Quando qualcosa non funziona, esistono due procedure universali per tentare di riparare l’oggetto: soffiarci dentro, o spegnerlo e riaccenderlo. Operazioni apparentemente inutili, ma che tutti abbiamo utilizzato almeno una volta nella nostra vita (magari anche riuscendo a risolvere il problema). Spegnere e riaccendere l’oggetto però sembra essere stata una possibile soluzione anche per la Nasa. Il 16 ottobre ha infatti “spento e riacceso” il telescopio Hubble, uno dei più grandi e versatili mai mandati in orbita dall’essere umano, per provare a risolvere un guasto riscontrato a inizio ottobre.
Il guasto al telescopio Hubble
Vittima del guasto è il giroscopio, che in seguito a un’operazione di equipaggiamento ha iniziato a roteare troppo velocemente. Ciò ha rappresentato chiaramente un problema, in quanto bloccare la posizione del telescopio su un bersaglio era diventato impossibile.
Ed ecco quindi la soluzione: spegnerlo e riaccenderlo, così da eliminare eventuali problemi causati durante l’equipaggiamento del supporto. Tuttavia il riavvio non ha dato i risultati sperati. Secondo il report della Nasa infatti, “i dati risultanti non hanno mostrato nessun miglioramento nelle performance del giroscopio”.
Si è dovuto quindi passare alle maniere “forti”, facendo roteare avanti e indietro il giroscopio (utilizzando navicelle spaziali) e contemporaneamente cambiando la modalità di rotazione da “alta” e “bassa”. Le operazioni avrebbero però consentito di raggiungere una soluzione. Il 19 ottobre sono state attuate alcune manovre addizionali, che consentono ora al giroscopio di funzionare bene sia nella modalità “alta” che “bassa”.
Il telescopio Hubble, comunque, tornerà a esplorare lo spazio in pochissimo tempo.
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