Usciva nel 2013 OnePlus One, il primo dispositivo dell’allora neonata azienda OnePlus. Affacciatasi nell’ampio mondo dei produttori di smartphone, è riuscita pian piano a conquistarsi il suo spazio grazie ai prezzi competitivi dei suoi prodotti, tutt’altro che carenti di qualità. Nonostante sia sempre rimasta piuttosto anonima al grande pubblico, i suoi dispositivi sono diventati i più amati dalla comunità del modding; gli smanettoni, che trovarono negli OnePlus i dispositivi perfetti per la personalizzazione: facili da modificare, ci si poteva installare ogni genere di custom ROM.
La popolarità dei nuovi smartphone tra i modders ha fatto sì che si sviluppasse una vera e propria collaborazione tra la comunità e l’azienda, sancita dal device seeding program. La stessa OnePlus, infatti, all’uscita di ogni nuovo modello si impegnava a inviare una copia omaggio del nuovo dispositivo agli sviluppatori indipendenti. In questo modo, potevano mettersi subito a lavoro per sviluppare kernel e custom ROM da diffondere, poi, a tutti gli appassionati. Una collaborazione che però sembrerebbe interrompersi con il 6T.
L’interruzione del device seeding program
Molti dei più grandi sviluppatori terzi non hanno infatti ricevuto OnePlus 6T. John Wu, creatore di Magisk, ha annunciato con amarezza la fine device seeding program. Nel tweet spiega inoltre che anche altri grandi nomi della comunità, come Francisco Franco, del nuovo device non ne hanno visto nemmeno l’ombra.
@oneplus just terminated the dev seeding program: no more devices sent to devs for development.
Devs like @franciscof_1990, @Dees_Troy, @osm0sis_xda, @arter97, all major ROM devs are on the list.
I'm "looking forward" to see how the 6t forum will eventually end up LOL.— John Wu (@topjohnwu) November 27, 2018
Un problema non tanto legato all’oggi, dato che si possono utilizzare le custom ROM del 6, quanto piuttosto al domani. La prossima generazione di dispositivi OnePlus potrà contare sempre meno sulla personalizzazione e lo sviluppo di ROM indipendenti. Gli sviluppatori sono infatti, molto spesso, dei semplicissimi studenti, non in grado di affrontare, ogni 6 mesi, la spesa per acquistare il nuovo top di gamma del momento.
Se OnePlus non ha inviato i dispositivi non è di certo per impossibilità economiche, data la distribuzione di modelli omaggio ai più svariati personaggi e youtubers più popolari. Il mancato invio dei dispositivi sembra essere proprio la triste conclusione di una vivace collaborazione; una scelta che appare ancora più insensata se si pensa che moltissimi bug sono stati scoperti e segnalati proprio da questi sviluppatori indipendenti.
Che OnePlus stesse puntando sempre di più al grande pubblico era già noto, tendenza manifestata da alcune scelte come la collaborazione con T Mobile e la decisione di vendere i propri dispositivi anche attraverso Amazon. OnePlus sembra determinata a chiudere questo capitolo della sua storia, ma non è escluso che si troverà a dover fare i conti con una community amareggiata, pronta a rivoltarsi contro l’azienda stessa.
D’altronde, se è arrivata dove è ora, lo deve soprattutto alla comunità dei modders.
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