Alla fine è successo
Amazon è finalmente entrato, attraverso un via libera, nella lista degli operatori postali italiani. A divulgare la notizia è stato il Ministero dello sviluppo economico, che con la diramazione di una lista di ben 4.463 aziende, vede comparire due new entry. Entrambe le aziende, Amazon Italia Logistica e Amazon Italia Trasport, sono gestite da Jeff Bezos.
Le due società, registrare a Milano qualche mese fa, erano state soggette a sanzione poiché accusate di svolgere “abusivamente” un servizio analogo. Il contenzioso si è poi risolto con una multa da 300mila euro e l’obbligo di iscriversi al registro che disciplina gli attori autorizzati. Le aziende saranno sottoposte a controlli da parte dell’Agcom e dovranno adattare i propri dipendenti in base ai contratti collettivi nazionali del settore postale.
L’azienda che ne risentirà maggiormente è sicuramente Poste Italiane che proprio in questo periodo sta lavorando ad una sua evoluzione in chiave e-commerce, usando a suo favore sopratutto la massiccia presenza sul territorio italiano. L’entrata in gioco di Amazon potrebbe essere un rischio che li porterà a scontrarsi con avversari per nulla alle prime armi.
Le due facce della medaglia
L’entrata di Amazon nel mondo degli operatori postali è una svolta con una duplice chiave di lettura. Se da una parte, infatti, questa nuova regolamentazione obbligherà il colosso del commercio a migliorare i processi ed elevare lo standard delle spedizioni, d’altro canto resta da capire come si evolverà la situazione per gli operatori che, ad oggi, svolgono il servizio spedizioni per conto di Amazon. Ricordiamo infatti che, attualmente, Amazon si affida ad SDA (gruppo Poste Italiane, ndr) per la quasi totalità delle sue spedizioni. O, per lo meno, SDA è l’unica compagnia ad avere un appalto diretto con la società di Bezos, mentre tutti gli altri corrieri impiegati avevano altri tipi di contratto.
Se in SDA (o in qualsiasi altro corriere) venisse quindi meno la mole di spedizioni con mittente Amazon, un numero indefinito di persone rischierebbe il posto di lavoro. Non avere più in carico l’ingente quantità di pacchi derivante dallo shopping online causerebbe sicuramente una riduzione del traffico e delle consegne in carico ai corrieri italiani. Meno lavoro si traduce inevitabilmente in meno posti necessari, aprendo le porte a licenziamenti su larga scala. E non lo diciamo per catastrofismo o per antipatie gratuite nei confronti dei corrieri, ma solo perché si tratta di un’inevitabile conseguenza di un atto, la trasformazione di Amazon in operatore postale, atteso, dovuto ma comunque temuto.
Fonte: IlSole24Ore
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