L’intelligenza artificiale ci terrà in vita, almeno digitalmente. È questo l’obiettivo di Hossein Rahnma, con la sua app Augmented Eternity.
Tecnologia dall’aldilà
In “Be Right Back”, il primo episodio della seconda stagione di Black Mirror, Martha scopre l’esistenza di una tecnologia in grado di “riportare in vita” il suo fidanzato Ash, deceduto in un incidente d’auto. L’intelligenza artificiale può imitare il soggetto alla perfezione, dall’accento, ai modi di dire, alla voce. L’episodio si intreccia fin troppo bene alle ultime novità.
Augmented Eternity
L’imprenditore e scienziato Hossein Rahnma sta sviluppando Augmented Eternity, un’applicazione per creare un avatar digitale, una copia virtuale ed eterna di sé stessi. Probabilmente sotto forma di chatbot o assistente virtuale come Google Assistant, ma più avanzato e “ispirato” a una persona vera.
Inizialmente pensata per i dirigenti d’azienda – una sorta di guida per i dipendenti -, Rahnma crede che, una volta completata, potrebbe diventare una pratica molto comune e non così strana.
Al di là delle ipotetiche argomentazioni sull’etica, l’unico vero ostacolo è il fatto che nessuno di noi è riassumibile in un unico profilo. Chiunque mostra lati diversi di sé in base all’ambiente circostante, alle persone che ha attorno e ad altri fattori.
Nonostante ciò, Rahnma si dice convinto delle capacità dell’applicazione e crede che con abbastanza dati a disposizione il problema sopraccitato potrebbe essere superato.
Eternime
Anche la startup Eternime – creata da Marius Ursache – punta alla comunicazione tra vivi e morti. Questa volta si parla di un sito in grado di conservare i ricordi e trasmetterli ai futuri interessati. Come per Augmented Eternity, il concetto si può applicare anche ai vivi, come consulenti, politici, formatori, e così via.
I due progetti potrebbero rivoluzionare la comunicazione o non prendere piede affatto. In gioco ci sono anche questioni etiche e morali, già ampiamente discusse in “An Ethical Framework for the Digital Afterlife Industry“, il dibattito sull’etica della cosiddetta “aldilà digitale” di Carl Öhman e Luciano Floridi. In ogni caso, non resta che aspettare ulteriori sviluppi.
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