Vinland Saga: quando sono i personaggi a contare
Il quinto episodio di Vinland Saga inizia esattamente dove si era concluso il precedente; Thorfinn, dopo aver assistito alla morte del padre per mano di Askeladd, si ritrova solo e indifeso sulla piccola imbarcazione di Thors legata a quella dei mercenari poco più avanti.
UN’OCCASIONE
Askeladd e i suoi uomini attraccano su un’isola per ricevere il loro compenso e per concedersi un po’di ristoro.
Nel frattempo, non si lasciano sfuggire l’occasione di fare un po’di razzie, dando alle fiamme un piccolo villaggio in zona saccheggiandone gli averi. Il tutto sotto lo sguardo attonito di Thorfinn, la cui rabbia aumenta ancora di più osservando le barbarie di cui sono capaci. Deciso più che mai a vendicarsi, aspetta che cali la notte e si introduce furtivamente nella tenda di Askeladd, desideroso di decapitarlo nel sonno.
UNA SCELTA INASPETTATA
Sorprendentemente quel piccolo ragazzino, senza farsi scoprire, riesce ad arrivare a pochi centimetri dall’uomo che ha ucciso suo padre. Tremante, solleva a fatica una spada evidentemente troppo grande e pesante per lui ma, contro ogni aspettativa, invece di farla calare velocemente sulla testa di Askeladd, la abbassa e va via.
Questa cosa mi ha sorpreso non poco; ovviamente non pensavo affatto che sarebbe stato così facile ucciderlo, ma credevo che semplicemente che Askeladd si sarebbe svegliato per fermarlo. Invece, nonostante fosse sveglio, egli rimane immobile senza muovere un muscolo, come se fosse curioso di vedere cosa sarebbe accaduto.
Neanche lui si aspettava che Thorfinn si sarebbe fatto sfuggire una simile occasione per vendicarsi, eppure l’ha fatto, lasciando sia lui che noi spettatori a chiederci il perché.
TALE PADRE TALE FIGLIO
Il giorno dopo ci viene rivelato il motivo dietro a tale scelta. Thorfinn si presenta impavido dinanzi a lui e lo sfida lealmente a duello, richiesta accolta con scherno e risate da parte del gruppo di mercenari.
Askeladd accetta con riluttanza, e come era facile intuire non ha nemmeno il bisogno di sguainare la spada per mettere Thorfinn fuori dai giochi. Dopodiché, lo rimprovera dandogli dell’ingenuo per non aver colto l’occasione di ucciderlo nel sonno la notte precedente.
E la risposta di Thorfinn lo lascia alquanto perplesso: pur avendo di fronte l’uomo che odiava con tutto se stesso, pur sapendo che era un’occasione irripetibile, il piccolo si è rifiutato di ottenere la sua vendetta in modo così vile.
Il figlio di Thors si fa forte dei valori del padre, un uomo onesto e leale fino alla fine, e decide di uccidere il suo nemico lealmente in un duello. Askeladd rimane ancora una volta sorpreso da quel piccolo ragazzino testardo; anche dopo la sua morte, la volontà di Thors vive in lui.
SOPRAVVIVERE
Dopo la sua devastante sconfitta, Thorfin si ritira nella foresta; non mangia da giorni, è stanco e debilitato, quindi la sua priorità deve essere procurarsi del cibo.
Wit Studio ci tiene a far notare la grande forza di volontà che possiede. In una situazione così disperata, solo in mezzo al nulla senza cibo né acqua, qualsiasi altro suo coetaneo sarebbe morto, ma lui stringe i denti e non si arrende. Thorfinn è dotato della medesima ostinazione del padre, talmente grande da consentirgli di fare l’impossibile.
Il piccolo abbandona la spada pesante e scomoda iniziare, invece, ad utilizzare una piccola daga che Thors gli aveva regalato poco prima di morire. Un arma decisamente più adatta a lui, con la quale riesce procurarsi un po’di cibo cacciando. Prima si accontentava degli avanzi trovati, di rosicchiare le ossa dalle carcasse degli animali o del raccogliere frutti decisamente poco gustosi, ma ora è in grado di catturare e uccidere piccoli animali di cui nutrirsi.
Dopo un costante allenamento, giorno dopo giorno, Thorfinn diventa sempre più pratico con quella piccola daga, che diventa la sua arma più efficace per sopravvivere. Molto interessante il fatto che essa lo accompagnerà anche una volta diventato adulto, come vediamo nell’opening.
Thorfinn sembra che prediligerà combattere brandendo lame corte, che all’occorrenza possono anche trasformarsi in pugnali da lancio per colpire nemici distanti.
UNA PROMESSA FRA GUERRIERI
Quando Thorfinn, ora rinvigorito e in piena forma, si presenta nuovamente al cospetto dei mercenari per sfidare il loro capo a duello, viene nuovamente accolto con riluttanza. Askeladd accetta con fare annoiato, ma questa volta nota dei miglioramenti nel piccolo moccioso che si ostina ad attaccarlo. Brandendo quella daga, Thorfinn si dimostra più abile e veloce, ma il suo esser un semplice bambino troppo debole lo porta nuovamente alla sua prevedibile sconfitta.
Finito nuovamente a terra, agonizzante, tenta il tutto per tutto, lanciando la daga contro l’avversario, ma anche questo disperato tentativo risulta vano. Possiamo notare chiaramente che Askeladd non è rimasto indifferente alla grinta del piccolo, e dopo avergli restituito l’arma lo invita diventare più forte, e solo allora potrà sfidarlo di nuovo. È una promessa fatta fra due guerrieri, gli dice, e Thorfinn vivrà attendendo con fervore il giorno i cui quella promessa si compirà.
ASKELADD
Vorrei soffermarmi un po’ su Askeladd, perché un personaggio molto più complesso di quel che pensavo; è difficile da inquadrare, dato che non sappiamo mai cosa pensi davvero. Più di una volta si è dimostrato comprensivo con Thorfinn e la sua situazione, pur non pentendosi un minimo di quello che ha fatto.
Inizialmente lo vediamo colpire senza pietà un bambino, per poi consigliarli di non permettere alla spada di trascinarlo, cosa che in seguito porterà Thorfinn ad abbandonare la spada passando al daga.
Sia lui che i suoi uomini non ci vengono presentati come personaggi del tutto negativi. Sono dei mercenari spietati, uccidono, saccheggiano e derubano senza farsi troppi problemi, eppure non uccidono Thorfinn, anzi gli danno dei consigli e in un’occasione gli offrono del cibo, per quanto scarso. Addirittura, in parte, sembrano divertiti da lui e la sua ostinazione; è quasi come se lo prendessero in simpatia.
NON ESISTE IL BIANCO E IL NERO
Permettetemi di dire quanto io adori questo tipo di caratterizzazione; non sopporto quando un’opera ci presenta dei villain eccessivamente stereotipati e cattivi fino al midollo senza un minimo di spessore. Vinland saga, infatti, vanta un antagonista molto sfaccettato e per nulla banale.
Sappiamo che Askeladd sa essere spietato e ingiusto, ma allo stesso tempo si dimostra anche, tutto sommato, comprensivo e saggio nei confronti del bambino a cui ha tolto il padre. Sembra fare quella promessa a Thorfinn per spronarlo ad andare avanti; gli suggerisce di crescere diventando sempre più forte, tanto forte da riuscire finalmente ad ucciderlo un giorno. Con questa promessa, gli ha dato un motivo per continuare a vivere, per non arrendersi.
La cosa curiosa è che sembra averlo fatto quasi per dovere, come se fosse moralmente costretto a dare un minimo di speranza a quel piccolo e testardo moccioso che qualche giorno prima ha giurato di ucciderlo.
FRUSTRAZIONE
Degna di nota è la capacita del regista di far provare sulla nostra pelle le stesse emozioni di Thorfinn. Io, che ho amato il personaggio di Thors, mi sento immedesimato nella rabbia del piccolo. E allo stesso tempo, sento come mia la frustrazione che deriva dalla sua impotenza; gli assassini del padre sono lì, a portata di mano, eppure lui non può fare nulla. È debole, non è altro che un bambino che nulla può contro degli adulti, quindi non ha altra scelta che rassegnarsi e rimandare la sua vendetta a quando avrà le capacità per ottenerla.
Lo spettatore, immedesimato in lui, si sente egli stesso impotente, desideroso di uccidere Askeladd senza, però, poter fare niente. Dovrà attendere molti anni, crescere e progredire prima di poter anche solo pensare di vincere.
CONCLUSIONE
Vinland saga mi piace di più ad ogni episodio. Si dimostra sempre di più un anime che vale la pena seguire fino in fondo.
Non conosco il manga originale di Makoto Yukimura, da cui è tratto, quindi non saprei dire se ciò che sto per affermare corrisponda al vero, ma credo che questa sarà una storia dove l’importanza assoluta l’avranno i personaggi.
I primi episodi, puramente introduttivi e dedicati solo alla loro caratterizzazione lo dimostrano. Vinland saga non vuole mascherarsi da serie epica e spettacolare piena di combattimenti (che comunque sono sicuro non mancheranno) ma punta a tutt’altro, secondo me.
Quest’anime sembra gridare in ogni singola scena quanto le emozioni dei personaggi e i loro percorsi avranno il ruolo rilevante nella narrazione.
Quest’opera avrebbe potuto percorrere la strada facile, mostrando episodi veloci, frenetici e pieni d’azione, che fanno la gioia dello spettatore medio, invece gli autori hanno avuto il coraggio di scommettere su elementi che molto più difficilmente fanno presa sul pubblico.
Inutile dire che, almeno con me, ci sono riusciti in pieno.
Al prossimo episodio!
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