La nostra intervista a Falconero, uno dei content creator emergenti più in vista di YouTube Italia
Davide Persiani è un trentunenne romano che ha iniziato a scrivere di videogiochi a 17 anni. Passa 10 anni nel settore della stampa videoludica come editor e traduttore, per poi mettersi in proprio dal 2014 con l’apertura di un canale YouTube. Dopo anni di sacrifici, gameplays e approfondimenti legati a titoli sia di nicchia che a grandi produzioni, oggi il canale Falconero vanta quasi 100.000 iscritti. La sua serie di punta è legata al titolo calcistico FIFA, parte di un palinsesto di pubblicazione che conta una ventina video settimanali. Nell’ottica di congratularci con lui per i traguardi raggiunti e conoscere meglio questo professionista dell’intrattenimento videoludico, abbiamo deciso di contattarlo telefonicamente per un’intervista; l’obiettivo della stessa è quello di riportare un modello di business di successo, senza pregiudicare per questo la propria intergrità morale o la propria etica del lavoro. Ecco quindi, il risultato della nostra interessante chiacchierata con Falconero:
Ciao Davide, bentrovato. Sciogliamo subito un dubbio: Non fai mistero della tua passione per il calcio, in particolare di quella che ti lega alla Lazio. Qualcuno potrebbe fare strane associazioni tra il tuo nickname e l’aquila, simbolo dei biancocelesti; in realtà il nome col quale sei conosciuto sul web ha tutt’altre origini…
Sì, il mio Nick è originario del mondo di Berserk. Da amante viscerale di quella che è una delle serie più iconiche della mia infanzia, ho cercato di ispirarmi alla figura di Gatsu ed al falco bianco suo diretto avversario. Mi piaceva l’idea di qualcosa che richiamasse un personaggio a cui mi ispiro, in termini di resistenza psicologica e resilienza.
Bene, contando il fatto che su DrCommodore.it ci seguano tanti estimatori di Anime&Manga, sei un profondo amante della categoria o l’opera di Kentaro Miura rappresenta un unicum?
Beh, sì e parecchio, ma non di opere troppo recenti o di nicchia; Nel senso, io sono cresciuto con Berserk, Dragon Ball ed i Cavalieri dello Zodiaco…
Come tutti noi, del resto…
Sì, esatto. Quindi… I Cinque Samurai, l’Uomo Tigre; tutto quel mondo a cavallo tra gli anni ’80 e la fine dei ’90 – Evangelion a parte che ho recuperato in ritardo – l’ho seguito con costanza, puntata dopo puntata. Di quel periodo lì, nominamene uno e probabilmente ci ho passato sopra le notti! Tutto ciò che è venuto dopo, invece, l’ho seguito con un pochino di difficoltà…
Guarda, con Neon Genesis Evangelion mi fai l’assist per una domanda scontata, di questi tempi: qual è il tuo parere sull’adattamento Netflix – ormai rimosso – ad opera di Gualtiero Cannarsi? Ognuno ha detto la propria su YouTube Italia; è stata una scelta precisa quella di non parlarne in un video dedicato?
(ridiamo insieme) Sì, è stata una scelta precisa. Assolutamente. Perchè penso si sia detto tutto e il contrario di tutto: non mi andava di aggiungere un’ulteriore voce a una situazione che richiederebbe il proverbiale “che ne propongo?” Sono dell’idea che un’opera così, per quanto controversa e secondo alcuni sopravvalutata, è pur sempre un capolavoro del nostro tempo. Avrebbe meritato maggior rispetto, specialmente da parte di qualcuno che già aveva avuto modo di averci a che fare! Anche il concetto de “lo reinterpreto perchè ho capito certe cose”, secondo me non sta in piedi. Sarebbe come se un pittore andasse a rivedere la sua opera dopo dieci anni perchè un dettaglio non gli piace più. Ormai il mondo l’ha ricevuta così in regalo e così deve rimanere!
Mi sembra una bellissima metafora, molto calzante!
…Io non ho avuto nemmeno il coraggio di rivederlo per intero. Ho visto un paio di puntate, sono morto dentro e l’ho mollata lì.
Capisco. l’impostazione di questa chiacchierata si è spostata su temi altri rispetto al gaming, il focus del tuo canale…
Certo, ma è un mondo (quello di anime&manga n.d.r.) che apprezzo parecchio ed ho piacere, ogni tanto, a parlare di cose diverse.
In realtà, devo confessarti che l’ispirazione viene proprio dalla tua produzione video: sul canale principale hai parlato di molti temi che ti hanno toccato da vicino, come la dipendenza dal fumo, la depressione e l’ansia. Hai un secondo canale, “La Casa dei Falchi“, dove parli di partite, serie Tv e fenomeni di costume. Da cosa nasce questa esigenza espressiva che va oltre il semplice ambito videoludico?
Guarda, è un desiderio cresciuto di pari passo all’aumentare della community. Man mano che cresceva la realtà lavorativa e la splendida famiglia che si è creata attorno al progetto, è cresciuta in me la voglia di “fare qualcosa per chi mi dedicava il proprio tempo”. Credo che sia importante, specialmente in un periodo storico come quello attuale in cui il content creator rappresenta una fonte d’ispirazione per chi lo segue, il fatto di assumersi delle responsabilità.
Non si può godere della visibilità senza tenere conto dell’effetto che fai su chi ti guarda; per cui, per me, era ed è importante dare a chi mi segue degli spunti di riflessione che vadano al di là del semplice videogioco. Avendo avuto la fortuna/sfortuna di vivere un sacco di parentesi differenti nella vita che mi hanno portato ad essere ciò che sono, penso che il fatto di raccontarmi possa essere utile a qualcuno per farsi qualche domanda sulla propria vita e, magari, migliorarsi; quella è la speranza!
Mi pare evocativo il passaggio in cui consideri la tua community “una splendida famiglia”. Sulla piattaforma in tanti erigono muri tra utenza “pagante” e utenza da mere visualizzazioni. Tu, invece, sottolinei sempre l’importanza dell’esserci, al di là delle modalità con cui la gente sostiene il tuo canale.
Sì, perchè io mi reputo un fortunato tra quelli che si trovano su YouTube in questo periodo: ho ricevuto più dalla mia community di quanto abbia ricevuto da gran parte della mia famiglia e da gran parte di sedicenti amici. L’affetto, il supporto e la costanza nello starmi vicino che c’è stata nella community non l’ho avuta in nessun momento della mia vita, da nessuno. Questa cosa mi ha dato tanto e mi porta, giocoforza, a voler dare qualcosa in cambio: io sono stato letteralmente risollevato sia da un punto di vista umano che professionale, grazie a questa attività. Ho solo da rendere, ecco.
Si tratta di un altro bellissimo concetto, ma questa tua genuinità ti ha portato anche grattacapi: penso ai feedback negativi legati ai video su Fallout 76 ed Anthem. Come reagisce la persona Davide, più che la figura pubblica di Falconero a tutto questo?
Io ho avuto la fortuna di incontrare persone capaci di guardare oltre. Non tutti, ma la maggior parte della community è composta da persone che sanno chi sono e da dove vengo professionalmente, quindi, sanno che non ho secondi fini. Se li avessi avuti, magari sarei altrove in questo momento (ride). Ormai si tende a comprendere che quando parlo lo faccio nell’interesse di chi mi segue. C’è la favola del “parlar male crea views e conviene”. No. Il parlar male è spesso fonte di enormi problemi nell’industria videoludica moderna: quando si decide di farlo, lo si fa consapevoli delle conseguenze, spesso veramente pesanti.
Quando tutto ciò non viene compreso, mi dispiace che non arrivi il fine di ciò che io faccio, cioè “essere utile a chi mi segue”. Ho sempre interpretato quest’attività come uno spunto per gli altri su come spendere meglio i propri soldi, non fare il ‘bastian contrario’ per darmi un tono; Se questo non succede, ci rimango male per tutta la fatica che ho fatto. Mi rendo conto, però, che sia inevitabile: purtroppo ci sono tanti esempi che sono esattamente così.
Si ha la sciocca convinzione che ci sia sempre una Software House pronta a pagare l’influencer di turno per parlare bene di un proprio prodotto o male della concorrenza.
La cosa paradossale è che citando Bethesda, visto che hai nominato Fallout, io collaboro abitualmente con l’azienda che si occupa delle loro pubbliche relazioni per l’Italia. Nonostante io abbia massacrato Fallout 76 all’epoca (e lo rimassacrerei – se fosse uscito oggi nello stato di allora n.d.r.-), non mi è stato mai posto un problema, anzi, essendo consapevoli della mia professionalità hanno rispettato serenamente il mio punto di vista. A patto che le idee vengano espresse argomentando, penso che ognuno debba essere libero di dire ciò che pensa, sempre rispettando l’opera e chi l’ha creata.
Cambiamo versante, ma rimaniamo sul personale: quanto è stata importate la tua compagna di vita e di video Elisa nella persona che sei oggi? Quali sono le vostre metodologie di lavoro nella produzione delle pubblicazioni del canale?
Posso dire, senza paura d’essere smentito, che non sarebbe stato possibile nulla senza di lei. I sacrifici che abbiamo dovuto fare in questi anni sono stati enormi e credo che pochissime persone avrebbero accettato questo stile di vita, forse nessuno. Noi abbiamo rinunciato a tutto, pur di perseguire un’idea, attraverso mille difficoltà e restando sempre uniti e compatti per un obiettivo finale; non è stato ancora raggiunto, ma finalmente si intravede. Senza di lei non sarebbe stato possibile nulla perchè non avrei avuto le motivazioni per fare quello che ho fatto, come l’ho fatto. Per quanto riguarda il “come”, lei è un po’ la mente creativa dietro al progetto. Io ne sono il mero esecutore…
Sei un manovale, dunque…
Esatto, (ride) io faccio il manovale, mentre lei studia la situazione, scova argomenti interessanti da poter trattare, mi dà spunti per realizzare dei video; insomma c’è molta sinergia e questo mi ha permesso di concentrarmi sulla sola attività esecutiva che è preponderante nelle mie giornate: si tratta di 12 ore abbondanti al giorno a programmare, realizzare, montare ecc. Se non fossimo in due sarebbe veramente complicato!
Riprendo ancora un passaggio dalle tue parole: “pochissime persone avrebbero accettato questo stile di vita.”Alla luce di questa considerazione, consiglieresti di iniziare un’attività lavorativa su di una piattaforma come YouTube?
Diciamo che, e penso valga per ogni attività professionale, io consiglierei di essere determinati e pronti a superare quelle difficoltà che sono inevitabili in realtà del genere; nel senso, YouTube è un ambiente molto ostile, in cui le amicizie, tranne rarissimi casi, non esistono. Mi tocca tornare a un parallelismo con Berserk e alla famosa “scalata dei cadaveri” ecco, in Italia si percepisce molto questa cosa quì. Si è da soli, spesso osteggiati, a fare i conti con tantissime persone che non hanno la minima remora nel sacrificare se stessi e la propria immagine, pur di arrivare.
Passiamo alle aspettative sul futuro del gaming. Le hardware houses stanno perseguendo strategie diverse: le esclusive, i servizi, lo streaming; quale pensi che la spunterà?
Ti dirò, penso che il futuro sia un insieme di queste cose. Per come la vedo io, quest’anno e con il recente E3, la console war è ufficialmente morta. Non ha più ragion d’essere. Ognuno sta prendendo strade diverse rispetto alla concorrenza, cercando di specializzarsi in qualcosa. Questo fa solo bene al videogiocatore medio. Microsoft ha dimostrato di poter costruire qualcosa sui servizi; Sony continua a seguire fedelmente la propria filosofia che continua a pagare; e Google sta cercando di inserirsi in un settore già saturo, ma in maniera potenzialmente interessante.
Parlando di Stadia, eri moderatamente entusiasta rispetto alla proposta di Google all’indomani della GDC 2019. Hai cambiato parere dopo i recenti sviluppi e le anteprime non troppo incoraggianti?
No, continuo ad essere abbastanza ottimista. Sicuramente Google non ha il “know-how” di altre aziende del settore, però ha le risorse per porre rimedio a qualsiasi problema. Ha a disposizione il proverbiale “fondo perduto” e questo è un aspetto da non sottovalutare. Non parliamo di un’azienda di medie dimensioni dove un eventuale fallimento comporta la chiusura: si tratta di un colosso che comunque ha le infrastrutture per fare quello che ha promesso. Certo, magari ci vorrà un anno o due per arrivare ai risultati sperati. Non mi aspetto un Google Stadia superlativo al Day 1, però confido che si possa arrivare a livelli interessanti.
Dopo questa analisi sul futuro del medium, non posso che chiederti del tuo futuro professionale: ora che sei alla soglia dei 100.000 iscritti cambierà qualcosa? Hai particolari progetti in serbo per la tua community?
Beh, per come la vedo io, si inizierà a fare sul serio e mi sentirò all’inizio del mio percorso arrivato a 100.000. Adesso è tutto riscaldamento! Potrò definirmi veramente attivo e con un futuro solo dopo. Ho tante, tante cose in testa. Con Elisa abbiamo pianificato molti contenuti, da realizzare pian piano dopo aver raggiunto i 100.000 iscritti.
Qualche piccola anticipazione?
Insisto sempre sullo stesso punto: l’obiettivo è fare qualcosa che non è mai stato fatto, ovvero insegnare alle persone a fare questo lavoro, nel modo in cui va fatto. Spero soprattutto che si possa rappresentare un punto di riferimento per chi vorrà iniziare a svolgere questo tipo di mestiere, ecco.
Proprio in quest’ottica il tuo contributo risulta così importante. Noi di DrCommodore.it ti ringraziamo per la tua schiettezza, disponibilità ed ovviamente per il tempo che ci hai dedicato. Ti auguriamo il miglior proseguimento di carriera possibile, perchè crediamo che Falconero sia un modello positivo per la community di YouTube Italia!
Grazie a voi ragazzi, veramente. Si è trattata di una chiacchierata molto piacevole, un saluto!
Ecco il link al canale principale di Falconero.
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