Dopo nove mesi di accertamenti da parte dell’Antitrust, Facebook dovrà pagare una multa di dieci milioni di euro. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha irrogato due sanzioni a causa della violazione degli articoli 21 e 22 del Codice del Consumo. L’azienda di Mark Zuckerberg, secondo l’Autorità, induce ingannevolmente i consumatori a registrarsi e fornire dati a terzi con intento commerciale tramite un consenso pre-impostato.
Questione di privacy
Questa pratica, considerata dall’Antitrust parecchio aggressiva, violerebbe anche gli articoli 24 e 25 condizionando gli utenti a non limitare la trasmissione di informazioni. La scelta default di Facebook consente infatti l’utilizzo dei dati forniti per campagne pubblicitarie mirate e non solo per la personalizzazione del servizio.
Ovviamente l’utente può deselezionare la pre-impostazione data al momento dell’iscrizione anche dopo quest’ultima, scegliendo così se essere più o meno trasparente alla rete. Ma per l’Autorità questo non è abbastanza, anche perché è ormai in vigore da maggio la GDPR.
Antitrust ha infine obbligato l’azienda a pubblicare una dichiarazione effettiva sul sito internet e sull’App per informare gli iscritti. Facebook, però, ha replicato tramite un portavoce di Facebook Italia:
«Stiamo esaminando la decisione dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e speriamo di poter lavorare insieme per fare chiarezza in merito a quanto contestato. Quest’anno abbiamo reso più chiare le nostre Condizioni d’uso e le nostre normative, in modo da aiutare le persone a capire meglio come utilizziamo i dati e come funziona il nostro business. Abbiamo anche reso le nostre impostazioni sulla privacy più facili da trovare e utilizzare e lavoriamo costantemente per migliorarle. Le persone hanno il possesso e il controllo delle loro informazioni personali su Facebook».
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