Uno studio dell’AGCOM dimostra che le notizie false attirano maggiore interesse rispetto alle notizie vere. L’agenzia ha infatti reso pubblico, il 23 Novembre, uno studio sull’informazione e le fake news. L’esito dell’indagine su “piattaforme digitali e sistema dell’informazione” ha il compito di evidenziare le varie situazioni che caratterizzano il sistema con cui le persone si informano nel nostro paese.
I dati forniti
L’indagine è stata eseguita su 1.800 fonti di informazione e disinformazione, utilizzando circa 700 principali notizie sia false che reali, e basandosi su un campione di almeno 14mila individui ,rappresentativo della popolazione italiana con milioni di account social pubblici e attivi.
Dal grafico fornito da AGCOM risultano alcuni dati preoccupanti. Oltre a registrare il numero delle notizie in circolo nel sistema – che quest’anno è in aumento, avendo raggiunto l’apice-, lo studio misura anche la loro emivita (ovvero la “durata di vita”) e visibilità. Ed è proprio qui che sorgono i problemi. Se infatti i due tipi di notizie hanno una durata di interesse simile, le fake news risultano molto più popolari e diffuse. Con questo si evidenzia come le fonti di disinformazione, come alcuni siti, pagine o account individuate dai debunker, assumano un ruolo importante nella diffusione delle fake news. Proprio queste infatti consentono una rapida diffusione di questi contenuti, che diventano virali nel giro di poco tempo.
Inoltre, AGCOM ritiene che: “La brevità del ciclo di vita delle singole notizie false, diffuse tramite queste fonti e la concentrazione in pochi giorni della distribuzione dei relativi contenuti, sono la spia stessa dell’intento di mettere in atto una strategia di disinformazione“.
Gli ambiti più colpiti
Nel nostro paese, il 57% di contenuti fake riguarda argomenti di politica e cronaca, mentre il 20%, tematiche di carattere scientifico. Tutte tematiche che presentano un forte impatto emotivo, che possono creare scompiglio e divisione sui social.
Riconoscere se una notizia sia vera o falsa richiede l’analisi di due fattori. Innanzitutto, la ristrettezza dei tempi dell’informazione online. Contenuti creati e diffusi in breve tempo sono meno attendibili, in quanto la fretta di pubblicare non ha consentito un adeguato lavoro di ricerca. Il secondo fattore è aggravato dal primo, in quanto spesso alla superficialità delle fonti si aggiunge quella dell’utente stesso, che non approfondisce le tematiche trattate.
Fretta e scarsa curiosità sono quindi ciò di cui si alimentano le fake news. È importante quindi che non solo le fonti, ma anche i lettori stessi, abbiano i mezzi giusti per distinguere ciò che è vero da ciò che non lo è.
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