Nel 1991 il vulcano Pinatubo produsse una gigantesca eruzione. La quantità di fumo e polveri era tale da ostacolare i raggi solari e abbassare la temperatura globale di mezzo grado Celsius per qualche settimana. Alcuni scienziati propongono ora di replicare l’effetto tramite una “iniezione di aerosol stratosferico”.
Un intervento “in extremis” contro il timer del riscaldamento globale
La proposta circola da anni, ma è sempre stata considerata poco pratica. Pare, tuttavia, che potremmo non avere altra scelta. Il piano è quello di disperdere nell’atmosfera una grande quantità di polveri per aumentare l’aerosol atmosferico – il “filtro” per i raggi solari – abbassando quindi le temperature ed evitando una futura catastrofe.
La mossa è azzardata e i rischi sono tanti: oscurare il Sole potrebbe causare periodi di siccità, cambiamenti sui venti in quota e sulle nuvole. In caso di esito negativo, sarebbe i Paesi più poveri a risentirne, avendo a disposizione meno risorse per affrontare i cambiamenti del clima.
Tuttavia, uno studio condotto da ricercatori di Harvard, Princeton e MIT sostiene tramite una simulazione digitale “pessimista” che – con il giusto bilanciamento di aerosol aggiuntivi – si potrebbe aiutare la Terra a raffreddarsi senza effetti collaterali, riducendo così anche fenomeni atmosferici estremi.
Tra sostenitori del progetto e complottisti che già gridano alle “scie chimiche”, nei prossimi mesi vedremo i primi esiti. Difatti, un dirigibile spargerà circa 100 grammi di carbonato di calcio nella stratosfera e poi ne analizzerà la dispersione attraverso un laser. Successivamente, un secondo esperimento verrà effettuato sull’area occidentale degli Stati Uniti.
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