Simulare la vita di un prete, ce ne parlano gli sviluppatori di Priest Simulator
La nostra nazione vanta di una discreta attività nel solco dei videogiochi di scherno, e ciò che si cerca di fare è tradurre in formula ludica i caratteri della satira tradizionale, talvolta più sul piano del contenuto, talaltra dal punto di vista delle pure meccaniche di gioco. Caricature di personaggi di spicco, decontestualizzati o dai tratti estremizzati, si fanno chiave di volta per esperienze di scherno anche al di fuori della nazione italiana, e in questo caso parliamo di un gioco oriundo della Polonia. Ci siamo messi in contatto con Delirma, studio di sviluppo di Varsavia, il quale ci ha concesso il suo tempo per parlare di Priest Simulator – da loro definito satira quanto potrebbe esserlo il Ritorno dello Jedi sugli Ewok. Il suddetto è l’ultimo progetto della casa, e assieme a Michał Jod affrontiamo le ragioni dietro lo sviluppo di un “simulatore di preti”, nonché alcuni dettagli tecnici sulla realizzazione del gioco e sui progetti che seguiranno la pubblicazione del gioco. Prima di iniziare, vi invitiamo a visitare la pagina Steam del gioco e ad aggiungerlo alla vostra lista dei desideri.
Perché Priest Simulator? È il tuo modo di esprimere un’idea riguardante un certo strato della società clericale?
Portando indirettamente il clero al piano terra, potrebbe essere senz’altro un modo di esprimere un’ideologia. Tuttavia, nella sua essenza, Priest Simulator non è pensato per essere socialmente impegnato. Sono consapevole che il tema del nostro gioco, nonché il mondo in cui presentiamo il clero, possa in qualche modo avere un impatto sulla percezione che i giocatori hanno della chiesa cattolica. La cosa mi va bene. È bello sentire che il tuo gioco significhi qualcosa oltre ciò che avevi programmato. Tuttavia, non è pensato per quello. Ho la mia opinione sulla religione, ho la mia opinione sull’industria della chiesa, e non nego che farò in modo che il tema emerga, seriamente. Nel frattempo, sto lavorando a Priest Simulator, solo un gioco divertente che attinge alla cultura in cui sono cresciuto. Si potrebbe chiamare satira come il Ritorno dello Jedi si potrebbe chiamare satira sugli Ewok.
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Indirectly, bringing clergy to the ground floor indeed may be a kind of an ideological expression. However, in its essence Priest Simulator isn’t designed to be socially engaged. I realize that the theme of our game, and the way we present clergy may have some impact on a player’s perception of Catholic Church. And I’m perfectly fine with that. It’s good to feel that your game means something more than you planned. But it’s not ‘meant to mean’. I’ve got my opinion on religion, I’ve got my opinion on Church industry, and I don’t deny I’ll make a game raising this subject, like seriously. For now, I’m making Priest Simulator, just a funny game drawing from the culture I grew up in. You can call it a satire on priests, as long as Return of the Jedi is a satire on ewoks.
Cosa ci puoi dire a proposito dell’esperienza di gioco? Priest Simulator può essere identificato in un genere ludico canonico?
Può essere identificato come un unione di più generi, sia in termini di gameplay, sia di storia. Non sono così ingenuo da pensare che stiamo creando qualcosa di rivoluzionario, ma credo che il gioco sarà un’esperienza abbastanza fresca. Sono particolarmente fiero delle missioni di distruzione delle sette. Mi ricordano dei Tony Hawk, o dei giochi di Dave Mirra, nei quali devi fare cose folli in un tempo limitato, ma unite a Crisis, nel quale puoi tirare e distruggere qualsiasi cosa. Certo, alcune meccaniche sono solo le nostre varianti dello sparatutto in prima persona, del tower defense o del racing, ma facciamo del nostro meglio per non creare un semplice rifacimento di qualcosa che si sia già visto su Steam. Lo stesso vale per la storia. Si tratta di un gioco sui preti, non Goat Simulator o Postal 2 con un soggetto differente. Rispettiamo le nostre ispirazioni, ma anche i giocatori… e noi stessi.
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Parlando a livello tecnico, cosa ci puoi dire riguardo la creazione del gioco? Quale motore avete scelto, e perché?
Abbiamo scelto Unreal Engine 4. La risposta più onesta sarebbe: “perché volevamo provare qualcosa di diverso da Unity”. Non fraintendermi, continuamo a usare Unity per lavorare a Faither, e ci piace, ma vogliamo gustare l’opportunità di provare tutto il bene che Epic fornisce con il suo motore. Attualmente quattro persone stanno creando Priest Simulator, e ciascuno di noi risiede e lavora in posti differenti. Usiamo perforce per collaborare direttamente al progetto, nonché Whatsapp e G Suite per comunicare e condividerci file.
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Cosa puoi dirci dei vostri piani per il futuro che seguirà l’uscita di Priest Simulator?
Abbiamo un’ampia lista di giochi che vorremmo produrre o pubblicare… anche qualche cartone animato e canzoni. Stiamo facendo un album di “dungeon disco” nel tempo libero, e se siamo felici dei risultati, lo rilasceremo. Probabile che accadrà dopo il rilascio di Priest Simulator? Non lo so, non possiamo pianificare tutto, deve esserci spazio per i nostri capricci interni, e questi cambiano eccome. Ci sono tanti sogni che devono diventare realtà, ma solo due promesse ufficiali. Queste sono Faither e Priest Simulator