Ecco la nostra recensione di Déraciné
Quando si sente parlare di FromSoftware e del suo direttore, il maestro Hidetaka Miyazaki, la mente degli appassionati non può che andare verso il lavoro più famoso e forse più riuscito della loro storia recente: Dark Souls. La casa di sviluppo è ormai legata indissolubilmente a una delle serie che ha contribuito all’evoluzione di un genere, quello degli RPG, legato a canoni che fino all’uscita del primo Dark Souls risultavano sicuramente da svecchiare. Tuttavia i lavori di FromSoftware non si limitano alla sola serie Souls; la casa giapponese, infatti, fondata nel lontano 1986, porta avanti la sua attività nel mondo dei videogiochi dal 1994, anno in cui pubblicò King’s Field su PlayStation.
Tanti sono i lavori di FromSoftware passati sotto traccia, tra i quali ricordiamo sicuramente Echo Night, un’avventura grafica in prima persona fatta di enigmi ed elementi investigativi. A nostro parere, è proprio a Echo Night che si ispira Déraciné, nuovo titolo dell’azienda giapponese sviluppato in collaborazione con Japan Studio e disponibile in esclusiva per PlayStation VR. La realtà virtuale è stata fino a ora un territorio inesplorato da FromSoftware, legata ai sistemi più tradizionali; saranno bastate un’ambientazione molto ispirata e un comparto narrativo più che discreto per determinare questo difficoltoso primo approccio? Scopritelo nella nostra recensione!
Una storia ben scritta, un percorso di vita
Déraciné racconta una storia magica, a tratti onirica; una storia di amicizia, di crescita, di creazione di legami terreni e non. L’intreccio ideato da Miyazaki narra degli avvenimenti accaduti in un misterioso collegio, ispirato almeno nell’estetica a quelli presenti nel Regno Unito, nel quale vivono tre ragazzi, tre ragazze e un anziano direttore responsabile della loro giornata e della loro crescita. La tranquilla vita dei ragazzi verrà sconvolta dagli avvistamenti di un misterioso spirito, o fata, che altri non è che il giocatore con indosso il VR targato PlayStation.
Tuttavia, i ragazzi non sembrano turbati dall’avvenimento, ed anzi, cominciano a stringere un forte legame di amicizia con l’entità benevola. Quest’ultima non può interagire direttamente con gli abitanti del collegio, in quanto confinata in una dimensione parallela definita come il mondo degli spiriti. L’unico modo per manifestare mostrarsi sarà dunque quello di raccogliere le memorie dei ragazzi e del direttore, presenti nel mondo degli spiriti sotto forma di ombre, al fine di ampliare i nostri poteri e manifestare la nostra presenza.
Un mondo accattivante, una finale che non convince
Una volta finito il primo capitolo, dedicato proprio alla manifestazione dello spirito presente all’interno del collegio, si aprirà la vera e propria trama del gioco. Da qui in poi, ogni personaggio si ritroverà ad affrontare il suo personalissimo percorso, sia insieme agli altri presenti, sia insieme allo spirito benevolo che impersoneremo. I temi trattati varieranno di capitolo in capitolo, aggiungendo una discreta nota di pathos e una sensibile emotività, che sfoceranno poi in un finale molto ben scritto, ma allo stesso tempo parecchio prevedibile sotto alcuni aspetti.
Bisogna dunque fare un applauso a FromSoftware, la quale ha nuovamente creato un mondo coerente, accattivante, ben servito in formula ludica e soprattutto molto poetico, che dona ulteriore prestigio a un comparto narrativo che possiamo tranquillamente definire di primo livello. L’unico neo è proprio quello riguardante il finale, troppo prevedibile e scontato, che mal si amalgama con l’imprevidibilità del tessuto narrativo.
Un gameplay poco magico
Se la narrazione di Déraciné è sicuramente da elogiare, lo stesso non si può dire del comparto ludico del titolo. Il titolo targato FromSoftware può essere definito un simulatore di camminata in realtà virtuale, nel quale ci ritroveremo a mimare i movimenti delle mani dello spirito protagonista del gioco grazie ai nostri fidi PlayStation Move, uniche periferiche di controllo accettate da Déraciné. Toccherà a noi dunque interagire con il mondo circostante, spostando la visuale tramite un movimento del capo, analizzando ed esaminando tutti i ricordi e gli oggetti utili per proseguire nella trama.
Gli enigmi che ci ritroveremo a risolvere, se così possono essere definiti, sono parecchio guidati e legati a script, oltre che molto facili da risolvere. Un vero peccato, poiché data l’ambientazione, la trama e gli autori di Déraciné, avremmo potuto desiderare un’esperienza più profonda ed elaborata, la quale avrebbe contribuito a donare una sostanzioso spessore al titolo, connotato non proprio dei giochi VR.
Il movimento spezza l’immedesimazione
Da rivedere anche il sistema di movimento, affidato totalmente alla pressione del tasto centrale dei move, che ci teletrasporterà verso la direzione da noi scelta: nonostante questa prudente scelta riduca a zero la sensazione di motion sickness, il continuo cambio di scena spezza totalmente il senso di immedesimazione che dovrebbe offrire un titolo in realtà virtuale. In sostanza dunque, nonostante vada considerato che la natura narrativa del titolo non permetta chissà quali meraviglie, Déraciné avrebbe potuto offrire molto di più. Gli enigmi banali, il pessimo sistema di trasporto e la poca azione richiesta da parte del giocatore pesano come un macigno sull’economia del titolo FromSoftware. L’analisi delle meccaniche potrebbe sembrare approssimativa, ma in realtà la poca profondità di queste non permette una disamina particolarmente approfondita.
Bell’atmosfera, pessima grafica
Sotto il profilo tecnico, Déraciné non rappresenta sicuramente l’eccellenza raggiunta da titoli come Astro Bot: Rescue Mission – da noi recensito nel periodo di lancio. Il comparto grafico risulta infatti parecchio spoglio, con texture e modelli poligonali che a stento raggiungono la sufficienza, forse anche a causa delle limitazioni dell’infrastruttura VR creata da Sony. Lo stesso non si può dire dell’atmosfera che permea tutto il gioco, la quale mescola sapientemente colori, ambienti e paesaggi autunnali per veicolare al giocatore il senso di malinconia che permea l’intero titolo.
Molto bello e coerente con l’atmosfera il filtro color seppia presente praticamente per tutta la durata del titolo From Software, che fa sembrare ogni scenario una sorta di vecchia foto ingiallita, trasferendo il giocatore in quello che è a tutti gli effetti un viaggio tra i ricordi. Molto bella anche la colonna sonora utilizzata, che ben si presta all’atmosfera ideata dal maestro Hidetaka Miyazaki, che si conferma ancora una volta un ottimo autore.
Uno sforzo a tratti riuscito, ma dimenticabile
Déraciné è dunque un simulatore di camminata apprezzabile, ma che allo stesso tempo si porta dietro numerosi difetti, i quali saltano all’occhio durante tutta la durata del titolo. Nonostante una trama di tutto rispetto e un’atmosfera malinconica, perfetta per ciò che From Software ha voluto raccontare, Déraciné offre un’esperienza abbastanza banale, la quale non trae beneficio alcuno dall’utilizzo del PlayStation VR. La prima esperienza di FromSoftware con il VR dunque risulta, almeno a nostro avviso, passabile ma non imprescindibile per tutti i possessori del visore Sony. Se avrete comunque voglia di vivere una storia di tutto rispetto, lontana dai canoni artificiosi delle grandi diegesi dei prodotti milionari, Déraciné potrebbe essere il titolo che fa per voi.
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