Sean Murray, papà del controverso No Man’s Sky, offre dei consigli a Bethesda e Bioware per il recupero dei titoli dal lancio problematico
“I fatti dicono più delle parole“, un mantra che Sean Murray di Hello Games ha memorizzato a proprie spese. Il lancio di No Man’s Sky, datato 2016, è stato indubbiamente tra i più problematici e, oltre i limiti oggettivi del titolo, ciò che ha ferito l’utenza è stata la sequela infinita di proclami – al limite della pubblicità ingannevole – che lo stesso Murray ha portato avanti; incurante delle conseguenze, con un sorriso innocente stampato in faccia, e fino al giorno della release.
A seguito di una serie di aggiornamenti culminati con NEXT, Murray è riuscito a tenere fede a gran parte delle promesse fatte su No Man’s Sky, seppur a due anni di distanza – maggio 2018 – dalla data di rilascio.
Intervenuto ad una conferenza degli sviluppatori tenutasi a Brighton, il capo di Hello Games, forte dell’esperienza maturata, ha voluto dare qualche consiglio a Bethesda e Bioware per il recupero dei propri titoli dal lancio problematico: Fallout 76 ed Anthem. Di seguito le sue parole:
“Siamo stati due anni senza rilasciare comunicati stampa, e circa tre mesi senza dire nulla pure alla community; è stata molto dura. Mi sono messo tante volte a a scrivere il blog post perfetto per spiegare tutto sullo sviluppo del gioco (No Man’s Sky n.d.r.) e sulla road-map che ci attendeva; ma mi accorgevo che non fosse credibile, rispetto allo stato in cui eravamo”
“Ci sono stati tanti titoli con un lancio polarizzante, con questo mix di tanta gente che ci gioca e numerosi problemi. Penso ad EA, Microsoft o Bethesda che cercano di placare il pubblico attraverso la comunicazione, ma che sia giusto o sbagliato, non credo funzioni.“
L’appello ai colleghi sembra piuttosto chiaro: inutile fare grandi proclami se lo stato attuale del titolo non rende credibili le tue affermazioni. Prima si agisce, poi si dichiara: Sean Murray lo sa bene, l’ha imparato sulla propria pelle.
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Fonte: GamesRadar