Il videogioco, un magico passatempo che appassiona grandi e piccini da oltre mezzo secolo, frutto di evoluzione tecnologica e arte, ma che resta ancora un dubbio per molte persone. Spesso demonizzato, vogliamo dare una mano ai genitori e ai tutori di bambini che hanno appena approcciato, o vogliono avvicinarsi, al mondo videoludico. Non c’è nulla di arcano o esoterico, si tratta di una realtà più che consolidata che regala emozioni e relazioni molto solide. Il videogioco è sia intrattenimento che apprendimento, e per molti un lavoro
Breve accenno storico sul videogioco
Il medium videoludico è un mezzo di intrattenimento e apprendimento molto recente. Possiamo far risalire l’origine del videogioco al 1952, quando un giovane informatico, Alexandre Sandy Douglas, basò la sua tesi di laurea sull’interazione uomo macchina ideando e realizzando un software per EDSAC (calcolatore digitale – oggi conosciuto come computer) in grado di giocare a tris. Il programma prende il nome di OXO ed è il primo esempio di videogioco della storia, sebbene già dagli anni ’40 del ‘900 ci furono una serie di esperimenti grazie al progresso della Filosofia della Mente e dell’Intelligenza Artificiale (quest’ultima nata ufficialmente nel 1956).
Tuttavia, la vera rivoluzione videoludica è avvenuta dopo gli anni ’60, dopo la distribuzione e la vendita di massa dei software di intrattenimento al grande pubblico, sino ad arrivare agli anni ’70 con la nascita dei videogiochi arcade; un decennio colmo di rivoluzioni che ha lasciato la propria impronta nella storia del medium grazie alla nascita di Atari, grazie alla quale siamo passati all’età dell’oro del videogioco nel ’78 con la pubblicazione di Space Invaders e Asteroids. Da quel momento, il videogioco ha subito una rapida evoluzione, passando tra le diverse console di gioco Atari, il fantastico Commodore 64, la nascita di Nintendo e Sony, sino ad arrivare a oggi, dove le console casalinghe permettono a milioni di persone di godere avventure indimenticabili sia in solitaria, grazie alle campagne offline, o in compagnia grazie alle connessioni a internet. PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch, affiancate allo storico PC, sono le ultime piattaforme di gioco attualmente in commercio e che hanno riscontrato un incremento di videogiocatori in tutto il mondo. Soltanto Sony, a partire dal 2013, ha venduto 95 milioni di console (ultima rilevazione 31 gennaio 2019), avvicinandosi al primato di 154 milioni di console vendute detenuto da PlayStation 2. Questi numeri sono solamente legati a Sony, attualmente dominatrice del mercato console, mentre Microsoft ha venduto 37,41 milioni di Xbox One e Nintendo è a quota 32,27 milioni unità di Nintendo Switch nel giro di soli due anni.
Siamo di fronte a numeri da capogiro che fanno ben intuire quanto il videogioco sia diventato un mezzo d’intrattenimento artistico da non sottovalutare. Probabilmente questa sua ampia diffusione preoccupa non poco i più scettici, compresi genitori e tutori dei bambini, che oggi più che mai si stanno approcciando al medium grazie alla diffusione dei videogiochi multigiocatore online. La diffusione del videogioco tra bambini, però, sta preoccupando gli adulti, soprattutto coloro che non sono avvezzi al videogioco, lasciando una completa libertà – o addirittura impedendo – la fruizione di tali prodotti. Siccome siamo in un’epoca in cui l’informazione è a portata di clic, Dr Commodore vuole dare supporto a tutte le persone che hanno un bambino che vuole approcciarsi al videogioco, fornendo consigli per muovere i primi passi in un universo che offre intrattenimento, emozioni e aiuta nell’apprendimento. Esatto, il videogioco ha molte proprietà benefiche al contrario di quanto si possa pensare, ma c’è bisogno di controllo sui contenuti e sulla fruizione degli stessi.
Giocatore singolo e Multigiocatore
Come abbiamo accennato in precedenza, il videogioco può offrire diverse esperienze ludiche, sia solitarie che in compagnia. Prima di andare a vedere come approcciare il bambino al medium bisogna capire quali tipologie di videogiochi esistono e le loro differenze.
Giocatore singolo
I videogiochi possono avere una modalità offline, quindi senza necessità di una connessione a internet. Questo tipo di prodotto offre la possibilità al videogiocatore di prendere parte a una storia con personaggi, ambientazioni e trame di varia natura. La storia è sviluppata in quella che viene chiamata Campagna giocatore singolo, e possiamo vederla come un “film interattivo” dove noi siamo i protagonisti e avanzeremo nella storia prendendo il controllo di uno o più personaggi. Ogni campagna ha una durata di diverse ore, in relazione all’offerta degli sviluppatori del titolo.
Multigiocatore
Sempre più diffusa sul mercato è la modalità Multigiocatore online, che permette ai videogiocatori di giocare con altre persone connesse online. Il gioco online offre diverse possibilità di intrattenimento, sia in compagnia che contro altre persone provenienti da tutto il mondo. Negli ultimi anni sono nati videogiochi che mescolano la campagna e il multigiocatore online, che permettono quindi di vivere la campagna in compagnia di altre persone online – come ad esempio gli amici, i quali possono connettersi in nostra compagnia anche se non sono fisicamente presenti a noi.
Co-op
Alcuni titoli, invece, danno la possibilità di giocare in maniera cooperativa anche in giocatore singolo in modalità di gioco specifiche. Questi titoli possono permettervi di giocare e divertirvi con i bambini, condividendo momenti ed emozioni in loro compagnia.
Quale videogioco è adatto ai bambini?
Questa è una domanda che spesso gli adulti si pongono, ed è un quesito sacrosanto. Il mercato videoludico, come quello cinematografico e qualsiasi altro medium artistico, offre un’ampia scelta di prodotti artistici per tutte le età. Esistono quindi videogiochi adatti solo agli adulti, altri ideati per la famiglia e altri ancora solo per i bambini. Per poter riconoscere a quale pubblico il videogioco è riferito, esiste un indicatore chiamato PEGI, sempre sottovalutato dagli acquirenti. Si tratta di una classificazione europea che indica la fascia d’età consigliata per il prodotto, indicandone anche il contenuto. Il PEGI è ben visibile sul fronte, generalmente in basso a sinistra, e sul retro, in basso a destra, delle custodie dei videogiochi. Sul retro sono inoltre presenti i Contenuti dei videogiochi, che possono contenere linguaggio volgare o altri riferimenti. Di seguito vi proponiamo le classificazioni PEGI e i Contenuti, come riportato dal sito ufficiale:
PEGI 3Contenuto del gioco adatto a bambini, età minima 3 anni |
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PEGI 7Contenuto del gioco adatto a bambini, età minima 7 anni |
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PEGI 12Contenuto del gioco adatto a ragazzi, età minima 12 anni |
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PEGI 16Contenuto del gioco adatto ad adolescenti, età minima 16 anni |
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PEGI 18Contenuto del gioco adatto ad adulti, età minima 18 anni |
Contenuti
Derisione e denigrazione di minoranze o particolari individui. | |
Scene che possono essere legate all’uso e abuso di sostanze stupefacenti. | |
Scene che contengono e descrivono l’uso del gioco d’azzardo. | |
Modalità online del gioco. | |
Scene particolarmente angoscianti e spaventose, anche per un pubblico adulto. | |
Scene di sesso esplicito ma sempre non pornografico. | |
Espressioni volgari, imprecazioni dai contenuti forti | |
Presenza notevole di violenza realistica o cartoonistica, combattimenti, sangue, mutilazioni, e morte violenta di persone o animali. |
In caso di dubbi sul videogioco da acquistare, potete fare affidamento alle indicazioni PEGI e di Contenuto presenti su tutte le custodie dei giochi. Tali indicazioni sono inoltre presenti nei negozi virtuali delle diverse console (PlayStation Store, Microsoft Store e Nintendo eShop), quindi potrete sempre conoscere in anticipo a chi è consigliato il videogioco e quali contenuti potrebbe contenere.
A che età può iniziare a giocare un bambino e come dobbiamo comportarci?
Una domanda difficile a cui dare una risposta certa. Il videogioco, essendo un prodotto artistico-ludico abbastanza recente, è attualmente oggetto di studio e ricerca da parte degli studiosi; non ci sono quindi ancora studi che indicano con precisione a che età un bambino può approcciarsi al videogioco. Tuttavia, l’OMS ha rivelato il tempo a cui esporli agli schermi digitali. È emerso che i bambini con un’età inferiore ai 24 mesi dovrebbero evitare gli schermi, mentre è consigliato un utilizzo per massimo un’ora giornaliera sino ai 6 anni di età.
Assumendo quindi che un’ora di gioco sia il tempo limite, dobbiamo capire quando fare videogiocare il bambino. Dando per scontato che per la crescita e lo sviluppo sociale del bambino siano indispensabili le relazioni sociali e il gioco materiale – sia esso di gruppo o con un giocattolo – possiamo usare il videogioco come premio affiancandolo quindi al gioco “classico”. Per i bambini in età scolastica questo si traduce in una ricompensa per aver adempiuto le proprie attività, come l’aver svolto i compiti e aver studiato. Inizialmente è consigliato affiancare il bambino alle prime esperienze con il videogioco, giocando con lui e supportandolo durante l’ora di svago. Con il tempo, crescendo e acquisendo sempre più competenze, è possibile lasciarlo da solo facendogli sempre rispettare il tempo limite prestabilito.
Come già spiegato in diversi nostri articoli, possiamo trovare molte ricerche scientifiche che riportano i benefici del videogiocare. Basti pensare a cosa accade quando una persona impugna un controller e avvia un gioco: le mani sono in costante movimento, lo sguardo perlustra l’area di gioco e la nostra concentrazione aumenta. Si tratta di tante attività cognitivo-motorie che diamo spesso per scontate, ma che se allenate portano benefici a lungo termine alla memoria, alla coordinazione e alla creatività. Un esempio è il miglioramento dei soggetti affetti da ambliopia (conosciuto come “occhio pigro”); secondo una ricerca, i bambini affetti da tale patologie hanno riscontrato un miglioramento grazie ai videogiochi. Un’altra ricerca ha invece dimostrato come i videogiocatori, grazie alla capacità di coordinamento motorio delle mani mentre videogiocano, sviluppano maggiori capacità in attività in cui è richiesta abilità oculo-motoria (come ad esempio la chirurgia). Concludiamo infine con una ricerca italiana dell’Università di Padova che parla del trattamento della dislessia. Secondo la ricerca, svolta su un gruppo di bambini di 9 anni dislessici, fruire di prodotti videoludici aiuta a contrastare la dislessia, con risultati pari o migliori degli strumenti usuali.
Bisogna però evitare l’abuso del videogioco, così come evitare qualsiasi abuso nella vita quotidiana. Un detto recita: “il troppo storpia”, e come qualsiasi altra cosa può avere effetti negativi. La maggior parte delle attività videoludiche sono spesso sedentarie, e ciò potrebbe favorire l’obesità nei soggetti. Si tratta di problemi facilmente evitabili con l’educazione, senza quindi avere il bisogno di demonizzare ingiustamente il videogioco.
Quale piattaforma e quale videogioco posso acquistare per un bambino?
La piattaforma di gioco è spesso a discrezione dell’acquirente, non presentano grandi differenze se non per la presenza di alcuni videogiochi esclusivi solo per una piattaforma. Tuttavia, per i bambini è caldamente consigliato approcciare il videogioco affidandosi a Nintendo, storica azienda che mette il divertimento e l’apprendimento al primo posto quando sviluppa videogiochi. Attualmente in commercio c’è Nintendo Switch, una console che può essere sia collegata al televisore che essere portata in giro, favorendo così il gioco cooperativo tra le persone. Una console con un enorme potenziale che ha portato sul mercato dei giochi che mescolano attività di gioco fisiche e digitali, in particolare con Nintendo Labo; esso permette ai bambini di costruire, tramite del cartone, alcuni strumenti da utilizzare per giocare ai titoli Labo. Per maggiori informazioni potete visitare la nostra analisi.
Ma, come già detto, non importa tanto la piattaforma di gioco quanto la configurazione della stessa. Una volta comperata la vostra console, sia essa PlayStation, Xbox o Switch, potrete configurare nelle impostazioni il Controllo Genitori, in modo tale da rendere idonea ai più piccoli la piattaforma di gioco. Questa sezione permette di impostare alcuni filtri per evitare che il bambino entri in contatto con contenuti non idonei; permette inoltre di impostare un tempo limite di gioco, avvisando il giocatore quando il tempo sta per scadere per permettergli di salvare la partita in corso. Potete esplorare le diverse guide ufficiali presenti nei manuali presenti nella confezione della console, oppure tramite i siti ufficiali.
Infine consigliamo di disattivare i messaggi in entrata tramite l’impostazione della privacy, così da prevenire possibili messaggi da contatti esterni alle amicizie. Se avete dubbi su quale videogioco regalare, potete affidarvi al PEGI e al Contenuto, oppure chiedere informazioni al vostro commerciante di videogiochi di fiducia. Potete sfruttare internet per interagire con gli esperti del settore, oppure agli utenti di forum e community come la nostra Commodore Zone. L’aspetto fondamentale è informarsi per evitare spregevoli sorprese, affiancando il bambino in questo suo percorso ludico e creativo.
Parola d’ordine: divertimento!
Abbiamo elencato i punti fondamentali per permettere un’esperienza ludica sana e proficua, in modo tale che l’unica cosa che penserete quando sentirete parlare di videogiochi sarà una parola soltanto: divertimento! Affiancate i bambini durante i loro primi passi con il controller di gioco in mano, condividete il vostro tempo con loro durante quell’oretta giornaliera, magari giocando con qualche titolo cooperativo. Create momenti indimenticabili, loro avranno sempre nel cuore quei piccoli momenti in cui siete stati fianco a fianco mentre esploravate mondi fantastici, avrete vissuto storie emozionanti e organizzato sessioni di gioco di gruppo. Il videogioco è questo e molto altro, e chi sa, magari potreste appassionarvi anche voi! Educazione, regolamentazione e divertimento: il mantra del perfetto genitore/tutore videoludico.
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