Project Ara potrebbe star per tornare. Lo dimostra un brevetto per un Modular Electronic Device depositato da Google a settembre del 2018, ma pubblicato su WIPO solo la settimana scorsa. Il brevetto ricorda proprio l’idea di smartphone modulare lanciata da Google nel 2013, sulla base dei PhoneBlocks, ma poi successivamente abbandonata.
https://www.youtube.com/watch?v=intua_p4kE0
Cos’è Project Ara
Project Ara prevedeva che a creare lo smartphone non fosse più la casa produttrice, ma l’utente stesso. Google aveva infatti intenzione di mettere a disposizione solamente dei “telai”, di tre dimensioni diverse, e dei “moduli”. Ogni utente avrebbe potuto quindi scegliere da sé quale modulo integrare, non limitandosi ai classici batteria, display, fotocamera e speaker, ma anche componenti più specifici come dispositivi medici, stampanti di ricevute, puntatori laser, sensori per la visione notturna e tasti per controller di videogiochi.
Ciò avrebbe consentito non solo la completa personalizzazione del dispositivo, ma anche la possibilità di tenerlo aggiornato nel tempo e, di conseguenza, ridurre lo spreco di parti elettroniche.
Il progetto fu però abbandonato nel 2016 per decisione di Rick Osterloh, ex presidente di Motorola (che era stata acquistata da Google e successivamente venduta a Lenovo) e nuovo capo della sezione Hardware di Google, che preferì dedicarsi a quelli che oggi conosciamo come i Pixel.
Il brevetto apparso ora sembra molto simile all’abbandonato Project Ara. Il cosiddetto Modular Electronic Device consentirebbe infatti all’utente di operare, interagire, rimuovere o manipolare direttamente i moduli elettronici senza che debba navigare attraverso un’interfaccia grafica. L’approccio è quello del “plug & play”, che consente di collegare e scollegare facilmente le componenti; inoltre, ci saranno delle parti del telaio “preferenziali” per alcuni moduli piuttosto che altri. Ciò vuol dire, ad esempio, che la parte alta potrebbe essere per fotocamera, mentre quella bassa per la batteria.
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