Essendo ormai giunti alla conclusione della seconda stagione di One Punch Man è arrivato il momento di tirare le somme. Del resto stiamo parlando di uno degli anime più popolari degli ultimi anni, e per questo si merita qualche attenzione in più rispetto al resto. Senza concentrarci troppo sui pareri personali, quindi, cerchiamo di esplorare un po’ più a fondo i fattori che hanno causato questo evidente declino della serie. Cercherò di non ripetermi troppo, quindi se volete approfondire potete andarvi a leggere i miei commenti qui si DrCommodore e questo articolo di approfondimento sul mio blog.
Prima di entrare nel merito togliamoci subito questo sassolino dalla scarpa. No, la causa di questo abbassamento qualitativo nelle animazioni non è il budget — o comunque non lo è direttamente. I soldi sono indubbiamente un fattore determinante capace di influenzare pesantemente una produzione animata, ma in questo caso essi non rappresentano un problema. Lo sapevate che i mezzi economici iniziali messi a disposizione dai comitati di produzione per entrambe le stagioni di One Punch Man sono simili? Bene, adesso lo sapete. Come ci spieghiamo, allora, la palese differenza sul piano tecnico? La risposta è che è necessario virare altrove la nostra attenzione. Virarla verso quei fattori come la bravura dello staff e la (ridicola) quantità di tempo che ha avuto a disposizione per lavorare.
E sono proprio questi i punti su cui dobbiamo concentrarci. Nell’ambito della discussione generale, One Punch Man 2 è stato ricevuto con un parere indiscutibilmente negativo. O meglio: è stato ricevuto con un iniziale delusione che col passare del tempo si è quasi trasformata in astio. Non è necessario essere degli esperti per notare un palese abbassamento qualitativo sul lato tecnico rispetto alla prima stagione, e ovviamente non c’è voluto molto prima che iniziassero a piovere critiche su critiche da parte degli spettatori. La serie è stata (giustamente) criticata, e il soggetto più comune di queste critiche ha finito con l’essere l’animazione. E guai a far notare che effettivamente di animazioni belle ce ne sono state! Perché poi la risposta era sempre la stessa: “si, ma non c’è paragone con la prima stagione.”
Per quanto sia vero che One Punch Man 2 è un cartone con dei problemi sul piano tecnico che minano indiscutibilmente la sua godibilità, va anche detto che questi non sono riassumibili in un semplice “le animazioni sono brutte” o comunque “deludenti”. La verità è che, nonostante le condizioni sfavorevoli, lo staff è riuscito a fornirci parecchie scene ben animate… e chi ha seguito i nostri commenti lo sa. Il problema è che non saltano alla vista, ed è qui che entra in gioco una forte confusione nel capire cosa sia cosa. L’immagine finale che vediamo sui nostri schermi non è prodotta soltanto dagli animatori, bensì è il frutto della collaborazione di vari dipartimenti il cui lavoro è altrettanto importante.
Lavoro che purtroppo in questo caso non ha fatto altro che indebolire quello degli animatori. E se è riuscito a far passare inosservate delle ottime animazioni come quelle dell’episodio 8, figuriamoci quanto può aver indebolito le parti animate discretamente. Vuoi per i suoni o per i discutibili effetti speciali, molte…troppe scene semplicemente perdono di impatto. E se anche il ghosting non sia stata una scelta dello staff, è innegabile che finisca col sciuparle parecchio. Però questo vuol dire che le animazioni sono brutte? No, vuol dire che non sono state accompagnate nel giusto modo. E per accorgercene basta notare come alcuni genga originali degli animatori siano più belli rispetto alla loro controparte “rifinita” e messa in onda.
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E ripeto: le animazioni buone sono effettivamente arrivate. Soltanto nei momenti importanti della storia, però sono arrivate. E questo è un problema? Assolutamente no.
In mancanza di tempo lo staff ha intelligentemente deciso di concentrare le proprie forze sugli eventi più rilevanti della storia, e non è certo la prima volta che ciò accade in un cartone animato. Anzi, potremmo anche arrivare a dire che, sempre parlando d’animazione pura, One Punch Man 2 ha avuto molti più momenti di gloria rispetto a quelli che potevamo aspettarci e rispetto a tante altre serie d’azione che vediamo in giro. Se quindi il problema non sta nella qualità delle animazioni in sé, allora forse sta nel paragone con quelle della prima stagione?
Una volta compreso che gli anime sono soltanto un grande spot pubblicitario non sarà difficile arrivare alla conclusione che la qualità tecnica non è un fattore che preoccupa eccessivamente i comitati di produzione. E, una volta entrati in quest’ottica, tutto inizia ad avere più senso. La verità è che nulla ci è dovuto; che non sta’ scritto da nessuna parte che la seconda stagione doveva rimanere al passo con la prima. Quelle sono pretese nostre, non di certo un’esigenza di mercato. Se proprio volessimo criticare le animazioni di questa seconda stagione allora dovremmo parlare di come queste, a differenza di quelle della prima, non riescano a supportare in modo efficace i toni umoristici del manga. Le animazioni della prima stagione erano giocose, divertenti da guardare e al contempo memorabili.
Però dovremmo chiederci se questo sia effettivamente un problema. Per lo spettatore lo è senza dubbio, però con che faccia possiamo chiedere allo staff di arrivare ad un certo livello quando semplicemente non ci sono i presupposti per farlo? Sotto delle migliori condizioni lavorative anche figure come l’ormai famoso Kenichiro Aoki e i ragazzi dello Studio LAN avrebbero potuto fare meglio, però quanto meglio?
One Punch Man 2 è una produzione morta sul nascere. Un progetto che è riuscito a darci qualche soddisfazione soltanto grazie al sacrificio e alla bravura di alcuni singoli individui. Di professionisti che, guidati dalla passione e lottando contro il tempo pur se sottopagati, ci hanno concesso picchi qualitativi come quelli dell’undicesimo episodio. Il problema della qualità tecnica di One Punch Man è dovuto ad una gestione poco responsabile sul piano produttivo (e ad altri fattori sul piano creativo) che hanno finito con l’incidere negativamente sull’output dello studio. Una gestione che ha affidato tanto materiale ad un numero esiguo di persone in pochissimo tempo. E questo non vale soltanto per gli animatori, ma anche per tutti gli altri dipartimenti. Insomma, viste le premesse ci saremmo potuti e dovuti aspettare anche di peggio.
Prendete ad esempio il lavoro ai suoni di Yoshizaku Iwanami, un vero e proprio veterano dell’industria che nella sua carriera ha lavorato come sound director ad opere famosissime come i vari Ghost in the Shell, Konosuba e SAO. Se un veterano come lui se n’è uscito con un risultato del genere figuriamoci cosa hanno dovuto passare figure meno esperte. E tra queste troviamo Chikara Sakurai, il regista. Il suo è stato sicuramente il lavoro più difficile da mandare giù. Senza dubbio vedere una serie ricca d’azione non riuscire a mostrare al meglio le proprie animazioni è davvero tragico, ma quanti altri anime in una situazione simile ci sorbiamo ogni stagione? La verità è che una buona regia può sopperire a delle “brutte animazioni”, però in questo caso anche la regia lascia a desiderare.
Durante i vari commenti mi sono sempre lamentato di alcuni problemi che affliggevano la serie da questo punto di vista. La realtà, però, è che stavo semplicemente girando attorno al vero problema. Il punto è che quella di Chikara Sakurai è una regia senza personalità. Un adattamento che non aggiunge nulla ma che anzi riesce a privare la storia della sua anima. Ed è proprio questo il più grande peccato dell’adattamento di JC Staff, non le “brutte animazioni”. One Punch Man 2 non è certo il primo anime ricco d’azione a sfoggiare ottime animazioni soltanto nei momenti critici della storia, del resto. Però quando ai problemi che le rovinano aggiungiamo l’assenza di un’idea registica chiara… ecco che tutto inizia a crollare.
Attenzione però a non fraintendere. Il discorso non è che adesso dovremmo spostare le nostre pesanti critiche dagli animatori al regista. Tutti hanno lavorato sotto le stesse condizioni e tutti sono stati incapaci di esprimersi al meglio. Allo stesso tempo il fatto che Chikara Sakurai fosse alle prime armi nel ruolo non è necessariamente sinonimo di un risultato del genere. Per definire la sua abilità come regista sarà necessario vederlo lavorare a progetti più sani, solo allora sarà possibile giudicare. Questo vuol dire che allora non possiamo lamentarci? Certo che possiamo farlo. Ma con un minimo di considerazione in più che spero aver trasmesso con questo articolo. In fondo, in quanto fan, siamo tutti più che dispiaciuti di questo risultato.
Un risultato finale che, purtroppo, non possiamo che definire scadente. Che non riesce a riproporre l’atmosfera del materiale originale; che fallisce nel lasciare il segno. Un cartone che non fa né ridere né piangere, che passa completamente inosservato. Proprio come, purtroppo, è passato inosservato nel cuore di noi appassionati.
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