Spider-Man, l’eredità supereroistica di Stan Lee e Steve Ditko
Correva l’anno 1984 e sul numero #248 di Spider-Man veniva pubblicata una delle storie più toccanti che siano mai state dedicate all’Arrampicamuri. “Il bambino che collezionava l’Uomo Ragno”, di Roger Stern e Ron Frenz, riuscì a conquistare i lettori con una storia adulta e che rappresentava perfettamente la triste situazione di molti bambini del mondo. In quel numero, il nostro Spider-Man faceva visita ad un bambino che si definiva il più grande fan dell’Uomo Ragno. Un sogno che per il piccolo fan diventa realtà, a poche settimane dalla sua dipartita. Questo perché, il nostro Peter Parker, scopriremo essersi recato non nella stanzetta di un bambino qualunque, bensì nella camera del reparto oncologia di un ospedale.
Questa storia incarna perfettamente lo spirito dell’eroe creato da Stan Lee e Steve Ditko, ma soprattutto mostra il cuore puro di un piccolo fan che ha creduto sempre nel suo eroe. Il 10 luglio scorso, è arrivato nelle sale il nuovo cinecomic dedicato al “Bimbo Ragno”, Far From Home. Il film, conclusivo della terza fase del Marvel Cinematic Univers, ha conquistato critica e pubblico. E noi, ne abbiamo già parlato approfonditamente nella nostra recensione. Di cosa parleremo oggi? Questa non è altro che una lettera a cuore aperto da un “ragazzo che collezionava l’Uomo Ragno” e che vuole omaggiare la creatura più famosa dei fumetti Marvel. Proprio come quel bambino dal cuore puro si è rivolto al giornale locale per un appello al suo eroe preferito.
La storia cinematografica dell’Arrampicamuri ha delle origini famosissime, Sam Raimi ha portato sul grande schermo delle pellicole iconiche e che hanno conquistato il cuore di tutti i fan del mondo. Da sempre i primi due film di Raimi sono considerati i migliori dedicati a Peter Parker. Eppure con l’avvento di questo ultimo capitolo, qualcosa è cambiato. Far From Home, agli occhi di un semplice fan amante delle storie del Ragno, riesce a conquistare come mai prima d’ora. Far From Home è la consacrazione di un eroe, la perfetta rappresentazione dello Spider-Man fumettistico e delle sue caratteristiche più pure. Quando nacque, l’Uomo Ragno rappresentò la rottura col fumetto supereroistico classico, presentando un “Supereroe con superproblemi”.
Mai prima di allora si era visto come protagonista un adolescente come molti, perennemente perseguitato dai bulletti del suo liceo, con problemi d’amore e tormentato dai fantasmi del passato. Il ragazzo si troverà a vestire i panni di un eroe pronto a difendere il suo quartiere e non solo. Peter Parker è un ragazzo che si trova investito tutto d’un colpo dalle responsabilità di avere quei poteri e di agire sempre nel nome della giustizia e del bene comune, costi quel che costi. E in questo Far From Home rappresenta la massima espressione di questo spirito. Il Peter Parker di Tom Holland è uno studente qualunque che vorrebbe solo godersi la tanto agognata gita con i suoi compagni e confessare il suo amore per la ragazza che tanto ama, la nostra MJ interpretata da Zendaya.
Eppure, tutti i piani del nostro Peter verranno rovinati dal pericolo che incombe su tutta l’europa e da una nuova figura. Stiamo parlando del nostro Quentin Beck, Mysterio, interpretato da Jake Gyllenhaal. Proprio questa figura viene estremamente esaltata da una perfetta trasposizione dell’illusionista fumettistico di cui abbiamo parlato in un nostro approfondimento che potrete trovare a questo link. Peter Parker si troverà a portare il macigno di dover essere “Il prossimo Iron Man”, dicitura che al nostro Spidey sta stretta. Per lunga parte del film, il nostro Peter non si sentirà mai all’altezza dei compiti che gli vengono assegnati. Questo lo porta ad evitare le responsabilità per godersi la vita da “adolescente comune”. Il modo di comportarsi del nostro Parker rompe completamente gli stereotipi sulle figure supereroistiche cinematografiche.
Il rifiuto di ciò che si è, in favore di una vita comune e usuale impreziosiscono la pellicola di una caratterizzazione sublime. Eppure, una clamorosa caduta lo porterà a toccare il fondo di un abisso apparentemente senza fine. Questa potrebbe essere interpretata come una rivisitazione della leggendaria storia del volume #50 di The Amazing Spider-Man. Nello storico numero intitolato “Spider-Man No More”, Peter Parker ripudia la sua vita da eroe, con la storica vignetta in cui getta il suo costume da Tessiragnatele. Ma come ogni eroe che si rispetti, la risalita e il raggiungimento verso la consacrazione come un Vendicatore di spessore, sarà più epica che mai. Per tutta la durata del film, le citazioni fumettistiche e quelle cinematografiche si sprecano.
Ciò può essere notato anche nella cura per i costumi che si troverà ad indossare il nostro giovane eroe. Molte di esse infatti richiamano fortemente alcune copertine storiche più o meno recenti dello Spider-Verso fumettistico. Infatti, proprio il costume nero e rosso richiama fortemente Superior Spider-Man, ma la citazione che più rende orgogliosi i fan è sicuramente quella al design originale di Steve Ditko con la tuta alare del Tessiragnatela.
Insomma, questa è la vera e propria redenzione dell’eroe, il suo raggiungimento verso uno stato più maturo del suo essere. Una presa di coscienza da parte del Bimbo – adesso Uomo – Ragno.
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