L’11 settembre 2001 è una data che è entrata tragicamente nella storia per l’attentato alle Torri Gemelle e la conseguente interruzione della Melevisione
11 settembre 2001, pomeriggio, dopo pranzo. Non è ancora iniziata la scuola ma l’estate sta finendo e un anno se ne va. L’afa è ancora quella estiva, tutti i bambini a quell’ora erano attaccati a Rai 3 perché era l’orario della Melevisione. Ad un tratto si interrompe la trasmissione e va in onda un’edizione speciale del Tg3. Tutti spiazzati. Vediamo un aereo che colpisce una torre, non capiamo, capiremo l’entità delle immagini poco dopo, se eravamo più grandicelli, molto dopo, se più piccoli. In quel momento facciamo zapping estremo alla ricerca di qualcosa che non siano i tanto odiati telegiornali. Nulla da fare, il mondo è fermo e contempla questo disastro senza precedenti.
In tanti però hanno ancora il trauma di quella puntata della Melevisione interrotta e in tanti si sono chiesti, nel corso degli anni, come finisse quella puntata e se mai avremmo visto la fine. Alcuni hanno addirittura ipotizzato che l’attentato non fosse altro che un motivo per non far finire quella puntata in cui venivano svelati segreti che non dovevano venire a galla o veniva costruita con forbicine e colla vinilica il segreto della vita eterna. Ma queste erano solo ipotesi, a fare chiarezza è intervenuto Danilo Bertazzi in arte Tonio Cartonio dal suo profilo Instagram:
Tonio Cartonio, quindi, non solo non è morto di overdose, come voleva la leggenda metropolitana smentita nell’intervista che potete leggere qui, ma ha fornito anche i mezzi per superare trauma 11 settembre 2001 che per così tanti anni ha afflitto i bambini ormai adulti che in quel momento erano lì a vedere la Melevisione.
Commodoriani vi sentite sollevati dall’enorme peso che l’incompletezza di quella puntata portava con sè? Fatecelo sapere nei commenti.
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