Nella storia del cinema i registi che più hanno avuto rilievo sono coloro i quali hanno posto un proprio filo conduttore in ogni proprio film.
Non è raro parlare di violenza e sangue in Quentin Tarantino, notabile pressappoco da chiunque, o di geometria e di proporzioni in Stanley Kubrick, già più difficile da scovare; ma c’è un regista che spinge al limite questa ricerca del filo conduttore, rendendolo totalmente estraneo alla materia, parliamo di Christopher Nolan il quale, come proprio demone, ha il tempo.
Il tempo per Nolan è quella percezione talvolta oggettiva e talvolta soggettiva che l’uomo ha dello scorrere degli eventi, lasciando trasparire in ogni caso una incapacità dell’uomo nel controllarlo.
Memento (2000)
Nel suo secondo film, il tempo è il fulcro della trama, esso viene destrutturato e invertito, presentandoci un film al contrario, il quale nel suo caos sarà estremamente ordinato e preciso una volta capita la chiave di lettura. Sarà poi compito del lettore riordinare gli eventi e costruire una propria linea temporale. In questa pellicola troviamo il dualismo del tempo, oggettivo ma ogni spettatore avrà poi una visione soggettiva dello stesso.
The Prestige (2006)
Nel quinto film, come si usa fare nei trucchi di magia, l’illusionista devia l’attenzione del pubblico su qualcos’altro per svolgere con maggiore sicurezza il trucco; così fa Nolan il quale serve allo spettatore una linea temporale frammentata con flashback e flashforward che si intrecciano continuamente, per distogliere totalmente l’attenzione dal trucco principale, il finale. Qui il tempo è un vero e proprio fuoco d’artificio che intrattiene con la sua esplosione e una volta finito lascerà lo spettatore sbigottito.
Inception (2010)
Nel settimo film, Nolan adopera una dilatazione soggettiva del tempo nei sogni, e ciò è il cardine principale della pellicola, tutto ruota attorno a questo concetto rendendo la linea temporale distorta, non solo per i personaggi del film, ma anche per lo spettatore, il quale dovrà adoperarsi in una vera e propria contro-dilatazione per avere una precisa e chiara linea temporale degli eventi. È interessante notare come il tempo violi totalmente le leggi della fisica rendendo possibili moti perpetui e immortalità.
Interstellar (2014)
Nel nono film, , il regista tratta il tempo come Assoluto ma al tempo stesso Relativo, aiutato da numerosi fisici, questa volta attua una dilatazione assolutamente conforme con le leggi della fisica, cioè dipendente dalla velocità a cui viaggia il soggetto rispetto al sistema di riferimento. Andando così a presentare un’opera in cui lo spettatore assiste totalmente impotente al lento o altre volte veloce scorrere scorrere degli eventi. Il tempo è posto come un sovrano assoluto e dispotico, contro il quale l’uomo non può fare nulla.
Dunkir (2017)
Nel decimo film, Christopher raccoglie tutto ciò che ha seminato e lo presenta in questa piccola perla che più di tutte rappresenta il suo filo conduttore, un film in cui troviamo, non facilmente, tre linee temporali che si alternano con una precisione maniacale ma mai chiara sul Quando accadono i fatti, volutamente mancando questo aspetto della scena. Dunque allo spettatore è presentata una triplice linea temporale con varie eventi in comune e tramite i quali potrà ricostruire il proprio schema.
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