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I rischi dell’unione Facebook-Instagram-Whatsapp

Abbiamo già visto in quest’altro articolo come Mark Zuckerberg abbia l’intenzione di unire in un’unica piattaforma i messaggi di Facebook, Instagram e Whatsapp. Questa mossa però, se da una parte potrebbe ricostruire e ripopolare i social – da qualche mese in perdita d’utenza -, dall’altra presenta ovviamente dei rischi. Quali?

Un possibile cambio nella crittografia

La crittografia end-to-end (E2E) già presente dal 2016 su Whatsapp, fondamentale per rendere i messaggi privati cifrati, potrebbe “calare di livello”. O, al contrario, Facebook e Instagram si adeguerebbero agli standard E2E. Questo dubbio è già stato fulcro di una lunga discussione via Twitter tra il docente di crittografia alla Johns Hopkins University, Matthew Green, e i suoi followers.

Questa integrazione tra piattaforme prevede già dei problemi di compatibilità da risolvere. Tutto si potrebbe risolvere con una “scommessa pericolosa”, come la definisce Green, portando gli standard alla end-to-end, oppure con la “sicurezza” della mancanza della crittografia. Un passo indietro decisamente negativo.

Pericolo privacy

Il secondo aspetto che Green solleva su Twitter è relativo all’accesso ai metadati, ergo alla connessione tra Facebook/Whatsapp/Instagram e i dispositivi. Questa unione molto probabilmente garantirà una efficacia maggiore nella comunicazione cross-app; allo stesso tempo, però, collegando account Whatsapp a utente Facebook, potrebbe compromettere la privacy dell’utente stesso.

Tirando le somme, il docente americano afferma che questa mossa potrebbe essere sia positiva che negativa. Alla luce delle ultime mosse e alle motivazioni finanziare di Facebook Inc., però, egli “non scommetterebbe i suoi soldi per il pranzo sulla positività”. Anzi, invita il resto degli utenti a spostare le proprie conversazioni fuori da quei servizi.

La monetizzazione

Diverse voci si sono aggiunte poi al discorso monetizzazione, come quelle di Casey Newton (redattore per The Verge), Sarah Jamie Lewis (direttrice di OpenPrivacy) e Mike Butcher (commentatore di TechCrunch).

Con i dati aggregati delle tre app, secondo Newton, Facebook Inc. potrà gestire i dati delle conversazioni altrui per studiare l’utenza. Inoltre, la separazione tra le tre parti svanirà, aumentando la concentrazione di potere nelle mani della compagnia di Zuckerberg; dunque, le entrate anche da terze parti.

Lewis invece si è espressa con toni aspri, ancora, sul discorso privacy. Mentre Butcher si è limitato ad annunciare che, in caso di esito negativo della unione, passerà a Telegram o Signal.

Un’idea non assoluta

Sono molte le persone contrarie al processo d’unione delle tre applicazioni, specialmente a causa della quantità di informazioni personali che verranno raccolte. C’è anche da dire, però, che già oggi è necessario prestare attenzione a ciò che si pubblica o si condivide sui social.

Opposti alle opinioni negative ci sono anche i pareri di esperti come Alex Stamos, docente a Stanford di tecnologie digitali, e Alec Muffett. Entrambi infatti credono che il modello della crittografia end-to-end verrà utilizzato anche per Facebook e Instagram. Con l’ovvio obiettivo di non crollare in un Cambridge Analytica 2.0

Attualmente è difficile definire esattamente cosa e come sarà il prodotto di casa Facebook. La preoccupazione, e il primo punto da risolvere, è l’unica cosa certa: la tutela della privacy.

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Francesco Santin

Francesco Santin

Studente di Scienze Internazionali e Diplomatiche, ex telecronista di Esports, giocatore semi-professionista e amministratore di diversi siti e community per i quali ho svolto anche l'attività di editor e redattore.

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