Quasi un mese fa la polizia di Venezia ha arrestato un italiano di 55 anni per furto aggravato grazie al software XLAW. Questa invenzione di Elia Lombardo, ispettore della questura di Napoli, è già in fase di sperimentazione da qualche mese nelle città di Napoli, Venezia e Prato, ma è soprattutto grazie all’arresto del 16 novembre scorso che ha acquisito una maggiore notorietà internazionale.
Cos’è XLAW?
Anticipando la fantascientifica realtà di Philip K. Dick narrata in The Minority Report ancora nel 1956, Elia Lombardo sta innovando il lavoro della polizia tramite machine learning. L’algoritmo poliziotto è in grado di prevedere furti, rapine e borseggi a causa della loro ciclicità in un arco temporale relativamente breve.
A partire dalle segnalazioni passate è stato possibile per XLAW creare autonomamente, senza l’ausilio di programmatori, nuovi modelli avanzati per ogni città. Tramite certe caratteristiche dei sospetti come biometrica, genere, aspetto fisico e cittadinanza, l’algoritmo può scoprire quali crimini rientrano nei modelli per poi evidenziarli con alert georeferenziati.
“Il sistema si concentra sul fenomeno nella sua interezza assoluta e non su singoli soggetti ed è deputato a trovare modelli criminali che non sono rappresentati da singoli soggetti ma dal tipo di target, preda, ecc.”
In questo modo i poliziotti possono pattugliare in anticipo la zona per entrare in azione al momento del furto. Proprio come è accaduto a Venezia, dove le forze dell’ordine sono state avvisate di un possibile furto tra le 3 e le 4 del mattino e si sono dunque avviate verso la zona interessata, sventando poi, alle 3.45, la rapina in un hotel.
È efficace?
Alcune statistiche rilasciate dallo stesso Elia Lombardo mostrano come a Prato, dall’inizio dei test, i reati siano calati del 32% e gli arresti aumentati del 54%. A Venezia il numero di furti, scippi e rapine sono invece scesi del 55%. Da cosa è data questa efficacia?
“Le informazioni sui reati commessi vengono acquisite ogni giorno sia dalle denunce dei cittadini e quindi dalle banche dati interne alle forze dell’ordine, che dalle informazioni che circolano sui media e social media.”
La rete di feedback positivi che si creerebbe usando l’algoritmo in più città porterebbe all’aumento di controlli e a un drastico calo dei furti commessi in Italia. Inoltre, XLAW svolgerebbe il calcolo della “Pressione Criminale” incrociando il numero dei reati con il numero di popolazione e le componenti sociodemografiche.
Il futuro del software
La Direzione Generale Anticrimine del Ministero dell’Interno ora ha XLAW in comodato d’uso gratuito, mentre Lombardo è l’unico a detenere i diritti sul codice sorgente. Le elaborazioni e i modelli creati dall’algoritmo dovrebbero invece essere dati pubblici, secondo lo sviluppatore, ma ciò molto probabilmente non avverrà.
La discussione sugli aspetti etici della profilazione delle persone e dei bias razziali o sociali è viva nell’ambiente. I dati utilizzati nelle analisi potrebbero inoltre essere fuorvianti, incompleti o non aggiornati in tempo reale, inducendo la polizia nell’errore. Lombardo però ha ribadito che, per ora, si tratta solo di prove svolte in determinate zone da osservare criticamente:
“Presidiare le aree dove scatta un alert non significa aumentare i controlli ma significa controllarle nel momento giusto.”
Un modo migliore per prevenire, piuttosto che curare.
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