Starlink, quando gioventù ed età adulta si incontrano
Si passano anni nell’erronea credenza che debba esistere una separazione netta tra i prodotti ludici indirizzati agli adulti, quelli dedicati ai più piccoli e altri deputati al divertimento familiare. Nonostante il mercato e la pubblicità siano impostati su questa ripartizione, nelle mura domestiche avviene tutt’altro. Talvolta, nel bene e nel male, ragazzi molto giovani fanno esperienza di prodotti maturi, e talaltra i giocatori di lunga data – con i peli sul pad – ritrovano se stessi nei toys to life. Non nascondiamo che la recente eruzione di opere basate sui giocattoli abbia infastidito pure noi, soprattutto per la progressiva perdita di spinta creativa a partire dalla seconda iterazione di Skylanders.
Tuttavia, all’annuncio di Starlink: Battle for Atlas sul palco sgargiante di UBI E3 2017, siamo rimasti immediatamente affascinati dal progetto. Ci siamo chiesti cosa fosse l’elemento magnetico dell’opera di Ubisoft Toronto, e a primo impatto è impossibile non individuarlo nei modellini modulari delle astronavi. Tuttavia, con una collezione di decine di ore assieme all’equipaggio della Equinox, possiamo dare una risposta certa al quesito.
I giocattoli decorano un’esperienza per i veterani
Starlink attira a prima vista perché da ogni segmento di gameplay traspare la sua capacità di unire i toys to life a un’esperienza matura, adatta a un pubblico esigente e navigato. Senza remora, affermiamo che Starlink sia il trampolino di lancio perfetto per i giocatori più giovani, che con l’intercessione del giocattolo si avvicinano a una maniera adulta di intendere il Videogioco.
Il nuovo gioco firmato UBI Toronto è tecnico nel profondo, ma intuitivo in superficie; semplice nell’estetica, ma profondissimo nel suo ingranaggio di Game Design. La Battaglia per Atlas è l’istanza di gioco che più ci ha stupito in questo folto duemila e diciotto, e il suo potere ludico mette in ombra anche i più naturali difetti. Salite con noi a bordo della Equinox, e decollate nella battaglia contro la malvagia Legione.
Si accendano i reattori, la Battaglia per Atlas è cominciata
Starlink è un calderone di tanti elementi diegetici, i quali spaziano dalla più semplice contesa di guerra spaziale, alla scoperta dei misteri che fanno da sfondo a razze, pianeti e tecnologie che caratterizzano il gioco. Fin da subito viene piantato il seme della curiosità verso gli elementi narrativi attorno ai quali si sviluppa il gioco stesso: cos’è la tecnologia Starlink, qual è il passato del suo creatore e del suo equipaggio di eroi? Da dove proviene la malvagia Legione di robot, la quale vuole soggiogare la galassia di Atlas?
Chi è Judge, l’entità logica caratterizzata da una enigmatica mente a sciame? Col procedere nell’avventura, che avviene sempre e rigorosamente a bordo degli eleganti bolidi spaziali, gran parte di questi quesiti viene dissipata attraverso linee narrative secondarie. Quest’ultime sono talvolta estremamente interessanti, talvolta puro sfondo alle tante mansioni che si svolgono sui vari pianeti.
Alleanza contro Legione, un contesto di gioco coinvolgente
Nonostante non goda di particolare originalità, Starlink spicca nella costruzione del contesto di gioco empatico, nel quale il giocatore assimila da subito la nobile missione di salvaguardare la Galassia da una razza aliena di robot spietati. In molte opere si avverte la scollatura tra l’ingranaggio ludico e la diegesi, ma non è il caso del gioco di UBI Toronto. Attraverso il racconto lineare, che si sviluppa per quasi la sua interezza in forma dialogica, otteniamo i primi accenni alle specie aliene che compongono l’Alleanza – controparte benevola della Legione, il classico corpo congiunto dei “buoni”.
Ogni spunto è poi portato avanti dalle interazioni contestuali che si hanno sulla superficie dei vari pianeti, con i vari individui che gestiscono osservatori, laboratori, raffinerie e armerie. Ogni mansione assegnataci avviene sempre in relazione al bene dell’Alleanza, misurato con un indicatore di influenza legato ai vari pianeti. Quest’ultimo rappresenta l’elemento unificante di tutta l’offerta ludica di Starlink: Battle for Atlas, che si dispiega in complesse battaglie spaziali, missioni di soccorso, scontri a terra, esplorazione e scoperta di antichi misteri.
I pianeti sono unici, un lavoro creativo certosino che rifiuta la proceduralità diffusa
Definire Starlink un gioco di volo a mondo aperto sarebbe fuorviante, in quanto se ne metterebbe in ombra una componente fondamentale, se non addirittura preponderante. Infatti, gran parte del divertimento avviene sui pianeti di Atlas, realizzati “a mano” dagli artisti di Ubisoft Toronto. Nonostante nel genere soffi il vento della proceduralità, lo studio ha preferito un approccio classico alla costruzione dell’ambiente di gioco, ottenendo un risultato vincente.
Ogni pianeta è stato concepito, sviluppato e realizzato per essere unico nei suoi elementi: fauna, flora, morfologia, con la costante della antiche strutture dei Guardiani – mistero di fondo della trama. Dalle lande congelate di Tundria, alla distesa venefica di Ashar, ogni pianeta è unificato dal modo di intendere gli spazi e l’interazione ambientale. Piccoli centri di interazione, come laboratori, raffinerie e osservatori, sono posti a grande distanza tra loro, intervallati da accampamenti freddi e abbandonati, monoliti antichi e distese puntinate di relitti, nidi di nemici e risorse da raccogliere.
Un sistema di guida semplice, che si presta a diverse combinazioni
Nonostante al primo impatto possano sembrare scarni, ci si accorge ben presto che le grandi distese di vuoto apparente siano fatte per garantire il giusto appagamento dall’uso del sistema di guida. Sono esigue le volte in cui si avverte la necessità di utilizzare il viaggio rapido – sbloccabile tra i potenziamenti della nave madre, dei quali parleremo più avanti – dal momento che le distanze sono calibrate in modo tale da poter godere di qualche acrobazia a terra, momenti di volo a tutta velocità e qualche scontro estemporaneo, giusto in tempo per raggiungere il proprio obiettivo sulla minimappa. Il proprio bolide può eseguire diversi tipi di mosse con semplici combinazioni di tasti, tra le quali troviamo gli avvitamenti laterali, la rotazione all’indietro e, in caso si stia volando, l’inversione rapida di rotta.
Inoltre, nello spostamento rapido in cielo e a terra, viene in nostro aiuto lo scatto, il quale permette permette di accelerare notevolmente il moto dell’astronave. Quest’ultimo consuma una barra dell’energia dalla ricarica automatica, la quale può essere accelerata dall’esecuzione corretta di acrobazie a terra. Tuttavia, ogni azione che si esegue in volo comporta il consumo di energia, mettendo il giocatore nella condizione di dover calibrare le mosse da eseguire nei combattimenti spaziali più concitati.
Scontri terrestri, tra nugoli di Imp ed estrattori di Electrum
Le battaglie a terra costituiscono una parte essenziale dell’attività sui pianeti, e si va da semplici schermaglie contro nemici appiedati, a mai troppo complessi scontri di conquista. Spesso ci troviamo a dover estirpare vecchi accampamenti dalle mani della Legione, a dover mettere fuori uso i loro estrattori di Electrum – una delle valute endogene – o a eradicare i nidi dei fastidiosi Imp. Questi piccoli alieni sono solamente una parte della fanteria schierata dal terribile Grax, capo della Legione, e sono tra i nemici meno offensivi della rosa.
Oltre a loro troviamo i Cyclops, ostili di media taglia muniti di armi a distanza e capaci di attacchi corpo a corpo, e si va a salire verso entità sempre più imponenti e dotate. Va sottolineato che la Legione non brilla per originalità, e che fin da subito – per design ed effetti – abbiamo avuto l’impressione di combattere contro dei nemici che potrebbero essere stati presi dalle fila di Destiny.
Alleanza contro Legione, affermare la propria influenza sui pianeti
Ogni azione che si compie sui vari pianeti, modifica l’equilibrio della contesa tra Alleanza e Legione, espresso da una barra bicolore che ne riporta le percentuali. L’influenza si ottiene affermando la propria presenza sul territorio, con la costruzione di osservatori, laboratori, raffinerie di electrum e armerie. Il tutto costituisce una fitta rete di difesa, che va a supporto del giocatore nella distruzione delle zone di influenza nemica. Infatti, suddetti avamposti non hanno un ruolo passivo nell’impianto di gioco, ma sono fondamentali per accrescere le proprie abilità e mantenere il controllo dei pianeti anche quando assenti.
Gli osservatori garantiscono la mappatura del pianeta, le armeria mettono a disposizione navicelle per la difesa, i laboratori permettono di forgiare modifiche per navi e armi, e le raffinerie garantiscono entrate periodiche di Electrum. Questa valuta è necessaria per la costruzione di nuove strutture, che vanno dunque ad arricchire il circolo virtuoso di approvvigionamento e difesa, nonché per l’acquisto di suddette Mod. Tuttavia, occorre menzionare una valuta secondaria che affianca l’Electrum nella costruzioni avamposti e nell’acquisto di potenziamenti per la Equinox, la nave madre: il Nova. La presenza di quest’ultimo è legata alle vicende della trama, ed è ottenibile con le attività di cui sopra.
Danni elementali e modalità di fuoco, uno shooting profondo
Il sistema di shooting è tutt’altro che semplicistico, come si potrebbe evincere da una campagna pubblicitaria indirizzata a un pubblico giovane, ma è implementato nell’ingranaggio di gioco con tutti i crismi. Si hanno punti di vulnerabilità, colpi critici, una rosa discreta di modalità di fuoco ed è possibile addirittura orientare le armi sia davanti che dietro la propria nave. Tuttavia, si sottolinea un magnetismo dei proiettili marcato, che è tuttavia necessario per compensare situazioni caotiche nelle quali il giocatore potrebbe faticare a destreggiarsi.
Come intuibile dai trailer, Starlink si basa su un sistema di danni elementali, che spaziano dal ghiaccio alle armi gravitazionali. Ci sono nemici più vulnerabili a certi tipi di colpi e non danneggiabili da altri, e allo stesso modo il giocatore può subire danni di diversi elementi. Talvolta si possono addirittura verificare stati di bruciatura, congelamento e similari, sia sugli ostili che sul proprio bolide. Inoltre, il gioco offre un appagante responso visivo in battaglia, mostrando il numero di danni attorno al corpo degli ostili e modificandone l’aspetto con effetti di bruciatura e congelamento.
Giocato a difficoltà massima, si verificano scontri realmente impegnativi, che talvolta costringono il giocatore a dover scartare e rimpiazzare più di un’astronave per sopravvivere. L’intelligenza nemica, soprattutto nei combattimenti spaziali, è capace di mettere l’utente nella condizione di dover architettare una reale strategia per farsi avanti negli sciami di navicelle. Abilità manuale, dosaggio accorto della barra di energia e uso tattico dell’armamentario sono resi fondamentali da un impianto di combattimento basato su pochi elementi, ma ben mescolati per creare situazioni complesse e piene di sfida. Lo stesso non si può dire con i gradi di difficoltà inferiori a “molto difficile”, che comportano un abbassamento considerevole dei danni che il giocatore può subire dai nemici.
Il sottotesto di design, uno strutturato sistema di Mod
Starlink mostra la sua profondità non solo attraverso l’interconnessione tra influenza sui pianeti, battaglie e avamposti, ma anche con il suo eccezionale sistema di abilità e modificazioni. Come intuibile dalla modularità dei giocattoli, il gioco offre una personalizzazione di velivolo e pilota molto sviluppata. Oltre alla tipica piramide delle abilità dei vari personaggi, dotati inoltre di una mossa super peculiare, ogni elemento della nave ha le sue Mod. Tutte le armi e i corpi base delle navi dispongono di diversi spazi per le modificazioni, colorate in ordine di rarità dal grigio al rosso, passando da verde e blu. Quest’ultime vanno ad alterare valori noti, come il danno inflitto, la propria difesa, il controllo sulla nave, il livello di energia e altri parametri esplicitati in comodi grafici.
L’uso accorto delle Mod è fondamentale per ottenere il massimo rendimento dalle diverse navi, delle quali il giocatore deve valorizzare i tratti principali. Ad esempio, l’Arwing di Star Fox è estremamente controllabile ma più esposta al danneggiamento, mentre altre sono più goffe, ma corazzate per gli scontri più intensi. Attraverso le Mod si ottengono in modo tangibile approcci variabili al combattimento, e su questo UBI Toronto ha puntato in modo evidente. Infatti, il sistema di modificazioni non contempla solo l’acquisizione di Mod in seguito a scontri o grazie a tesori trovati sui pianeti, ma comprende pure la loro creazione da parte del giocatore. Unendo più modifiche dello stesso tipo, se ne ottengono di più efficaci, ed è inoltre possibile costruire avamposti adibiti alla forgiatura di Mod.
La maestosa Equinox, le abilità passive e la catalogazione
La Equinox, totemica nave madre che fluttua costantemente nello spazio di Atlas, non è una presenza di esclusivo decoro, ma può essere potenziata con abilità passive che aiutano il giocatore nella sua avventura. Questi potenziamenti spaziano dalla capacità di unire più Mod dello stesso tipo alla lunghezza del proprio raggio traente per la raccolta di oggetti, passando dalla capacità di trovare più risorse a terra e da tanti altri fattori. Insomma, in Starlink è tutto collegato, e si avverte la solidità di un sistema integrato coerente in sé stesso.
Come mostrato più volte in fase di presentazione, il gioco vanta di una componente dal gusto naturalistico. Infatti, oltre al raccogliere e rivendere bacche e frutti sui vari pianeti, abbiamo il compito di analizzare le creature che popolano Atlas. Attraverso un curioso sistema di interazione, che prevede un giro completo della nave attorno alle creature, si possono ottenere informazioni interessanti sulla fauna, le quali vengono registrate in un compendio generale – la voce “collezione” del menù. Tuttavia, in un impianto di gioco intenso e appagante, poca importanza viene data a questa funzione, che a conti fatti risulta essere un ramo morto.
Spazio, ultima frontiera
Il comparto spaziale di Starlink è tutt’altro che vuoto come si potrebbe pensare, ma nemmeno particolarmente ricco. La Galassia di Atlas offre le attività in volo necessarie a riempire i tragitti tra un pianeta e l’altro, tra banchi di asteroidi da evitare e agguati dei predoni con trappole spaziali. Proprio questi ultimi rappresentano talvolta un fastidio, dato la frequenza talvolta elevata di incontri che si possono fare tra un pianeta e l’altro. Tra le attività nello spazio, sono assolutamente da menzionare gli assalti alle Dreadnought della Legione, che sono imponenti navi dotate di cannoni antiaerei e sciami di navicelli difensive. La particolarità di queste ultime è quella di trarre potere aggiuntivo da particolari strutture presenti sui pianeti vicini, i Prime.
Questi ultimi sono dei grossi alieni simili a ragni, i quali si trovano sui pianeti qualora l’influenza della Legione superi una determinata soglia. Il giocatore deve premurarsi di eliminarli prima di scontrarsi con una Dreadnought, in modo tale da affrontarla al minimo delle sue forze. Tuttavia, va sottolineato che gli scontri con i Prime non sono particolarmente appaganti, in quanto basati su uno schema fisso facilmente eludibile dal giocatore anche a difficoltà molto elevata. Che ci si trovi nella zona commerciale di Atlas, dai pericoli contenuti, o nella zona oscura, la Galassia offre divertimento in ogni occasione, e le sue attività si mantengono perfettamente in linea con l’impianto “look-based” presente sui pianeti.
Fox McCloud e Starlink sembrano una cosa sola
Menzione d’onore va alla linea narrativa dedicata a Star Fox, la quale risulta essere parte naturale del contesto di gioco, e non apposizione postuma. Infatti, proprio negli ultimi giorni, è emerso che Ubisoft Toronto abbia lavorato con Fox e amici fin dalle prime fasi di sviluppo, anche in assenza delle licenze Nintendo. Le vicende di Fox McCloud si intersecano con quelle della Equinox grazie a una sfiziosa serie di missioni che riguardano il cattivo Wolf O’Donnell e la sua alleanza con Grax, leader della Legione. Ogni personaggio della celebre serie Nintendo, mantiene la sua personalità e la sua parlata, segno di un lavoro rispettoso da parte degli sviluppatori.
L’anello di congiunzione tra il Videogioco per i più piccoli e l’esperienza per veterani
In definitiva, sovviene un dubbio magistrale: se Starlink si presenta come un prodotto dal design stratificato, con un buon livello di sfida e una struttura complessa da non poter essere apprezzata appiena da un bambino, come mai sono presenti i giocattoli? Perché Ubisoft ha promosso un gioco maturo come un prodotto dedicato a una fascia d’età contenuta? Non lo sapremo mai, ma l’impressione è che le astronavi giocattolo siano applicate come un velo ornativo su un ingranaggio oliato funzionante di per sé. Infatti, Starlink: Battle for Atlas può funzionare interamente in digitale, senza dover ricorre a materiale esterno.
Nonostante ciò, troviamo che la costruzione dei suddetti sia di ottima qualità, e che il lavoro artistico dietro ciascuna astronave sia gradevole e d’effetto. Con onestà, ammettiamo che in adolescenza avremmo desiderato avere la cassa dei giochi piena dei bolidi di Starlink, che si presentano massicci, solidi e colorati. Tuttavia, è chiaro che Starlink non sia un’esperienza che si fa in economia: sia la versione fisica che quella digitale comportano una consistente spesa, che sia per i giocattoli o per le componenti da sbloccare sugli store. Il gioco fa respirare in ogni momento la Battaglia per Atlas, tramite mansioni, centri di interazione e scontri che operano in modo interconnesso e che mantengono fermamente il focus sugli elementi caratterizzanti di Starlink: le astronavi, il volo e il mistero della fantascienza.
Un gioco per tutti, meglio ancora in mobilità
Alla luce delle considerazioni fatte, si può affermare che Starlink sia l’anello di congiunzione tra il Videogioco dedicato ai più piccoli e l’esperienza apprezzabile dai giocatori più adulti. Consigliamo il gioco a tutti i giocatori più navigati che cercano una pausa dai filoni ludici contemporanei, e a madri e padri che vogliono indirizzare il proprio bimbo verso esperienze più complesse e stimolanti. Al netto di un effettistica meno avanzata rispetto alle altre piattaforme, di pop-up più o meno vistosi e di una risoluzione ancorata ai 720p, Switch presenta una buona stabilità di prestazioni e permette di godere in mobilità di un tipo di esperienza che sembra disegnato per la sua natura Ibrida.
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