L’esordio di un pezzo da novanta del MCU
Uscirà questo 6 marzo Captain Marvel, uno dei blockbuster più attesi dell’attuale stagione cinematografica. Pronta ad anticipare le vicende della seconda parte di Infinity War, Carol Danvers sarà riuscita a convincere i nostri redattori?
La recensione Lorenzo
Febbraio 2018: nei cinema di tutto il mondo esce uno dei film più fruttuosi (sia al botteghino che per la critica) della Marvel, Black Panther. A quasi un anno di distanza, la casa delle idee si prepara a lanciare un altro film di origini, con lo scopo di ampliare la squadra di super eroi che molto probabilmente, nei prossimi tempi, andrà a sostituire la vecchia guardia. Ovviamente, stiamo parlando dell’attesissimo Captain Marvel, pellicola che presenta la super eroina Carol Danvers, forse il più potente super eroe dell’universo cinematografico Marvel visto fin’ora.
Ovviamente, il paragone con Black Panther non è a caso. Se un anno fa Coogler irrompeva nelle sale con una qualità tecnica decisamente sopra la media (almeno per i film Marvel, o, più in generale, per i blockbuster), non si potrà di certo dire lo stesso per Captain Marvel.
Procediamo però per gradi…
Già dai primi minuti lo spettatore verrà sommerso dai flashback e dai ricordi, si capisce immediatamente uno dei cardini di tutta la pellicola nonché movente di gran parte dello snodo narrativo: il passato. La riscoperta delle memorie perdute della protagonista rappresenterà infatti proprio uno dei fulcri essenziali del film.
Sostanzialmente sulla carta abbiamo tutte le caratteristiche per un film Marvel unico ed originale, peccato però che così non sia stato.
Forse il problema principale del film lo troviamo proprio nella sceneggiatura e nelle linee di dialogo. Se da una parte abbiamo una storia sicuramente promettente, dall’altra abbiamo delle situazioni costantemente risolte con troppa banalità o ironia. Abbastanza fastidioso è notare come praticamente ogni personaggio sia dotato di quella sagacia tale da rispondere in qualsiasi situazione (anche le più critiche) con l’ironia ormai tipica di questo tipo di cinema. Salvo qualche rara eccezione, lo spettatore dovrà regolarmente confrontarsi con situazioni dallo svolgimento alquanto ovvio e dozzinale.
A pagarne il dazio più di tutti è proprio Carol, il personaggio principale. Nonostante le vicissitudini combinate alla spinosa situazione della memoria, la protagonista sembra quasi non smuoversi mai dalla sua figura di spaccona con la situazione perennemente sotto controllo. Il risultato è un personaggio bidimensionale che difficilmente riuscirà ad incarnare il simbolo femminile.
Azione e identità
Stiamo però parlando di un blockbuster di super eroi, un genere che fa dell’azione un suo valore capitale. Insomma: in Captain Marvel le botte ci sono, ma neanche troppe. Le scene di combattimento sono poi amministrate con un montaggio frenetico ma tutto sommato incalzante. Una formula che la Marvel non può proprio sbagliare, anche se in alcuni casi risulta impossibile non fare il paragone con i Guardiani della Galassia.
Con un tono completamente votato alle citazioni (un po’ come succede nei guardiani, qui si ricorda però la decade successiva agli 80′), sino ad una timida scena d’azione a tempo di musica, Captain Marvel non tiene proprio il confronto con le due pellicole di James Gunn. Sostanzialmente stiamo si parlando di una pellicola che potrà anche intrattenere in maniera discretamente efficace, ma fatica a costruirsi una propria identità ben definita.
Poco iconico
Se Black Panther è divenuto il simbolo della comunità afroamericana, con molta probabilità Captain Marvel non riuscirà a fare lo stesso col gentil sesso. Qui l’intento della Marvel era sicuramente chiaro, replicare il precedente successo proponendo un altra figura di riferimento. Il problema, oltre alla sopracitata mancanza di carisma da parte della protagonista, è proprio la mancanza di morale ed emotività. Oltre a qualche frase fatta e a qualche aforisma riservato ad una BAMBINA (note per essere in realtà le creature più malefiche della terra), il film ha ben poco da offrire e da insegnare.
Più che un film di origini, Captain Marvel sembra più un pretesto, una scusa. Una mera presentazione dell’elemento che molto probabilmente risolverà le vicende di Infinity War.
Voto: 5,5
La recensione di Samuele
Captain Marvel nasce con due oneri non da poco: l’essere un antipasto all’ormai incombente Endgame e il primo film della Casa delle Idee a presentare una protagonista femminile.
Ora come minimo ci si aspetterebbe qualcosa di maestoso, memorabile, qualcosa che spacchi lo schermo e lasci il segno.
Ci sono riusciti? No. Il film vale comunque la pena esser visto? Sì.
Facciamo chiarezza
Il film si presenta visivamente piuttosto spettacolare, a parte qualche scivolone la CG è bella e credibile e le scene d’azione discretamente spettacolari, i vari (e pesanti) effetti visivi, ringiovanimento degli attori compreso, sono quindi assolutamente promossi. Costumi e trucco, inoltre, ineccepibili. La regia d’altro canto è anonima, non ha particolari guizzi o soluzione, ma si limita a portare a casa il compitino, risultando comunque gradevole.
Niente di nuovo sotto il sole insomma, ormai tutti questi anni di MCU, esclusi alcuni casi celebri, ci hanno abituati a film fatti con lo stampino sul versante tecnico, quindi sinceramente salvo qualche eccezione non credo che nessuno sarà sorpreso in positivo o negativo dal film.
Ma, quindi, se da un lato puramente visivo il film si presenta bene, dove stanno i problemi? Beh, in tutto il resto.
Un colabrodo
Questo è il termine con cui definirei la sceneggiatura di questo film, piena di falle logiche e di storia abbastanza pesanti. Per non parlare poi dei collegamenti con il MCU, che dire raffazzonati è dire poco.
La storia è una classica storia di origini, raccontata (per fortuna) in modo non troppo banale e ricorrendo ad un inizio in medias res coadiuvato poi da una serie di rivelazioni e flashback sparsi durante il corso della pellicola. Bisogna dire che il film scorre bene ed alcuni plot twist, nonostante siano a volte forzati, fanno il loro effetto.
Però ci sono molte cose che non tornano, elementi sul filo del rasoio tra sospensione dell’incredulità e totale no sense, che alla fine devo ammettere nell’insieme non portano a particolari fastidi durante la visione della pellicola, semmai dopo, quando ci si ripensa.
I personaggi poi sono il vero punto debole della pellicola, tutti bidimensionali, nessuno escluso. Carol Danvers è praticamente quello che si poteva già intuire dai trailer, una dura con la battuta facile ed una brutta amnesia; Nick Fury è il solito comic relief… Aspetta, cosa? Nick Fury il comic relief? Ebbene sì, il personaggio meno comico dell’intero MCU, l’uomo che tesseva trame machiavelliche ed era pronto a sporcarsi le mani pur di raggiungere i suoi scopi qui è ridotto ad un bonacccione un po’ tonto che segue la Danvers come un cagnolino. Ok, penso che questi due esempi possano bastare.
Ah, tutti i personaggi umani non si stupiscono minimamente quando vedono alieni con armi laser (lame e pistole) e una biondina che sfonda il cemento a pugni, vola e spara raggi di energia dalle mani, si vede che nel ’95 da quelle parti andava di moda così.
Concludendo
Il film alla fine non è una vera e propria tragedia, le circa due ore di durata scorrono senza intoppi e tutto sommato i momenti epici e divertenti non mancano, mi sono accanito molto sulla sceneggiatura, vero, ma se dicessi che il film non mi ha intrattenuto mentirei. Alla fine Captain Marvel non è il film che presenta la nuova icona femminile del MCU, non è il film che fomenterà gli spettatori in attesa di Avengers: Endgame, ma rimane un film che a suo modo può intrattenere e divertire.
Se siete appassionati, lo consiglio senza problemi.
Voto: 6.5
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