosfera e, in rari casi, costringono il giocatore a riavviare la missione. The Coalition si è dimostrata capace di sfornare un Gears che sicuramente verrà ricordato dai fan e non solo, ma ha ancora molto su cui lavorare per dare al mercato videoludico un gioco “perfetto” o che ci si avvicini.
Gears 5 è esattamente ciò che la saga necessitava. Non è solo un passo avanti, getta le basi per dei sequel che potrebbero addirittura superarlo qualitativamente. Grazie a questo titolo The Coalition è riuscita pienamente ad ottenere la fiducia dei fan e dei nuovi giocatori che si sono approcciati alla saga con questo gioco. Il nostro giudizio non può che essere pienamente positivo ma, come già detto, c’è ancora molto su cui lavorare. Non ci resta altro che aspettare il prossimo capitolo, fiduciosi di una The Coalition che si è rivelata pienamente capace di sfornare un titolo degno di nota.
VOTO: 8.8/10
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