Il reddito di cittadinanza è stato finalmente approvato e con esso è stato aperto un sito internet informativo
Il tanto voluto reddito di cittadinanza è stato approvato. Dalle 15:00 del 4 Febbraio è attivo un portale del governo in cui la gente può avere informazioni riguardo alla richiesta del sussidio tanto voluto dal Movimento 5 stelle. Matteo Flora, un esperto di sicurezza informatica, però ha evidenziato una falla sostanziale. Flora ha infatti dichiarato a Wired che il sito redditodicittadinanza.gov.it è stato scritto da un programmatore confuso come un camaleonte in una stanza piena di coriandoli.
Il problema, infatti, è da attribuire alla pigrizia di chi ha programmato questo sito. Matteo Flora ha così commentato il sito:
“Chi ha programmato il sito ha deciso di utilizzare un font particolare per le scritte che compaiono in pagina. Ma piuttosto che programmare tutto come si deve, ha approfittato di una scorciatoia per lavorare un po’ meno: ha copiato e incollato un pezzettino di codice che mette a disposizione Google per utilizzare quel determinato carattere. La scorciatoia ha permesso ai programmatori di risparmiare un paio d’ore di lavoro, ma ha aperto le porte a Google che ora potrà potenzialmente raccogliere dati e profilare gli italiani alla ricerca di informazioni sul reddito di cittadinanza”.
Quando si fa ctrl+c/ctrl+v di una porzione di codice la società spiega ai programmatori dalla copiatura facile l’obbligo di essere identificata come “data processor”. Al ministero del Lavoro, invece non se ne sono curati minimamente.
Come dare dei dati e non informare l’utenza
Matteo Flora commenta così la potenziale fruizione dei dati sensibili:
Per il Gdpr (il regolamento europeo sulla privacy ndr) bisogna scrivere chiaramente sul portale a chi vengono consegnati i dati degli utenti, per quale motivo vengono inoltrati e che utilizzo viene fatto delle informazioni raccolte. Il fatto che i dati inseriti sul sito del reddito di cittadinanza non compaia Google vuol dire che non hanno la più pallida idea della normativa vigente” .
Oltre che a Google, i dati potrebbero andare anche a Microsoft e sempre Flora spiga il perchè:
“Nell’ultima versione del portale compare Microsoft Azure che probabilmente serve a trasmettere i filmati caricati online”.
Anche in questo caso sul sito non vi è traccia di avvertenze che indichino Microsoft come azienda che potrebbe utilizzare i dati degli utenti.
Ora non è detto assolutamente che queste due società si avvalgano di questa pigrizia di programmazione per accedere ai dati. Certo che a questo punto sarebbe meglio non entrare in una guerra informatica con gli Stati Uniti visto che il governo USA potrebbe chiedere i dati alle società. Tra l’altro la cosa più becera è che sono i dati di chi deve richiedere il reddito di cittadinanza. Il reddito viene chiesto dalla parte meno agiata della popolazione e quindi la parte più vulnerabile.
Ci auguriamo che il primo posto di lavoro di questa manovra arrivi per un programmatore più valido di quello attuale. Certo che un sito di governo programmato come si programmavano i nostri blog per farli diventare più accattivanti fa tanto ridere quanto riflettere.
Commodoriani, cosa ne pensate di questa situazione? Pensate che sia una cosa grave? Fatecelo sapere nei commenti.
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