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The Case Files of Lord El-Melloi II: Focus episodi 2-3

The Case Files of Lord El-Melloi II con il suo secondo e terzo episodio si dimostra ancora una volta capace di sapere stupire gli appassionati con episodi ricchi di suspense, interessanti e in grado di rispettare totalmente le aspettative.

L’episodio zero serviva a presentare allo spettatore l’ambientazione e i personaggi principali, mentre il primo aveva come finalità quella di farci toccare con mano il futuro di Waver immediatamente successivo alla fine della guerra e le motivazioni che lo hanno portato a comprare il titolo di El-Melloi. Era, insomma, uno squarcio su un Waver più giovane rispetto a quello che ci abitueremo a vedere in questa serie, necessario per mostrare come la figura di Iskandar e il suo ricordo lo abbiano influenzato. Non mi dilungherò troppo, potete leggere qui e qui le mie recensioni.

Gli episodi due e tre, scritti apposta e non tratti dalla novel come la saga del Rail Zeppelin, costituiscono un importante passaggio per aiutarci a capire l’andamento della serie.

The Case Files of Lord El-Melloi II è uno spin-off atipico di Fate, perché non parla della Guerra per il Santo Graal. È, anzi, un vero e proprio giallo, incentrato sui casi che Waver accetterà di volta in volta, per un motivo o per un altro. Tutto questo ci aiuta anche a comprendere diversi elementi del mondo magico trascurati in altre serie, e pone l’accento sulla società magica nella sua interezza.

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Detective Waver

Come ho detto, essendo la serie un giallo, Waver dovrà occuparsi di diversi casi, volontariamente o su richiesta della sorella in quanto Lord della Torre dell’Orologio.

Il primo è un caso di omicidio, il secondo una scomparsa, che in realtà diventerà una sorta di caccia a una “creatura” nei sotterranei del locale preferito di Waver.

Entrambi gli episodi sono molto interessanti e ci permettono di osservare un mago al lavoro al di fuori di un contesto di Guerra in cui l’unico obiettivo è uccidere un altro mago o sconfiggere dei Servant.

Il secondo ci mostra quanto per i maghi sia importante il rispetto delle loro tradizioni e del loro lignaggio, che li porta anche a respingere le novità della scienza. Il terzo episodio è più banale, almeno in apparenza: Waver decide di andare a dare una mano ai proprietari di un bar per evitarne la chiusura, e facendolo si imbatte in un mago che assorbe energia uccidendo le persone.

Ciò che emerge in queste puntate è il confronto tra la vecchia e la nuova generazione, tematica ricorrente fin qui, con la conseguente critica della prima e del suo modo di concepire la magia. Essere maghi non significa utilizzare le proprie capacità come si vuole per realizzare i propri scopi: bisogna essere discreti, occultare la magia e aiutare, laddove possibile, proprio come fa Waver.

“Cent’anni fa sarebbe stata una cosa di poco conto.”
“Cent’anni fa saresti stato un mago ordinario. È questo ciò che comporta l’epoca moderna. Noi della Norwich esistiamo per portare armonia tra le arti magiche e i tempi moderni.”

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La moralità della società magica e il sorpasso generazionale

Un punto fisso che in questi due episodi viene analizzato è la totale assenza di moralità dei maghi, sia nella generazione corrente che in quella passata. Anche se dovesse significare rischiare la loro stessa vita, cancellare tradizioni secolari o sacrificare centinaia di innocenti fuori dalla Guerra per il Santo Graal, ai maghi spesso non importa. Non si pongono il problema di giustificare le proprie azioni, di essere in pace con la loro coscienza, perché l’atto di uccidere non è concepito come un peccato, se finalizzato ad altro.

Se l’obiettivo non è l’omicidio in sé, ma il completamento di un processo più ampio – la ricerca della Radice o l’ottenimento dell’immortalità – allora qualsiasi cosa è lecita. Ciò è reso evidente sia nel primo caso, in cui Ernest Fargo sacrifica la propria vita, tentando anche di uccidere i propri discendenti per ottenere l’immortalità e, successivamente, riuscire a raggiungere la Radice, sia nel secondo, in cui si scopre che un mago nei sotterranei sta continuando a uccidere persone per mantenere se stesso e il proprio laboratorio per il medesimo scopo.

Questo, tra l’altro, mostra allo spettatore che la Radice non sia qualcosa che solo i maghi che partecipano alla Guerra desiderino raggiungere, ma sia importante per ogni famiglia di maghi da generazioni.

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Se da una parte ci sono i maghi “anziani”, legati alle tradizioni e alla ricerca della Radice, dall’altra tuttavia ci sono le nuove generazioni, e il senso del secondo episodio è proprio questo.

Nulla è eterno, non importa quanto si cerchi di ottenere l’immortalità o raggiungere qualcosa di imperituro: è un obiettivo che non si potrà mai realizzare. Al tentativo, da parte delle vecchie generazioni, di perseguire costantemente i soliti scopi, si sovrappone la volontà dei giovani, che invece sostengono la necessità di un cambiamento.

“Nulla è eterno e ogni cosa cambia. Le persone non fanno eccezione.”

Il fine giustifica i mezzi, dunque. Eppure Waver, proprio perché dotato di un senso etico, rifiuta questa concezione. Ha visto la sofferenza. Ha visto dei maghi morire in una Guerra che si è rivelata priva di senso, alla ricerca di qualcosa che non valeva il prezzo da pagare, ed è per questo che riesce ad affermare con assoluta certezza che non ne vale la pena.

Anche i suoi studenti non sono da meno, e riescono a dimostrare a tutti gli effetti di essere degli studenti di Lord El-Melloi II.

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Il distacco generazionale affrontato in questi episodi si ricollega a quello mostrato nei precedenti. Waver, infatti, si colloca su un gradino diverso rispetto agli altri Lord della Torre dell’Orologio. Non è certamente un conservatore, anzi cerca di proporre un modello di insegnamento alternativo.

L’insegnante non deve essere distaccato o freddo nei confronti dei suoi allievi, deve trasmettere il proprio sapere al meglio. Fare in modo che gli studenti possano ricevere il migliore insegnamento possibile non è un optional, ma un dovere. Trattarli come esseri umani ancora prima come come maghi non è indegno, ma è necessario perché possano imparare in un contesto in cui si trovano a loro agio.

“Sai, nessuno mi ha mai preso sul serio, che fosse a casa o alla Torre dell’Orologio. Il professore e i miei compagni di classe sono gli unici che mi hanno mai chiamato idiota e trattato come un umano.”
“Trattato come un umano…”
“Non vale soltanto per me, ma anche per le Chien e gli altri… Senza il professore, saremmo stati dei semplici falliti.”
“È vero, il maestro si prende sempre cura di tutti noi.”

Uno spin-off collocato in un vasto universo

Un altro dei grandi pregi di The Case Files of Lord El-Melloi II sono anche i suoi infiniti riferimenti a vari altri prodotti del Fateverse. Già il primo episodio era pieno di citazioni e fotogrammi ripresi da Fate/Zero, e il secondo episodio non è da meno.

La citazione più evidente in questo episodio è che la casata Fargo, che si rivolge a Waver per indagare sulla morte del capofamiglia, Lord Ernest Fargo, è definita da Reines “un ramo cadetto della casata Animusphere”. La famiglia Animusphere è una delle più importanti alla Torre dell’Orologio che si è stabilita a capo della facoltà di astronomia e dei corpi celesti grazie a Marisbury Animusphere.

I fan più attenti avranno subito ricollegato questo nome a Fate/Grand Order. Gli Animusphere sono infatti responsabili della creazione di Chaldea e del Rayshift, tecnologia che consente di vegliare sul futuro dell’umanità ed impedirne la distruzione.

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Un altro rimando è la presenza di Luvia Edelfelt, personaggio presente in Fate/Hollow Ataraxia, già intravista nell’episodio precedente, ma che qui si presenta apertamente come una nobile venuta dalla Finlandia appositamente per assistere alle lezioni di El-Melloi II.

Altro personaggio presente nel terzo episodio, stavolta noto anche ai fan delle sole trasposizioni animate delle opere del Fateverse, è Caules, tra i personaggi principali di Fate/Apocrypha. Proprio alla fine di questo, infatti, Caules si reca a studiare presso Lord El-Melloi II.

Anche se Apocrypha rimane uno spin-off ambientato in un universo alternativo in cui certi eventi differiscono, questo rimane comune tra il canone principale e quello secondario.

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Infine, sono frequenti le citazioni alla Guerra del Santo Graal, alla quale spesso si fa diretto riferimento. Alla fine del terzo episodio ci viene rivelato che i due partecipanti dell’Associazione dei maghi sono stati scelti, con grande sconforto di Waver, che desiderava potervi partecipare ancora una volta.

Conclusioni

The Case File of Lord El-Melloi II stupisce ancora una volta, rivelandosi una serie valida e uno spin-off fortemente collegato alle altre serie del brand.

Anche dal punto di vista tecnico, ne ho già parlato, TROYCA fa un ottimo lavoro, quasi paragonabile a quello Ufotable. Colori e atmosfere sono resi pienamente e la regia, nonostante sia piuttosto statica rispetto a quella che siamo abituati a vedere su Fate, è buona.

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L’opening è atipica, ma personalmente l’ho apprezzata sin dal primo episodio, assieme al resto delle OST della serie.

Se questi sono i primi episodi non vedo l’ora di vedere adattato – a breve, ormai – l’arco narrativo Rail Zeppelin.

 

 

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Daniela Reina

Daniela Reina

Nel tempo libero viaggia attraverso tempo, spazio e mondi di fantasia in compagnia di qualche buona lettura. Il suo manga preferito è Berserk, l'anime Neon Genesis Evangelion.

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