Si vis pacem…
John Wick: Parabellum, terzo capitolo del franchise action nato nel 2014 e ormai famoso in tutto il mondo, è in uscita nelle sale il 16 Maggio.
Samuele Malloci e Lorenzo Marcoaldi sono stati per noi alle anteprime a Milano e Roma. Da una parte abbiamo un fan in hype puro per l’uscita di questo film, dall’altra qualcuno che vi si è avvicinato poco prima dell’uscita di questo capitolo. Cosa avranno da dirci in merito?
La recensione di Samuele
Matrix mi fece innamorare del cinema. Questa affermazione può apparirvi strana visto l’argomento che tratterò in questo articolo ma mi serve per darvi un quadro generale dei miei sentimenti verso la saga di John Wick. Difatti un’altra cosa che fece Matrix fu farmi innamorare di Keanu Reeves e quando, ormai nel lontano 2014 uscì nelle sale il primo capitolo di questo nuovo franchise, con un attore che tanto stimavo come protagonista, mi fu impossibile non precipitarmi a vederlo.
Fu amore a prima vista: rozzo, violento, con una trama semplice ma ben scritta, girato in modo magistrale da due registi che già all’epoca pensai avrebbero fatto strada.
Poi arrivò il secondo capitolo, alla regia ora rimaneva solo uno dei due registi, il tasso di violenza era più elevato, la storia ampliava ulteriormente il folle background del primo capitolo, la fotografia si faceva più patinata e la regia più pulita, chiaramente più matura.
2019, nelle sale esce il terzo capitolo della saga, mi reco all’anteprima stampa pieno di aspettative e, ovviamente, qualche timore. Entro in sala. Dopo due ore esco col sorriso sulle labbra. Ciò che ho visto non è un bel film, un buon sequel, anzi, è il sequel perfetto, un film destinato a diventare cult, uno dei migliori action movie degli ultimi anni se non della storia.
Rendere elegante l’ultraviolenza
Che Chad Stahelski sia maturato artisticamente in questi anni è innegabile (come lo è per il suo collega e amico, co-creatore della saga, David Leicht, qui nei panni di produttore esecutivo), ma con questo film questo ex stunt man e marzialista ora regista ha raggiunto un ulteriore step evolutivo.
Spesso quando si parla di action movie si tende a sottovalutarli, considerandoli solo film di puro intrattenimento che non richiedono troppo sforzo e quindi meri prodotti commerciali senza arte né parte. Alcune volte è così, innegabile, esistono tonnellate di pellicole dove il tutto si regge solo sulla figura del protagonista (spesso con un volto noto) supportata da una regia da mestierante ed una sceneggiatura misera. Con John Wick è l’esatto contrario.
Certo, il protagonista, Baba Yaga, l’uomo nero che viene mandato a cacciare l’uomo nero, è un personaggio magnifico, potente e carismatico (ne parleremo dopo), ma il film non si basa per niente solo sulla sua presenza scenica, anzi, in questo capitolo spesso vediamo ricche sequenze in cui lui è solo marginale o assente, e come fare a rendere interessanti sequenze simili? Con una perfetta unione di regia, fotografia e coreografia.
Una sanguinolenta opera d’arte
Se già nel secondo capitolo la fotografia si era fatta meno sporca qui diventa ulteriormente patinata, pulita, con un forte contrasto tra luci al neon e sfondi neri, stanze buie e cieli notturni. Di conseguenza la regia si adatta ulteriormente a questo stile di immagine, la camera a mano del primo capitolo qui ormai è un lontano ricordo, la amai all’epoca ma con uno stile simile nella fotografia avrebbe cozzato, creando una cacofonia visiva. La regia invece qui risulta pulita, ferma, con lunghe inquadrature e piani sequenza, ogni immagine è studiata, ogni orpello perfettamente realizzato, una melodia orchestrale scandita da spari, pugni e sangue.
Le coreografie meritano una menziona a parte, allucinanti nella loro complessità, portano a schermo decine di personaggi (e non solo umani, ma anche animali, non aggiungo altro) che vengono a lungo inquadrati (evitando i fastidiosi stacchi continui spesso usati in questa tipologia di film) risultando perfettamente realistiche e leggibili nonostante la complessità della messa in scena.
La pellicola, insomma, è un lungo insieme di immagini che prese singolarmente potrebbero essere incorniciate e non sfigurare accanto a dipinti storici di battaglie. Un autentico eye pleasure.
Un mondo di killer
Ogni singolo attore, da Keanu Reeves a Halle Berry, Passando per Lawrence Fishbourne ed Ian McShane, regala un’interpretazione perfetta, siano essi personaggi importanti o semplici comparsate da una manciata di minuti mostrano tutti un grande impegno, con risultati ottimi.
Le splendide performance attoriali ed il solido lato tecnico si uniscono con una sceneggiatura perfetta per il genere di film, semplice ma interessante. Vengono approfonditi ed ampliati molti aspetti del mondo in cui i personaggi si muovono, con le sue folli ma ferree regole, e viene dato spazio anche ad un ulteriore approfondimento del protagonista, gettando luce sul suo passato e le sue motivazioni.
La psicologia dei personaggi è, inoltre, scritta in modo realistico e certosino, regalandoci una serie di figure a 360 gradi quando necessario, meno profonde ma allo stesso tempo comprensibili e umanamente realistiche nel resto dei casi.
Non mi soffermerò oltre su questi argomenti perché il rischio di spoiler è alto, ma sappiate che se il lato tecnico è magistrale, il resto non è da meno.
Concludendo
Non penso sia necessario dire quanto mi sia piaciuto questo film né che vi consiglio con tutto il cuore la visione, penso si sia capito. Quindi non mi resta che accomiatarmi.
Guardate questo film con mente aperta ed occhio attento, osservatelo, capitelo, godetevelo e amatelo, ma, sopratutto, non infrangete mai le regole del Continental.
VOTO:9.5
La recensione di Lorenzo
Tante promesse insieme ad una campagna promozionale massiccia, dopo aver fatto una capatina in Italia john wick è tornato, ed è più incazzato che mai.
Era il 2014 quando nei cinema approdava il primo capitolo di John Wick. Diretto da David Leitch e Chad Stahelski, il mondo dell’intrattenimento aveva letteralmente gli occhi puntati su quelle che sarebbero diventate le più grandi promesse del cinema action contemporaneo. Mentre Leitch è successivamente passato da Atomica Bionda a Deadpool 2, Stahelski é sempre rimasto ben ancorato alla saga di quello che è ormai riconosciuto come l’uomo più letale della storia del cinema.
Il confronto era ovviamente inevitabile, oggi forse abbiamo finalmente avuto la conferma su chi sia il più talentuoso fra i due.
Follia e potenza visiva
Si riprende esattamente da dove eravamo stati lasciati col precedente capitolo: la scomunica e l’imminente disfatta. Sin dai primi secondi quella che si respira è un aria di sconfitta che vede come unico scopo quello di riorganizzarsi e restare in vita. John Wick 3 non le manda a dire di certo, basterà poco per venire sopraffatti da un’ondata d’azione senza freni e senza precedenti.
Esagerazione è la parola d’ordine: John Wick 3 Parabellum prende tutte le caratteristiche che hanno reso famosa la saga portandole agli estremi.
Dimenticatevi una sceneggiatura o la più macchinosa delle trame, ogni singolo snodo narrativo qui diviene un pretesto per scagliare sul protagonista l’ennesima ondata di criminali da sterminare. Più folle che mai, ancora una volta John si servirà delle situazioni più bizzarre per annientare i propri nemici, sfiorando a volte persino un delizioso retrogusto dal sapore decisamente grottesco. Più della trama, qui il genio sta proprio nei modi in cui il protagonista si servirà dell’ambiente circostante per spargere morte e sangue (come nei precedenti, d’altronde).
D’altronde stiamo pur sempre parlando di John Wick, un prodotto che è stato in grado di costruire un mondo coerente con ovviamente delle regole tutte sue. Non c’è ovviamente da stupirsi se praticamente ogni individuo sulla faccia della terra faccia parte della celebre organizzazione criminale intenzionata ad eliminare John Wick.
Come e non cosa
Più di ogni altra cosa qui è importante il come e non il cosa. Con un montaggio mai confusionario e votato alla piena leggibilità dell’immagine, nella totalità dei casi la messa in scena risulta eccellente e limpida. Sarà poi impossibile non interrogarsi sulla mole di lavoro dietro alcune sequenze estremamente complesse ed elaborate.
Sono infatti proprio le coreografie a farla da padrona, molte delle quali hanno persino visto l’impiego di animali e veicoli. Durante la visione non si può quindi far a meno di venir trasportati da una complessità dell’immagine sempre eccellente. Come già ribadito, stiamo dunque parlando di un film che punta tutto sul modo in cui vengono portati in scena gli avvenimenti e non gli avvenimenti stessi. Una caratteristica essenziale, purtroppo oggi universalmente assente in parecchi prodotti dello stesso genere.
Un esperienza visiva senza precedenti
Più dei precedenti, John Wick 3 è un esperienza visiva da vivere e assaporare sul momento (al Cinema, possibilmente). Una montagna russa di emozioni innalzata attraverso una costruzione estetica della scena senza precedenti.
Come Mad Max Fury Road o il più recente Baby Driver, John Wick 3 Parabellum va a collocarsi fra il meglio offerto dal genere action contemporaneo, segnando un altro importante traguardo per Chad Stahelski.
2 ore e 20 senza freni che forse incontrano qualche intoppo nell’ultimo atto della pellicola. Le fasi finali potrebbero difatti risultare sfiancanti, la sensazione è quella che qualche minuto si poteva effettivamente tagliare. Viaggiando verso l’epilogo si inizia poi a percepire un sentore: John Wick 3 non è una conclusione.
Sotto un certo aspetto siamo felici, perché stiamo pur sempre parlando di una saga che è stata in grado di migliorarsi nel tempo (il nostro augurio è che continui verso questa direzione). D’altro canto, però, questo fiume di follia ed esagerazione meritava sicuramente di essere il capitolo conclusivo. Anche perché diciamocelo: cosa ci può essere di più folle dopo questa spettacolare parentesi dell’intrattenimento contemporaneo?
Voto: 8+
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