Ecco la nostra recensione di Control, il nuovo lavoro di Remedy Entertainment!
Remedy Entertainment è tornata, e lo ha fatto in grande stile. Dopo il mezzo passo falso compiuto con Quantum Break, lavoro di discreta fattura ma lontano dall’eccellenza di Alan Wake, la software house finlandese di proprietà di Sam Lake ha finalmente portato sugli scaffali di store digitali e fisici Control, disponibile per PlayStation 4, Xbox One e PC dallo scorso 27 Agosto. Il percorso che ha portato alla pubblicazione del titolo è stato piuttosto strano, condito da un generale scetticismo da parte dei videogiocatori che è stato probabilmente dettato dalle aspettative – deluse – che gli stessi riponevano in Quantum Break; l’arrivo di Control è passato dunque parecchio sottotraccia, complice anche una campagna pubblicitaria tutt’altro che roboante. Dopo aver avviato per la prima volta il gioco ed aver mosso i primi passi nella Oldest House, edificio che ospita la Federal Bureau of Control, non possiamo fare altro che dire che tutti coloro i quali non credevano nelle potenzialità di questo progetto si sbagliavano, e di grosso. Ve lo anticipiamo sin da subito, e senza troppi giri di parole: Control è uno dei migliori videogiochi dell’attuale generazione, oltre che un serio candidato al Game of the Year. Il motivo? Scopritelo nella nostra recensione!
Federal Bureau of Control
La Federal Bureau of Control è un’agenzia governativa che si occupa della gestione, dello studio e dell’eliminazione dei fenomeni sovrannaturali che imperversano sul suolo statunitense; gli uffici di questa particolare agenzia sono ubicati all’interno della Oldest House, un edificio molto particolare, creato a sua volta grazie allo sfruttamento di alcuni dei fenomeni sovrannaturali studiati dai suoi occupanti. Durante gli anni la FBC ha raccolto innumerevoli oggetti capaci di aprire varchi utili ad accedere ad altre dimensioni, ed ha deciso di sfruttarli a suo piacimento nei modi più disparati. Lo sfruttamento di uno di questi oggetti e la bramosia di conoscenza da parte dei uno dei membri dell’agenzia ha tuttavia messo in pericolo sia la Oldest House, sia l’intera FBC; un’entità sovrannaturale, l’Hiss, è riuscita a far breccia all’interno dell’edificio grazie proprio ad uno dei varchi sopra citati, impossessandosi di molti dei dipendenti dell’agenzia, compreso Trench, il Direttore della stessa, lasciando tutti gli altri in stasi tra le due dimensioni scontratesi. Proprio nel pieno dell’emergenza Jesse Faden, una giovane ragazza alla ricerca di suo fratello Dylan, riesce ad entrare nella Oldest House e, dopo essere stata aiutata dal misterioso custode, Ahti, troverà il cadavere di Trench, protagonista di quello che assomiglia ad un suicidio. Dopo aver impugnato la pistola con cui l’ormai ex Direttore ha compiuto lo sconsiderato gesto, chiamata Arma di Servizio ed anch’essa sovrannaturale, Jesse verrà automaticamente nominata nuovo Direttore della FBC. Queste sono solo le premesse della splendida e contorta narrativa di Control; una narrativa ermetica, particolare, per certi versi silenziosa, i cui schemi risultano sorprendenti e quantomai elaborati soprattutto nelle fasi avanzate del titolo, di cui non faremo menzione per evitare qualunque tipo di spoiler a voi lettori. Jesse, la protagonista, è meravigliosamente caratterizzata; il disagio mentale, i suoi pensieri ed i dialoghi interiori della ragazza infatti sono sorprendentemente utili a delineare sia il carattere stesso di quest’ultima, sia ad immergere il giocatore in un’atmosfera che difficilmente dimenticherà. Un’atmosfera malata, inquietante, creata dall’Hiss ma non solo; le strane visioni di Jesse, le continue interferenze operate nella sua mente da parte del “Sibilo”, i messaggi del già menzionato Ahti e quelli dell’ormai defunto Trench contribuiscono infatti ad arricchire un’ambientazione ed un’atmosfera, quella dell’Old House, che sarebbe altrimenti stata piuttosto monotona nonostante la varietà di ambientazioni presenti. Come già anticipato in precedenza, la trama di Control risulta di difficilissimo approccio, a causa di alcune scelte molto particolari e per certi versi oniriche da parte dei ragazzi di Remedy; la frammentarietà delle informazioni, disseminate nei tanti collezionabili presenti, non aiuta di certo il giocatore più distratto a trovare un filo conduttore che possa in qualche modo fargli comprendere interamente la narrativa di questo titolo. Tuttavia, una volta messi insieme i pezzi, è possibile affermare senza ombra di dubbio che la storia ideata da Sam Lake e soci sia da promuovere a pienissimi voti; Control è un’avventura particolare, che nonostante la sua ermeticità riesce a tenere il giocatore incollato al pad, e che difficilmente deluderà chi aspettava pazientemente il ritorno della vera Remedy.
L’Arma di Servizio e gli Oggetti del Potere, un gameplay sovrannaturale
Il filo conduttore del gameplay di Control è rappresentato essenzialmente da tre elementi, ognuno a suo modo centrale: l’esplorazione, l’Arma di Servizio e l’uso dei poteri telecinetici di Jesse. Il titolo si presenta come un classico third person shooter, con qualche modifica che contribuisce sicuramente ad elevare questo lavoro dal marasma di titoli simili presenti sul mercato, dal gunplay davvero, davvero soddisfacente. A differenza di gran parte dei classici shooter in terza persona infatti, in Control non è presente un sistema di coperture; gli scontri contro le varie manifestazioni dell’Hiss richiederanno infatti un costante movimento da parte del giocatore, che grazie all’Arma di Servizio ed alle sue varie forme, potrà fare piazza pulita di tutti gli inquietanti nemici che gli si pareranno davanti. Essendo l’Arma di Servizio il vero e proprio fulcro di Control, questa merita un trattamento speciale anche all’interno di questa recensione. Questa particolarissima arma infatti, a differenza delle solite già viste in altri titoli del genere, si ricarica automaticamente dopo un brevissimo periodo di cool down, oltre ad avere varie forme, ognuna con i suoi pregi e difetti; nella sua forma base, l’Arma è una classica pistola semiautomatica, equilibrata e particolarmente duttile in ogni situazione. Durante il corso del gioco tuttavia sarà possibile acquistare nuove forme dell’Arma, che faranno trasformare quest’ultima in un fucile a pompa, potente ma a corto raggio, in una mitraglietta, debole ma rapida, in un semi-cecchino, ed in una lancia esplosivi. Ognuna delle forme citate sarà più o meno efficace contro i vari tipi di nemici che si pareranno davanti alla protagonista del gioco, per la verità poco vari e dal pattern particolarmente semplice da leggere. L’altro punto focale del gameplay di Control è rappresentato, come già anticipato, dai poteri telecinetici che Jesse acquisirà tramite il ritrovamento di alcuni particolarissimi oggetti, chiamati Oggetti del Potere. Questi, che rappresentano una naturale evoluzione ed un perfezionamento di quanto visto in Quantum Break, permetteranno alla nostra protagonista l’esecuzione di rapide schivate, il lancio di uno qualunque degli oggetti disponibili nello scenario verso i nemici, la creazione di una sorta di scudo difensivo e così via. L’utilizzo di ognuno di questi poteri è ovviamente limitato da un’apposita barra di energia, che una volta esaurita richiederà un breve tempo di ricarica in cui l’unica nostra arma resterà, appunto, l’Arma di Servizio. Per avere la meglio negli scontri più duri contro le manifestazioni dell’Hiss sarà dunque necessario pianificare al meglio le azioni da compiere, sfruttando con oculatezza ed attenzione sia la nostra fida pistola, sia i vari poteri presenti; lo spreco di munizioni o di energia porterà infatti, in moltissimi casi, a morte certa, soprattutto a causa dell’elevato numero di nemici presenti a schermo. La difficoltà dei vari scontri a fuoco aumenta sensibilmente a causa del fatto che la salute di Jesse non si rigenera automaticamente, ma lo fa grazie a delle particelle lasciate da ogni mob dopo ogni colpo inflittogli. Approfittando proprio del discorso relativo al fatidico game over, passiamo ad analizzare il discorso relativo all’esplorazione della Old House. Sotto questo punto di vista, Control si presenta come un classico metroidvania in tre dimensioni; alcune zone dell’edificio infatti verranno “sbloccate” col proseguire della trama, ed il backtracking sarà spesso necessario soprattutto per il completamento delle missioni secondarie e per il recupero di collezionabili. Ognuna delle zone presenti all’interno dell’Old House avrà uno o più punti di controllo, che fungeranno da classici check point ove la protagonista potrà sia migliorare le proprie abilità, tramite un classicissimo skill tree, sia acquistare nuove mod per l’Arma di Servizio; ad ogni morte, in maniera piuttosto classica, il gioco riprenderà dal punto di controllo più vicino, locato il più delle volte parecchio lontano rispetto al luogo in cui Jesse ha perso la vita. Per fortuna, viene in aiuto del giocatore un sistema di memorizzazione delle uccisioni, che ci permetterà di evitare la riproposizione di scontri già effettuati in precedenza.
Main quest e missioni secondarie
Dal punto di vista delle quest, Control vive una sorta di dualità. La main quest, che è possibile portare a termine in 15/20 ore è piuttosto lineare, e non offre spunti di sorta dal punto di vista del gameplay o della varietà; questa infatti consisterà sostanzialmente nell’andare in una nuova zona, esplorarla, arrivare all’obiettivo, tornare e riceverne un altro. Seppur ogni missione sia piacevolissima da giocare e da vedere, un minimo di varietà in più sarebbe stata apprezzata. A spezzare questa sorta di monotonia, se così vogliamo chiamarla, ci sono una miriade di quest secondarie, affrontabili sia durante la main quest sia durante l’endgame. Queste ci verranno assegnate o da Ahti o da uno dei membri dell’Agenzia ancora non corrotti dall’Hiss; a differenza delle missioni principali, le secondarie offrono sicuramente un maggior livello di sfida e di varietà, oltre che le apparizioni di alcuni boss che nella storyline principali sono totalmente assenti. Consigliamo comunque di lasciare le quest secondarie per l’endgame, in modo da poterle affrontare utilizzando tutti i potenziamenti a nostra disposizione, oltre che per dare un senso ad un endgame che avrebbe altrimenti poco da dire.
Tecnica fuori di testa
Anche sotto il punto di vista tecnico, Control ha due facce, almeno per quanto riguarda la versione PlayStation 4 (PRO) da noi testata. Il gioco è una vera e propria gioia per gli occhi, grazie a dei modelli poligonali davvero dettagliati e ben fatti, a degli effetti di luce semplicemente straordinari e ad una direzione artistica che raggiunge vette di eccellenza in parecchie occasioni; tuttavia, complice la gran mole di oggetti presenti a schermo, tutti interagibili, il titolo in versione console soffre di vistosi cali di frame rate in situazioni più o meno concitate. Cali di frame rate che, in un gioco dal gameplay frenetico e veloce come Control, sono inaccettabili in quanto pregiudicano pesantemente la godibilità del titolo stesso. Da rivedere anche alcune delle animazioni di Jesse, abbastanza legnose e per certi versi difficili da digerire. Questi problemi, abbastanza gravi, vengono tuttavia compensati come già anticipato da una direzione artistica spettacolare, che riunisce elementi presi di peso da film come Inception e li unisce ad una regia e ad una colonna sonora che non farebbero invidia a produzioni cinematografiche di altissimo livello. Remedy ha comunque promesso l’arrivo, entro breve, di una patch che dovrebbe sensibilmente migliorare le prestazioni del gioco su console, ove il motore grafico soffre davvero troppo le limitazioni tecniche della generazione ormai arrivata alla conclusione.
In conclusione..
Control è forse la miglior opera partorita da Remedy Entertainment che, avendo fatto tesoro dei propri errori, ha preso quanto di buono c’era nei suoi due titoli più recenti e lo ha perfezionato ed innovato, regalando ai giocatori una vera e propria perla. Il gunplay frenetico unito ad una trama davvero ermetica ed allo stesso tempo fuori di testa fanno di Control uno dei migliori titoli della corrente generazione; un titolo che porta in dote al giocatore una serie infinita di emozioni, di momenti geniali, di divertimento e di elementi davvero interessanti ed unici nel loro genere. Una direzione artistica da 10 in pagella poi viene ingiustamente inficiata da alcuni problemi tecnici piuttosto evidenti, che speriamo vengano risolti al più presto. Insomma, al netto di quanto detto durante questa recensione, possiamo affermare che Remedy è finalmente tornata ai suoi livelli e che noi della redazione ne vogliamo ancora.
Pro
- Trama follemente geniale
- Gunplay divertente e rapidissimo
- Direzione artistica incredibile
- Motore fisico impressionante
- Ahti
Contro
- Missioni che non offrono grossi spunti di gameplay
- Realizzazione tecnica, almeno su console, pessima dal punto di vista del frame rate
VOTO: 9.2
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