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Tasse sull’importazione: aumento del prezzo dei prodotti, ma Trump non si preoccupa

Avrà luogo tra pochi giorni l’atteso incontro faccia a faccia tra il presidente cinese Xi Jinping e il presidente degli Stati Uniti d’America presso il G20 summit in Argentina. Un’occasione per approfondire il tema delle nuove tariffe che l’America vuole applicare alle importazioni cinesi. Provvedimento che potrebbe ricadere sulle spalle degli stessi cittadini americani, ma che non sembra preoccupare troppo Trump.

Le dichiarazioni di Trump

Il presidente americano non ha perso tempo a dichiarare al Wall Street Journal che le tariffe verranno applicate a tutte le importazioni cinesi; tra questi, sono inclusi prodotti come gli iPhone, molto popolari in America. Ciò avrebbe chiaramente delle conseguenze, con un possibile aumento del costo di un iPhone del 10%. Un aumento che Trump, però, non ritiene essere un problema. Egli ha infatti dichiarato al Journal che “le persone potrebbero permetterselo molto facilmente”.

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Priorità della Cina in occasione del summit è persuadere gli Stati Uniti a non attuare l’aumento tariffario sulle importazioni, che l’America imporrà a partire dal 1 gennaio del 2019.  Questa manovra aumenterebbe infatti la già esistente tariffa portandola al 25%, su un valore di 200 miliardi di dollari di merci cinesi. Nonostante gli sforzi della Cina però, Trump sembrerebbe molto sicuro del suo provvedimento, dichiarando che la richiesta di Pechino di contenere l’aumento è “altamente improbabile”.

Le conseguenze della nuova tassa

Si presume che questa nuova tariffa potrebbe incrementare il prezzo merci importate dalla Cina. Ciò include non solo prodotti Apple come gli iPhone e iMac, ma anche una serie di prodotti tecnologici, andando a colpire anche altre aziende di produttori di componenti hardware. Se le trattative non dovessero essere discusse, potrebbero essere soggetti a tassazione anche i 267 miliardi di dollari di prodotti importati dalla Cina ancora non tassati, con una tariffa che oscilla dal 10 al 25%.

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Trump però non teme nessuna ripercussione sulle tasche dei propri cittadini, o quasi. Infatti, quando i giornalisti gli hanno chiesto se i consumatori potessero avere reazioni ostili all’aumento dei costi di questi prodotti, egli ha risposto “Forse. Può essere. Dipende da quanto è il tasso. I consumatori potrebbero farsi carico molto facilmente di un tasso del 10%”.

La strategia di Trump è quella di far sì che le aziende producano le merci direttamente in territorio americano. Donald Trump ha infatti suggerito alle numerose aziende di prendere in considerazione la possibilità di trasferire le strutture in America, in modo da evitare le elevate tasse sull’importazione.  “Quello che consiglierei è di costruire fabbriche negli Stati Uniti e di realizzare i prodotti qui”, ha dichiarato al WSJ,“e hanno ancora molte altre alternative”.

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