One Piece: World Seeker, la recensione del titolo dedicato all’opera di Oda
La ciurma di Cappello di Paglia è pronta a salpare per una nuova avventura su home console e su PC. Il nuovissimo titolo sviluppato da Gambarion e distribuito da Bandai Namco, si presenta in una veste inedita. Un ambizioso action adventure che punta ad innalzare la serie videoludica dedicata a Rufy e compagni. Lo abbiamo provato per voi e dopo lunghe sessioni di gioco siamo pronti a parlarvi di pregi e difetti di questo titolo. Tanto è stato detto, ma poco è stato approfonditamente analizzato. Sarà stato all’altezza delle aspettative? Ma soprattutto, avrà saputo evolvere la formula videoludica proposta in precedenza per l’opera di Oda? Per rispondere a queste ed altre domande, tuffiamoci nella recensione di One Piece: World Seeker!
Ricchezza… fama… potere…
Prima di parlare di ciò che riguarda la nostra contemporaneità, facciamo un passo indietro. Quali sono stati i videogiochi dedicati a One Piece veramente memorabili? Una domanda la quale risposta risulta, a malincuore, ovvia: nessuno. L’opera magna di Eichiro Oda non ha mai avuto titoli clamorosamente validi ad essa dedicata. In molti potrebbero citare la saga di Pirate Warriors, videogiochi appartenenti al genere musou sicuramente validi, ma non di ottima fattura. Altri potranno giustamente citare Unlimited Adventure e Unlimited Cruise. Dei diamanti grezzi, pubblicati per Wii tra il 2008 e il 2010. A modo loro, quei titoli provarono ad evolvere la classica formula dei picchiaduro proponendo dei titoli veramente interessanti.
Delle isole mai viste prima, tutte da esplorare, combattimenti vecchio stile e raccolta di materiali per evolvere la nave, la ciurma e i mezzi a loro disposizione. Sono titoli passati in sordina, ma che avevano chiaramente del potenziale. Lo stesso potenziale che ha mostrato World Seeker, il titolo di cui andremo a parlare oggi. Molto ambizioso, annunciato in pompa magna alla Jump Fest del 2018, è stato pubblicizzato fino all’inverosimile da Bandai Namco Entertainment. I fan hanno riservato grandi speranze in questo titolo, sperando fosse tutto quello che il fandom ha sempre chiesto per un titolo dedicato a Cappello di Paglia. Ora analizziamo insieme quanto proposto da Gambarion.
Cappello di Paglia, one man army
Iniziamo analizzando la trama di World Seeker. Prima di tutto, dobbiamo specificare che il maestro Oda in persona ha contribuito alla creazione della storia, con personaggi unici ed originali, mai comparsi nella saga. Questo di base potrebbe risultare già come un punto di forza per il titolo. Ma come sarà stata sviluppata questa trama? La storia inizia con la ciurma di Rufy intrappolata in una prigione fluttuante, una Impel Down dei cieli per i fan della saga. La ciurma tutta cerca di fuggire dalle grinfie della marina, nel frattempo il capitano, Cappello di Paglia, sta per essere portato al patibolo dinanzi al misterioso Isaac. L’uomo, metà cyborg metà umano, ha delle braccia cibernetiche che usa anche come missili. Grazie alla lega di agalmatolite di cui sono formate, riesce a tenere testa al nostro protagonista senza problemi. Rufy però, riesce a fuggire gettandosi in mare, non curante del fatto che a causa del suo frutto del mare, è destinato ad annegare.
Il nostro beniamino però, viene salvata da una giovane carismatica di nome Jeanne. La ragazza spiegherà a Rufy come l’isola sulla quale è naufragato sia stata soggiogata dalla marina. Gli uomini di giustizia, capitanati proprio da Isaac, hanno diviso il popolo in due. Da una parte chi sostiene le azioni della marina, dall’altra la resistenza che combatte aspramente per l’indipendenza della popolazione. La giovane ribelle quindi, chiederà aiuto al nostro protagonista, al quale toccherà ancora una volta salvare un’isola intera. Questa è la trama di base di One Piece: World Seeker. Diciamo fin da subito che il titolo può essere giocato da tutti, indipendentemente dalle conoscenze del manga o anime. Sicuramente però, chi è avvezzo alla saga, saprà cogliere tutti i vari riferimenti e le varie parti della trama puramente fan service.
Detto questo, come ci è sembrata la storia di questo titolo? La trama ha indubbiamente il sapore di già visto ed è priva di momenti memorabili. I colpi di scena si riducono all’osso, presenti praticamente in minuscola parte solamente nelle ultime missioni di gioco. Il fanservice la fa da padrone; l’intera storia infatti, sta in piedi solamente perché composta da una serie di incontri con personaggi amatissimi che non solo risultano di fondamentale importanza ai fini della trama. La piattezza e l’assenza di idee quindi, ne condannano l’originalità. Per quanto Oda abbia contribuito, non abbiamo ottenuto ciò che desideravamo. Sicuramente, non ha aiutato la scelta del team di sviluppo di limitare al solo Cappello di Paglia l’utilizzo dei personaggi. Infatti, per tutta la durata del gioco utilizzeremo solo ed esclusivamente il capitano della ciurma, con delle limitate features legate al resto della ciurma. Ma di questo parleremo dopo.
Il mondo di gioco: Un bellissimo scrigno, privo di tesori
Passiamo a parlare del mondo nel quale si svolgono le vicende narrate nel titolo. La nuova isola immaginata da Gambarion risulta all’impatto coloratissima e fedele allo stile di Oda. Vaste pianure intervallate da piccoli insediamenti cittadini, fortezze della marina o piccole metropoli. L’Unreal Engine 4 quindi contribuisce a rendere appetibile alla vista la grande isola sulla quale ci troviamo. Ma tralasciando il lato stilistico, come risulta questo mondo in funzione al gameplay? Tutto il potenziale visivo viene meno una volta esplorata la mappa. L’open world permette di visitare zone di mappa da end-game fin da subito, limitando così l’effetto sorpresa. Le mappe inoltre, sono estremamente spoglie e vuote per quanto riguarda le attività e l’utilità di esse. Più di qualche NPC dall’utilità infima, non troverete negozi nei quali entrare o luoghi da esplorare. Scordatevi delle mappe aperte, suggestive e funzionali al gameplay viste negli ultimi due anni. L’open world proposto per questo titolo risulta privo di qualità, con un’arretratezza unica. World Seeker è un titolo che arriva già vecchio, ancor prima che si possa porre rimedio ai difetti presenti nel gioco.
Parliamo di un’altra componente strettamente legata alla mappa: i collezionabili. I tesori da scovare, gli scrigni da aprire ed i materiali da raccogliere sono una delle componenti essenziali del gameplay. La mappa ne è cosparsa, in ogni angolo, in ogni prato è possibile reperire dei collezionabili. Essi sono presenti sulla mappa sottoforma di luccichio, che cambia di colore in base alla rarità. Quelli dorati sono i più difficili da reperire e vi torneranno utili per delle particolari quest. Ma tutti questi item, trovano un reale utilizzo nel gameplay? Sicuramente, ma è ridotto all’osso. Una componente sottosviluppata, che limita l’uso dei collectibles a poche quest secondare veramente inutili, di cui parleremo dopo, oppure costruire degli oggetti particolari. La loro raccolta vi risulterà molte volte noiosa e superflua. Un espediente utilizzato per esplorare da cima a fondo la mappa, che però ci porta ad odiare il percorrerla. Insomma, anche questo punto è bocciato su tutti i fronti.
Un combat system da briganti
Parliamo adesso di quella che risulta essere la vera nota dolente della produzione: il gameplay. Il concept alla base di World Seeker è quello di unire l’esplorazione di una terra del tutto inedita ai combattimenti più sfrenati contro Marina e pirati. Le missioni primarie e quelle secondarie dovrebbero proporre un alto livello di sfida e variare per permettere al giocatore di spaziare nelle avventure. Sulla carta sembra tutto bello, eppure di tutto questo, in World Seeker non c’è quasi niente. I combattimenti sono rovinati dalla limitatezza di mosse a nostra disposizione. Il nostro Rufy infatti, dispone di due stili di combattimento, quello dell’haki dell’armatura e della percezione. Eppure, risultano veramente poche le scelte in combattimento, nonostante le due opzioni. A tutto ciò, c’è da aggiungere una legnosità assai marcata dei comandi, contornati da un leggero imput lag. Le bossfight contro gli storici nemici della ciurma di Cappello di Paglia, sono veramente noiose ed i boss non hanno seconde fasi o altro.
Ripetono all’infinito le loro mosse, colpendo alla cieca, fino alla loro dipartita. Per non parlare dell’odiosissimo problema legato alla hitbox dei nemici. Quando si troveranno al suolo oppure saranno svenuti, non potrete in alcun modo infierire con una scarica di colpi letale. I corpi risulteranno completamente immuni e talvolta sprecherete le vostre migliori mosse, pensando di portare a casa la vittoria. Le missioni primarie sono veramente poche, questo causa quindi una durata infima del titolo che in circa 8 ore può essere tranquillamente concluso. Le missioni secondarie invece sono ben più numerose e si dividono in vari tipi. Riguardo le missioni, dobbiamo obbligatoriamente aprire una parentesi. Alcune di esse, saranno per forza di cose completabili in modo stealth. Gambarius infatti, ha voluto sperimentare questa nuova parte del gameplay. Il risultato purtroppo è deludente anche su questo fronte. Lo stealth in questo titolo è quanto di peggio potesse essere concepito.
Non abbiamo la minima possibilità di accovacciarci o abbassarci, limitando quindi già di base le possibilità di riuscire nella missione. I nemici riescono a percepire i nostri passi anche a distanze elevatissime, questo a causa di una difficoltà estremamente artificiosa. Le uniche possibilità sono arrivare dall’alto, oppure nascondersi in un barile sperando non si deteriori in fretta. Ci sono quest invece che richiedono la raccolta di oggetti, il salvataggio di poveri cittadini, incontri con alcuni personaggi storici della serie e le missioni karma. Queste ultime sono strettamente legate alla componente “Karma Pirata” del gameplay di World Seeker. Questa componente permette a Rufy di stringere legami con determinati personaggi o gruppi di personaggi, per sbloccare dialoghi extra e scenette esilaranti. Tutto questo, è possibile svolgendo precise azioni come sconfiggere un determinato numero di nemici o eseguire determinate mosse.
Questa componente, che dovrebbe catturare l’attenzione del giocatore, non fa altro che appesantire fino all’estremo il gameplay. Il vero e proprio problema di questo gioco, è che perde la componente action di cui dovrebbe fare parte. I dialoghi interminabili – nessuno dei quali doppiato e quindi con interminabili sequenze di scrittura – appesantiscono fino all’inverosimile l’atmosfera di gioco. Sono poche le fasi concitate in cui l’azione la fa da padrona. Vagare per la mappa per raggiungere il punto in cui si svolge la missione, diventa frustrante e a nulla serve lo spostamento rapido. Questi motivi fanno del gameplay tutto, la componente meno sviluppata e più deludente di tutte. Un vero e proprio peccato, viste le altissime aspettative.
Al prossimo viaggio, se mai ci sarà
Per concludere, tiriamo le somme su questo titolo. One Piece: World Seeker è una grandissima occasione sprecata. Un titolo dedicato al celebre manga di Oda, dalla risonanza mediatica elevatissima, che getta alle ortiche tutto ciò che ci poteva essere di buono. Un titolo che illude, delude e scoraggia. Illude perché con tutte le promesse che erano state fatte, ci si aspettava veramente un action valido e che dia spessore ai videogiochi dedicati a One Piece. Delude perché ci presenta un gioco che nell’effettivo risulta mediocre, arretrato ed indietro rispetto alla concorrenza. Insomma, un prodotto scadente su quasi tutti i fronti al quale avrebbero dovuto lavorare ancora per un po’.
Scoraggia perché con questi presupposti, non riusciamo ad immaginarci un futuro per la serie, visti i pessimi risultati ottenuti. Riusciremo mai ad avere un titolo degno delle aspettative dei fan? Ad oggi, la risposta risulta essere un no netto. Per tutte queste ragioni quindi, One Piece: World Seeker è a tutti gli effetti un titolo mediocre, piatto, senza spunti interessanti di riflessione. Bandai sbaglia un importantissimo colpo che avrebbe potuto garantire introiti molto alti. Ma come diciamo sempre, la qualità di un prodotto è ben più importante del mero profitto ricavato da esso. E quindi al prossimo viaggio, Rufy e Ciurma, sperando vivamente ce ne sia uno più fortunato.
Pro
- L’impatto col mondo di gioco è molto piacevole
- Un buon numero di missioni secondarie
- Alcune citazioni che omaggiano i fan più fedeli
Contro
- Trama piatta e senza colpi di scena memorabili
- Un mondo di gioco vuoto
- Ripetitività delle missioni elevatissima
- Combat System da dimenticare
VOTO: 5.1
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