Borderlands 3 estende la portata di distruzione e humor della serie
E così volete sentire un’altra storia? Dopo 5 anni dall’ultima avventura del loot-shooter GDR più acclamato di sempre, Gearbox Software è tornata con il terzo capitolo numerato della serie Borderlands, promettendo di ampliare l’universo di gioco pur non tradendo la natura ironica e distruttiva del titolo. Uno stile grafico cartoonesco riconoscibile, goliardia a palate e tantissime armi dagli effetti più disparati sono gli elementi caratteristici della serie pubblicata da 2K, che non potevano di certo mancare in Borderlands 3. Questa volta le premesse narrative prenderanno una piega leggermente diversa e più articolata, pur mantenendo lo spirito ironico e folle a cui siamo stati abituati dal lontano 2009.
Noi ci siamo avventurati nuovamente nelle terre di confine, con uno sguardo puntato verso lo spazio, insieme ai bizzarri compagni che abbiamo imparato a conoscere in questi dieci lunghi anni di esplosioni e massacri al cardiopalma e questa è la nostra recensione del titolo Gearbox.
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Oltre le terre di confine
La serie, da sempre, ama fare le cose in grande, in molto grande, e Pandora incomincia a essere una terra stretta e sviscerata da più fronti. La narrativa trascinatrice ci condurrà alla scoperta di altri pianeti, vari e ben differenziati per struttura, ma mai banali e dove il gameplay può esprimesi appieno. Come da tradizione, vestiremo i panni di un cacciatore della Cripta tra i nuovi 4 disponibili, in cerca dei bramati tesori che essa ha da offrire; ma la caccia otterrà una dimensione interplanetaria quando i due nuovi villain Tyreen e Troy decideranno di mettere le mani sulla mappa che può condurli attraverso le cripte sparse per l’universo in cerca di quella definitiva. I gemelli Calypso, appresa appunto la conoscenza di molteplici cripte presenti nei vari pianeti, faranno di tutto per mettervi le mani sopra e i banditi che una volta perseguivano i propri scopi egoistici e folli, ora seguono assiduamente gli ordini dei gemelli, formando un vero e proprio culto e facendosi chiamare Figli della Cripta. Una situazione che metterà a dura prova l’integrità dei Crimson Raiders; ma un nuovo cacciatore della Cripta è pronto a fare il suo ingresso, e dovremo scegliere noi con quale personaggio buttarci nella mischia tra Fl4k, Amara, Zane e Moze.
Selezionato il nostro cacciatore e (ri)fatta la conoscenza del nostro verboso amico Claptrap, verremo introdotti al mondo di gioco dove saremo subito impiegati a svolgere dei compiti per lo sfortunato robot e per i Crimson Raiders, privi ormai di una base operativa e con l’obiettivo di fermare i Gemelli nella loro missione, cercando di raccogliere le chiavi delle Cripte e battendoli sul tempo. Ci servirà tutto l’aiuto possibile per la riuscita dell’impresa e inizieremo subito una spedizione interplanetaria in cerca dei nostri vecchi alleati e compagni, tra folli ed esilaranti missioni principali e secondarie. Un incipit di tutto rispetto che proporrà delle situazioni narrative sempre diverse ma con una struttura molto simile tra loro e in location ottimamente distinte, anche se purtroppo sul fronte della coppia di villain principali siamo ben lontani dalla caratterizzazione encomiabile di Jack il Bello.
I viaggi spaziali avverranno tramite una Sanctuary completamente rivisitata e adibita a nave spaziale, che anche qua fungerà da hub principale per tutte le nostre attività. Avremo a disposizione a bordo di tutto quello che può essere utile ad un cacciatore della Cripta, inclusi negozi, una sala controllo per la navigazione e una stanza personale dove possiamo depositare le armi in eccesso e che possiamo personalizzare con alcune decorazioni ottenute in gioco come ricompensa. Una trovata davvero azzeccata per ricordare quella che un tempo fu il quartier generale dei Crimson Raiders e che ora sotto il nome di Sanctuary III può spostarsi da un pianeta all’altro con facilità.
Mayhem is coming
I 4 cacciatori disponibili sono più vari che mai tra loro e nello specifico troviamo Fl4k il domatore di bestie, Amara la nuova sirena, Moze l’ex soldatessa e Zane il sicario. Personaggi dal grande potenziale e caratterialmente azzeccati. Potenziale che vede una profondità aggiuntiva al sistema di crescita del classico metodo a tre colonne, che ora dispongono ognuna di alcune variabili impostabili dal giocatore in base al proprio stile di gioco. Le abilità d’azione, che in passato erano univoche per personaggio, ora subiscono un ampliamento fisico e funzionale relegato alla scelta fatta in fase di distribuzione dei canonici punti abilità ottenuti dopo ogni livello e impostabili tramite degli appositi slot equipaggiamento. Ad esempio, con Moze potremo scegliere quale armamento installare sul Robottone pilotabile tra varie tipologie di armi e passive, oppure con Fl4k potremo scegliere quale bestia portarci al seguito, con quale variante estetico/funzionale e quale potere attivabile impostare tra 3 disponibili. Trovare le giuste combinazioni in base al proprio stile si rivela fondamentale per le varie situazioni di combattimento proposte, nonostante la varietà dei nemici non sia elevata, è possibile semplificare di molto gli scontri se in possesso di statistiche numeriche elevate del personaggio (parliamo di percentuali e livelli dei personaggi, per ora fissati ad un massimo di 50) e con una determinata combinazione di abilità, senza dimenticare l’uso delle armi da fuoco, vero fiore all’occhiello della produzione di Gearbox Software.
In Borderlands 3 più che mai vi è una cura quasi maniacale delle tipologie di armi che ci ritroveremo ad impugnare, partendo dall’estetica, rivista completamente, e le proprie funzionalità. Molte delle armi disporranno di un selettore di fuoco, che può variare sia il tipo di raffica con conseguente cambio di mirino in caso essa ne disponga più di uno, oppure il tipo di elemento in uso. Funzionalità quest’ultima che garantisce una completa supremazia se si è attenti osservatori delle debolezze nemiche nell’ottica del GDR. Anche le armi fornite dalla Tediore si aggiornano nel modo più particolare, garantendo non solo il lancio dell’arma con conseguente esplosione dopo una ricarica – che abbiamo visto in Borderlands 2 – ma delle vere e proprie varianti di questa pratica. Basti pensare a vere e proprie armi da fuoco che camminano, andando ad inseguire il nemico sparando per poi farsi esplodere. Insomma, di carne al fuoco sul fronte del gameplay ce n’è tanta e difficilmente il fattore noia potrà prevalere sui giocatori più appassionati del genere.
Armi, distruzione e bottino
Come in ogni capitolo della serie, vi è una varietà spropositata di armi da fuoco di stampo randomico da trovare, acquistare e ottenere. Esse sono divise per livelli, categorie, brand e rarità, con effetti aggiuntivi, accessori inclusi ed eventualmente un effetto elementale applicato allo sparo dell’arma che può favorire qualche scontro a fuoco contro un determinato nemico. Parte del nostro equipaggiamento saranno anche gli scudi dai vari effetti, capienze e tempi di rigenerazione; i mod granata, che cambieranno il tipo di esplosione all’impatto o rimbalzo; e i mod di classe, che daranno degli effetti aggiuntivi alle statistiche del nostro personaggio al di là delle passive ottenute con l’aumento delle rispettive sezioni dell’albero abilità. Il gun play insomma, non manca di varietà e riesce a divertire anche più delle precedenti iterazione del titolo, grazie anche ad aree molto ampie e ben strutturate in cui combattere e causare grandi massacri, soprattutto in compagnia. Infatti, dove il titolo 2K fa centro egregiamente è proprio il comparto cooperativo online grazie ad un netcode pulito e all’interazione migliorata tra i membri del party. Non manca poi il da sempre presente comparto cooperativo locale in splitscreen, una rarità apprezzabile di questi tempi.
Durante le fasi esplorative è possibile trovare incarichi secondari, bottini nascosti e registrazioni sparse per le varie mappe. Quest’ultime hanno una struttura discretamente varia e con un’estetica accattivante. Alcune soffrono di una certa linearità di fondo mentre altre si estendono in ampiezza, e sono proprio quest’ultime che offrono un maggior potenziale esplorativo generale. Anche la varietà delle missioni secondarie in tal senso, mostra dei piccoli problemi di ripetitività di fondo. Sebbene ogni attività sia più o meno interessante ai fini delle storie dei personaggi di contorno, e con delle personali sfaccettature ironiche che riescono sempre a strappare un sorriso, non è difficile notare come il tutto si riduca al prendere la missione, recarsi in un determinato luogo, uccidere un gruppo di nemici con relativo boss, raccogliere un oggetto missione, compiere un azione facoltativa, e tornare indietro riscattando il bottino.
Le aree di guerra tendono ad essere ben delimitate da delle transenne che impediranno l’accesso del nostro veicolo. I veicoli, da sempre presenti nella serie, portano una discreta novità in Borderlands 3; infatti sarà possibile letteralmente rubare quelli dei banditi sulla mappa di gioco e portarti al catch-a-ride più vicino per ottenerne dei potenziali ricambi. Una volta ottenuti i suddetti potremo creare il veicolo dei nostri sogni grazie ad una buona gamma di ruote, armi a bordo, telai e aerografie. Anche i controlli dei mezzi hanno subito un leggero cambiamento: per simulare una fisica di guida più realistica hanno ottenuto un particolare effetto pattinamento costante alla sterzata che non è semplice da digerire ai primi contatti.
Una certa cura è stata riposta nella costruzione dell’endgame di Borderlands 3, che oltre a vantare di un futuro supporto dato dalle canoniche espansioni gratuite e a pagamento, introduce alcune interessanti novità tra cui la modalità Mayhem, con livelli di difficoltà regolabili in base ai quali si otterranno delle ricompense migliori, e Guardian Rank, grazie al quale sarà possibile migliorare ulteriormente le statistiche del nostro personaggio grazie al riempimento di un’apposita barra di esperienza. Torna anche la modalità Vero Cacciatore che agisce come un new game plus nel quale ripercorreremo le vicende di Borderlands 3 a difficoltà più elevata e mantenendo il nostro equipaggiamento.
Grafica e tecnica eridiana
Spostandoci sul fronte tecnico e grafico del titolo, è impossibile non citare la natura cartoonesca e caricaturale della produzione, capace di mescolare tematiche mature con l’umorismo fuori le righe tipico della serie. Nonostante un po’ di sporcizia e ritardo di caricamento delle texture, il passaggio all’Unreal Engine 4 ha di certo giovato alla produzione in termini di resa, ma ha portato con sé una dose non esaltante di ottimizzazione generale. Borderlands 3, testato da noi su PlayStation 4 standard, mostra il fianco a qualche freeze occasionale e qualche leggero calo di frame in alcune situazioni più caotiche, nonché dei pesanti rallentamenti nei menù, ma nulla che possa compromettere l’esperienza fissata a 30 fps per tutta la durata della suddetta.
Il design degli ambienti è decisamente riuscito, in quanto ogni pianeta ha un certo bioma e un’atmosfera unica da assaporare e che nasconde quasi sempre delle zone segrete in cui addentrasi. Peccato solo per qualche bug saltuario qua e là di poco conto che potrebbe inficiare l’audio e la scena in generale. Apprezzato inoltre, l’approfondimento di alcuni dialoghi con gli NPC da parte dei nostri protagonisti, che parleranno in modo più articolato che in passato anche se interpellati per delle piccole conversazioni durante gli incarichi secondari. Anche le cutscene e le presentazioni dei personaggi principali sono state realizzate molto bene come da tradizione, rendendo epica qualsiasi introduzione di sorta.
Da sottolineare in aggiunta il miglioramento dell’intelligenza artificiale – anche a fronte di una difficoltà che si mantiene in linea con i canoni della produzione – che nonostante continui a non essere perfetta, ha subito un notevole miglioramento, dove i nemici a distanza cercheranno di ripararsi costantemente mentre gli assalitori cercheranno sempre degli approcci frontali, e talvolta la fuga quando saranno in salute critica. Un peccato per la varietà di essi invece, dove i modelli sono di basso numero e riproposti spesso sotto diversi nomi ed elementi. Ottimo invece l’adattamento e le traduzioni in lingua nostrana, colme di citazioni e con delle uscite talvolta geniali. Un buon comparto audio infine – soprattutto delle armi da fuoco – ci accompagna per tutta la nostra avventura su Pandora and Co. grazie anche ad un ottimo doppiaggio a cura di noti esponenti del settore italiano facilmente riconoscibili.
Conclusioni
Borderlands 3, come da copertina stessa, è la santificazione della serie di Gearbox Software. Senza mezzi termini, rappresenta il genere del loot-shooting come pochi altri titoli sanno fare. Forte degli aspetti caratteristici della serie propria e grazie all’evoluzione e all’approfondimento degli aspetti di gioco di ruolo, possiamo consigliare il titolo a mani basse in primis ai fan storici della serie, che troveranno in questo terzo capitolo principale tutto ciò che hanno amato, e poi a chiunque voglia intraprendere un’avventura folle, fatta di distruzione perpetua e con un’infinità di combinazioni di arsenale e situazioni al limite del comprensibile. Il viaggio interplanetario funziona bene e a fronte di una narrativa fresca, tipica, ma a tratti poco invogliante – talvolta prevedibile – il gioco eleva il lavoro fatto in questi 10 anni e lo confeziona in 30 ore minime di insano divertimento e caccia assidua al loot migliore.
Borderlands 3 non tradisce la formula di gioco, che si aggrappa saldamente alla tradizione della serie, ma ne migliora tutti gli aspetti in toto. Il titolo si dimostra godibile da soli, ma dà il meglio di sé in compagnia, dove anche la minima ripetizione di un incarico viene soprasseduta dal divertimento generato dalle sparatorie serrate sui pianeti di gioco con sfoggi di abilità e un numero elevatissimo di varianti conflittuali. E dunque cosa ci fate ancora qui? Convincete un amico ad unirvi a voi alla ricerca delle Cripte e scatenate il caos con un cast mai così fresco: Let’s Make Some Mayhem!
Pro
- È Borderlands; migliorato sotto ogni aspetto
- Sistema di crescita dei personaggi più profondo e trasversale
- La struttura delle armi da fuoco ha raggiunto una vetta importante per il genere
Contro
- Un’ottimizzazione generale migliore non avrebbe guastato
- Poca varietà generale dei nemici e strutturale delle missioni
VOTO: 8.7/10
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