Cosa succederà quando i nostri beniamini andranno in pensione?
L’avvento degli universi cinematografici, specialmente quelli derivanti da opere fumettistiche, ha permesso ai supereroi beniamini del pubblico di prendere vita sul grande schermo. I Marvel Studios hanno fatto da apripista, seguiti a ruota dalla DC Film che, con il proprio Worlds of DC, ha cercato di replicare il successo del Marvel Cinematic Universe.
La fortuna di queste trasposizioni cinematografiche va ricercata nei decenni di storia editoriale delle testate fumettistiche da cui traggono ispirazione. E se da un lato è scontato che i primi supereroi ad essere adattati per il cinema siano stati quelli più famosi e apprezzati dalle masse (per una miriade di motivi tra i quali, sicuramente, un migliore impatto mediatico), dall’altro lato si è subito presentato il problema dell’impossibilità di tirarla troppo per le lunghe. È vero, i Marvel Studios ci stanno riuscendo egregiamente da 10 anni, ma Avengers: Endgame segnerà il capolinea per molti dei personaggi che hanno animato i cinecomics di questi anni. E i diretti rivali non è che se la stiano passando meglio.
Gli Avengers sono prossimi ad appendere armature, scudi e martelli al chiodo. La Justice League cinematografica non è stata in grado di replicare il successo della controparte fumettistica. Ma allora che si fa? Si smonta baracca e burattini e si dice addio agli ingenti introiti del box office? La si smette di produrre merchandise a tema da propinare in tutte le salse a grandi e piccini? Ovviamente la risposta è no. E la soluzione a questo problema che gli Studios hanno dovuto tenere in conto sin dal giorno zero è da ricercarsi in tutti quei supereroi che fino ad ora non hanno mai avuto una trasposizione cinematografica ma che sono pronti ad arrivare nelle nostre vite. Da un lato gli Eternals, dall’altro i New Gods (e chissà quali altri arriveranno nel futuro prossimo).
Un po’ di storia
La grande particolarità di questi due gruppi di supereroi è che entrambi nascono dalla penna di uno dei più grandi fumettisti di tutti i tempi: Jack Kirby.
Nel corso degli anni ’70, infatti, trovandosi in forte disaccordo con Stan Lee e Martin Goodman, Kirby lasciò la Marvel Comics per approdare all’eterna rivale. Per la DC Kirby ideò e realizzò una delle saghe più complesse della sua carriera, quella del Quarto Mondo. Pubblicata a cavallo tra il 1970 ed il 1973 su più testate, in questa saga, che poi fu misteriosamente abbandonata e mai conclusa, esordirono i Nuovi Dei nella loro prima testata a loro interamente dedicata.
Successivamente Kirby tornò in Marvel Comics e nel 1976 nacquero gli Eterni. Si tratta di un ramo del genere umano manipolato geneticamente dai Celestiali, in continua lotta con le loro controparti, i Devianti.
I rischi dell’operazione
Come detto in apertura, è normale che i primi a ricevere una trasposizione siano stati i supereroi di punta della casa editrice. Vuoi per un maggiore appeal, vuoi per un numero maggiore di storie da cui prendere spunto), nella creazione di un universo cinematografico duraturo, i primi a scendere in campo devono essere i top player. Ma una volta che la loro carriera finisce? Si passa ai giocatori di serie B?
È sicuramente sbagliato fare una distinzione del genere. Anche perché gli Eterni non hanno nulla da invidiare ai Vendicatori. E i Nuovi Dei non sono di certo delle scolarette indifese, basti ricordare che Darkseid fa parte proprio di questi ultimi. Ed entrambi i gruppi di eroi escono, come già detto, dalla penna e dal genio di Jack Kirby.
Ma allora perché il loro debutto sul grande schermo potrebbe essere un rischio? Il problema principale di questo nuovo corso degli universi condivisi potrebbe essere il fan medio. Proprio quel fan medio che ha fatto la fortuna dei primi 10 anni di film Marvel. Quello spettatore casual, che vuole le grandi storie, i grandi personaggi, le grafiche belle e le botte da orbi.
Non neghiamolo, i grandi Studios ci hanno viziato mostrandoci subito il meglio che avevano da offrire. E l’hanno fatto innegabilmente nel migliore dei modi. Gli scivoloni ci sono stati (da entrambe le parti), ma ad oggi, nel complesso, non possiamo che ritenerci soddisfatti di come è stato gestito il filone cinecomics. E replicare questo successo sarà un compito veramente difficile.
Il modello Guardiani della Galassia
La speranza è che questi nuovi eroi ricevano un trattamento simile a quello dei Guardiani della Galassia. Un manipolo semisconosciuto di personaggi che ha generato dei film di successo ben oltre ogni più rosea aspettativa. Certo, in quel caso gran parte del merito è da attribuirsi a James Gunn che ha fatto suo il gruppo di eroi, modellandolo e trasportandolo a sua immagine e somiglianza. Il problema è che di James Gunn non ce ne sono molti al mondo (e quei pochi che ci sono vengono anche licenziati) quindi il primo ostacolo da superare è quello di trovare registi e sceneggiatori che abbiano le idee chiare e che possano infondere la loro linfa nei progetti.
Siamo sicuri che i grandi capi di Marvel e DC hanno già le idee chiare su come muoversi, ma la situazione è decisamente critica, per loro come per noi comuni appassionati. Con gli Avengers prossimi alla pensione e Batman e soci ormai in alto mare, questo primo grande giro di boa dell’industria dei cinecomics sarà determinante per capire se questo filone è solo una moda passeggera, dettata dai grandi nomi degli eroi coinvolti, o se con le giuste persone a capo dei progetti, anche franchise meno conosciuti potranno giovare dello stesso trattamento finora riservato a personaggi più blasonati.
Solo il tempo ci darà la risposta. Noi nel frattempo saremo sempre al cinema, ad attendere con trepidazione l’ennesimo film con l’ennesima scena post-credits, ormai marchio di fabbrica di questo genere.
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