Troppo spesso i politici usano i fumetti o “giornalini” per svilire i loro avversari. Chi lavora per Topolino non ci sta ed è pronto a blastare
Le vicende politiche italiane dell’ultimo periodo vedono un grande bastonato, l’ex vice-premier Matteo Salvini. Il segretario della Lega si è ritrovato alle strette e sta provando ad attaccare i propri avversari politici. Ancora una volta ha usato i “giornalini” per svilire le vicende che lo stanno travolgendo dichiarando:
“Io non pensavo che ci sarebbero stati dei parlamentari renziani che invece di andare alle elezioni avrebbero votato anche per il governo di Pippo e Topolino”.
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Subito è arrivata la risposta secca in un tweet dello sceneggiatore di Topolino, Francesco Artibani:
Matteo, alla fine quello che conta è che mercoledì prossimo Topolino sarà ancora al proprio posto.
Tu no.
E questo è tutto quello che c'è da sapere. https://t.co/wUl7W76RWH
— Francesco Artibani (@Artibani1) August 29, 2019
Una blastata che suona come un colpo nei reni dell’ex vice-premier. Ma questa non è la prima volta che Matteo Salvini viene blastato da Topolino.
Il precedente di Topolino vs Salvini
In passato, infatti, aveva dichiarato di preferire Topolino a l’Espresso ed anche in quel caso era arrivata una stoccata non indifferente. Uno degli autori che curano l’edizione italiana del fumetto Disney, Roberto Gagnor, gli aveva risposto:
“Allora ci legga. Nelle nostre storie troverà cose interessanti: fantasia, cultura, tolleranza, apertura verso gli altri, coerenza, universalità”.
La risposta avvenne anche sulle pagine dell’Espresso che mise questa copertina:
Gagnor spiegò, poi, in un articolo sul Post la sua visione sull’usare il topo simbolo della Disney come metro di paragone svilente:
“Con il solito sottinteso che Topolino è cosa da poco, quindi secondo Salvini L’Espresso fa così schifo che PERSINO Topolino è meglio. Una miope tendenza abbracciata spesso da Salvini, ma anche da altri politici: considerare Topolino «roba da bambini», un magazine sempliciotto, scemo, «cultura bassa» o non-cultura». Per lo sceneggiatore invece, «la letteratura per bambini ha un pedigree culturale ormai ben più importante delle dichiarazioni di parecchi politici”.
Insomma per ora Topolino batte Matteo Salvini 2 a 0.
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