In questi giorni è stato presentato Flyeye, il super telescopio europeo Made in Italy che potrebbe avvertirci in caso di impatto imminente di asteroidi sulla superficie terrestre. “Occhio di mosca”, così è anche chiamato Flyeye, è davvero un occhio simile a quello degli insetti grazie alle sue 16 telecamere. Ma non sarà l’unico al mondo.
Flyeye, un primato italiano da imitare
Flyeye è stato finanziato con 20 milioni di euro totali, 7 dei quali vengono direttamente dall’Italia, ed è un progetto italo-europeo guidato dall’azienda OHB Italia di Turate, vicino a Como. Il nuovo telescopio sarà installato entro il 2020-2021 in Sicilia, in cima al Monte Mufara, dove già si trova un sito di costruzione.
Il telescopio pesa 24 tonnellate, è alto sei metri e mezzo e largo quattro; un primato tecnologico 100% italiano presentato ufficialmente dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). Esso permetterà di scoprire asteroidi fino a 40 metri di diametro con un anticipo di almeno tre settimane rispetto al possibile impatto con la Terra.
Il progetto è talmente ammirato che si parla già di un secondo telescopio identico in Cile, e in altri tre punti nel Mondo ancora da definire. In questo modo si verrebbe a creare una rete di telescopi in comunicazione tra loro, per ammirare e analizzare interamente lo spazio.
Cosa ne pensano gli esperti?
“Al momento conosciamo circa il 90% degli asteroidi più grandi di un chilometro, ovvero quelli che in caso di impatto potrebbero scatenare conseguenze sull’intero pianeta. Il vero problema sono gli asteroidi più piccoli, che riflettono meno la luce risultando meno visibili. Si stima che siano decine di milioni, e ne conosciamo meno del 30%. Grazie ai nuovi telescopi, cercheremo di ampliare il catalogo includendo anche quei corpi celesti dai 30 metri di diametro in su.”
Questa la dichiarazione di Ian Carnelli, Responsabile del Programma Studi Generali dell’ESA, che sottolinea l’importanza di Flyeye per lo studio di quei bolidi che spesso attraversano il cielo e, se cadono sulla superficie terrestre, causano esplosioni estremamente pericolose, come nei casi di Tunguska e Cheliabinsk.
Secondo Ettore Perozzi, membro dell’Ufficio di Sorveglianza Spaziale dell’ASI, Flyeye è l’ennesima conferma dell’interesse italiano nei confronti dello studio degli asteroidi e non solo. Le potenzialità del nuovo telescopio, infatti, permetterebbero di ottenere un flusso dati tale da studiare altri elementi come la variazione di luminosità delle stelle con estrema precisione. Uno strumento dunque molto promettente, invidiato dal resto del mondo.
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