Meng Wanzhou, CFO di Huawei, è stata arrestata in Canada su richiesta degli Stati Uniti con l’accusa di aver violato le sanzioni americane contro l’Iran. Sono pochissimi i dettagli noti: l’arresto è avvenuto il primo dicembre a Vancouver, ma è stato reso noto solamente ieri. Un’udienza per la cauzione è prevista per il 7 dicembre; al momento, Meng rischia l’estradizione dagli Stati Uniti.
Le cause
Una fonte del governo canadese, a conoscenza dell’avvenuto, ha riferito che gli Stati Uniti sostengono che Meng abbia provato a evadere l’embargo americano contro l’Iran. Queste sanzioni si applicherebbero ai soggetti non americani che intrattengono relazioni economiche e commerciali con l’Iran. Gli Stati Uniti non hanno però fornito nessun’altro dettaglio. Secondo Huawei, Meng detiene “non specificate accuse nel distretto est di New York”, ed è stata arrestata mentre era su un volo di trasferimento verso il Canada.
Già da tempo, la situazione Stati Uniti-Cina è estremamente tesa. Da una parte, ci sono le recenti discussioni su dazi, che hanno contribuito ad incrinare il rapporto. Dall’altra, c’è la lotta a Huawei.
Gli Stati Uniti stanno infatti portando avanti una politica anti-Huawei, accusata di aver utilizzato i suoi dispositivi per operazioni di spionaggio in territorio americano. Recentemente Donald Trump è arrivato a bandire i dispositivi Huawei, invitando partner commerciali di fare la stessa cosa.
Alla luce di ciò, è facile capire le possibili ragioni dell’arresto. Meng è infatti la figlia del fondatore di Huawei, Ren Zhengfei, ingegnere Esercito Popolare di Liberazione e connesso al Partito Comunista Cinese.
“Huawei ha legami diretti con il governo Cinese e il Partito Comunista, ha a lungo rappresentato un serio rischio alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti, e io continuo fortemente a sollecitare il Canada a riconsiderare l’inclusione di Huawei in ogni aspetto dello sviluppo, introduzione e mantenimento del 5G” dichiara Rubio, avvocato e politico statunitense a The Globe, che aveva già contattato ad ottobre il presidente canadese Trudeau. Secondo Rubio infatti, continuare a collaborare con Huawei avrebbe interferito con la condivisione di intelligence e compromesso le cooperazioni internazionali di telecomunicazioni.
Le conseguenze
Tutto ciò avrà sicuramente conseguenze sul rapporto tra Cina e Canada, ma la vicenda si inserisce in un quadro molto più ampio di tensioni e strategie commerciali. Sia Cina che Stati Uniti, infatti hanno chiesto agli alleati commerciali di prendere posizione nella “trade war” tra Stati Uniti e Cina. Con l’arresto di Meng, il governo Trudeau ha implicitamente dichiarato di schierarsi dalla parte dell’America. L’arresto, inoltre, peggiora ulteriormente la posizione di Huawei in occidente, andando a compromettere tutti gli sforzi che l’azienda cinese stava compiendo per mostrarsi come partner affidabile ai collaboratori occidentali.
L’arresto ha suscitato una forte protesta da parte dell’ambasciata cinese ad Ottawa. Secondo la Cina infatti, Meng non ha violato alcuna legge canadese o americana, e richiede il suo rilascio immediato. L’ambasciatore cinese Lu Shaye e altri quattro membri del Congresso Nazionale Popolare hanno annullato la propria partecipazione ad una riunione sugli affari esteri presso la Camera dei Comuni in segno di protesta.
Anche Huawei ha rilasciato una dichiarazione.
Recently, our corporate CFO, Ms. Meng Wanzhou, was provisionally detained by the Canadian Authorities on behalf of the United States of America, which seeks the extradition of Ms. Meng Wanzhou to face unspecified charges in the Eastern District of New York, when she was transferring flights in Canada.
The company has been provided very little information regarding the charges and is not aware of any wrongdoing by Ms. Meng. The company believes the Canadian and US legal systems will ultimately reach a just conclusion.
Huawei complies with all applicable laws and regulations where it operates, including applicable export control and sanction laws and regulations of the UN, US and EU.
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