Shadow of the Tomb Raider chiude il sipario per la nuova Lara
La trilogia reboot di Tomb Raider è stata sicuramente uno degli esperimenti più coraggiosi degli ultimi anni, fattasi strada con successo nel pingue mercato degli action adventure. Riportare in auge un’icona degli anni ’90, destrutturandola e ricostruendola secondo i canoni della narrativa dei nostri giorni, avrebbe potuto rivelarsi un’operazione fallimentare sotto tanti punti di vista. Lara Croft infatti, nel passato, è stata sempre disegnata come un eroina coraggiosa, incurante del pericolo, pronta a tutto pur di raggiungere il suo scopo. La “nuova” Lara invece è molto più umana, preoccupata e posta di fronte a situazioni che più di una volta richiedono all’archeologa di spingersi più in là di quanto realmente voglia, e di superare limiti morali e fisici che mai avrebbe pensato neanche di raggiungere.
Come già anticipato, l’esperimento di Crystal Dynamics prima e di Eidos Montreal poi, si è rivelato parecchio riuscito, soprattutto grazie a precise scelte stilistiche. Una Lara vecchio stampo avrebbe scimmiottato eccessivamente, almeno secondo noi, Nathan Drake – protagonista di Uncharte – e sicuramente non sarebbe stata accolta in maniera positiva dall’utenza. Abbiamo dunque trovato parecchio oculata la scelta di Crystal Dynamics di raccontare il percorso che porterà Lara a essere quella che tutti conosciamo, partendo dal principio. Questo cerchio iniziato con Tomb Raider, uscito nel lontano 2013, si chiude finalmente con Shadow of the Tomb Raider, ultimo saluto a Miss Croft da parte di Eidos Montreal. Il titolo, disponibile su PlayStation 4, Xbox One e PC dal 14 Settembre, sarà riuscito a dare una degna conclusione a questo reboot? Scopritelo nella nostra recensione!
Le ombre di Lara
Shadow of the Tomb Raider vede ancora una volta Lara Croft e il suo fido amico Jonah alle prese nella lotta contro la Trinità, un gruppo di mercenari pronti a tutto pur di attuare un folle e diabolico piano. Infatti, questi temibili avversari, hanno l’obiettivo di epurare il mondo da tutti i mali, provocando l’estinzione della razza umana tramite l’utilizzo di un particolare pugnale capace di scatenare calamità naturali. Tuttavia, Lara si ritroverà ad affrontare non solo la Trinità, ma anche i suoi demoni interiori.
Con il ritrovamento del pugnale e il suo conseguente furto, la giovane archeologa scatenerà un’inaudita sequenza di morti, raccontata con immagini capaci di segnare profondamente l’animo del giocatore. La responsabilità di portare sulle spalle l’intero destino della razza umana, il dolore e la colpevolezza per le tante vite spezzate sono la vera “shadow” di Lara Croft. Mai così umana e sofferente per ciò che sta accadendo, anche per causa sua, Lara è estremamente decisa a porre fine sia alla Trinità, sia alla sua missione.
Sequenze dall’impatto visivo ed emotivo devastante
Non riveleremo ulteriori dettagli in merito alla trama di Shadow of the Tomb Raider, ma vi possiamo assicurare che la narrazione è uno dei punti di forza di questo titolo. Il ritmo è abbastanza serrato, e regala al giocatore momenti di assoluto spessore, grazie ad alcuni colpi di scena davvero ben scritti e ben sceneggiati. Sono splendide anche le sequenze da disaster movie che, nonostante siano adrenaliniche e divertenti in pieno stile Tomb Raider, non apportano alcuna innovazione alle meccaniche del titolo. Ad accompagnare la narrazione, troviamo un impianto visivo di rara fattura: la scenicità di alcune ambientazioni, infatti, sarà una delle parti integranti della diegesi di questo Shadow of the Tomb Raider.
Grazie a sequenze visive dall’impatto devastante, assicuriamo che il gioco è capace di far nascere nel giocatore un senso di avventura che di recente si è visto solo nei capitoli di Uncharted. Ottima anche la caratterizzazione di Lara, Jonah e alcuni comprimari, mentre è da rivedere quella dei villain, non originali e sempre abbastanza banali nelle loro intenzioni, viste e riviste in prodotti ludici e non. Se cercate dunque un titolo con un’ottimo impianto narrativo, che punta tutto o quasi sul vivere una vera e propria spedizione avventurosa, Shadow of the Tomb Raider potrebbe essere la scelta giusta per voi. Peccato per l’esigua durata della campagna principale, sensibilmente più breve rispetto a quella di Rise of the Tomb Raider; questa può essere completata in circa tredici ore di gioco, escludendo ovviamente tutte le missioni secondarie e le tombe della sfida.
Stesso impianto ludico, nuove meccaniche
Il gameplay di Shadow of the Tomb Raider è rimasto sostanzialmente immutato rispetto a quanto visto sia in Tomb Raider, sia in Rise of the Tomb Raider. Il titolo propone delle enormi mappe liberamente esplorabili, ricche di materiali utili alla fabbricazione di frecce, cure e medicine che stimolano la concentrazione, sia di collezionabili, che riveleranno succosi dettagli sulla lore del titolo e sull’ambientazione scelta per l’occasione: il Perù. A differenza dei capitoli precedenti, i ragazzi di Eidos Montreal hanno spinto molto di più sull’esplorazione, invogliando il giocatore a interagire con qualunque NPC e a visitare ognuna delle Tombe della Sfida. Queste permettono di raccogliere esperienza utile a far salire di livello la nostra Lara.
Ogni level up porta in dote all’archeologa un punto da spendere all’interno di un ricco e sfaccettato albero, diviso in tre diverse categorie: Guerriera, Saccheggiatrice ed Esploratrice. La bellezza di questo albero delle abilità non sta tanto nella sua varietà, ma nel fatto che per avere vita facile durante il corso del gioco, dovranno essere sviluppati tutti e tre i rami disponibili. Non sarà infatti possibile prescindere da alcune abilità a vantaggio di altre, rendendo dunque necessaria una particolare attenzione per ciò che concerne l’utilizzo dei tanto faticati punti spendibili. Anche a difficoltà media, dunque, avere un personaggio più equilibrato potrebbe fare la differenza nel proseguire senza troppi intoppi verso il finale.
Una grande novità, il rampino
Come già anticipato, l’impianto ludico di Shadow of the Tomb Raider è rimasto sostanzialmente quello già visto e conosciuto in precedenza. Tuttavia, ci sono alcune importanti novità: una su tutte, il rampino. Tramite questo strumento sarà possibile calarsi da altezze vertiginose e aggrapparsi ad appigli di fortuna, al fine di arrivare in alcune impervie zone altrimenti inaccessibili. Questa feature da un senso all’eccessiva e mai sfruttata verticalità degli ambienti già vista negli scorsi capitoli, creando dunque nuovi modi di intendere l’esplorazione, rinnovandola e mettendola sotto una nuova luce. Apprezzabile inoltre l’inserimento della possibilità di eseguire delle uccisioni silenziose dai rami degli alberi grazie proprio al rampino, in una maniera che ci ha ricordato parecchio il recentissimo Marvel’s Spider-Man. Proprio di quest’ultimo, vi invitiamo a leggere la nostra recensione.
Tanti miglioramenti
Tuttavia le novità apportate da Eidos Montreal non finiscono di certo con il rampino. Infatti gli sviluppatori di Shadow of the Tomb Raider hanno migliorato in tutto e per tutto il già ottimo impianto ludico della saga reboot. Le fasi platform sono state infatti nettamente ampliate, così come quelle stealth e quelle dedicate agli enigmi. Sotto questo punto di vista Shadow of the Tomb Raider offre una grande libertà d’azione: si potrà decidere di sterminare le truppe della Trinità a fucili spianati, o optare per un approccio più silenzioso e sicuramente letale. Nascondersi tra i cespugli, ricoprirsi di fango per mimetizzarsi con l’ambiente, e l’utilizzo delle nuovissime trappole, sono elementi che creano situazioni alla lunga potenzialmente stancanti, ma che offrono sicuramente una varietà nel gameplay che negli scorsi capitoli era molto meno accentuata.
Le fasi platform sono state ben inserite all’interno sia dell’esplorazione, sia di determinati enigmi, dei quali la risoluzione è necessaria per proseguire nell’avventura. Come già anticipato, tali fasi si rivelano oltremodo divertenti grazie alle nuove feature inserite dalla casa di sviluppo. Tuttavia, dovendo fare un appunto agli sviluppatori, sarebbe stato meglio dedicare un po’ più di attenzione ai frangenti in cui ci troviamo ad affrontare le già citate calamità naturali. Infatti, tali situazioni si riducono a un semplice “corri e salta” essenzialmente guidato, e alla lunga diventano eccessivamente ripetitive.
Gli enigmi compensano con ingegno le fasi più lineari
Di ottima fattura invece sono gli enigmi proposti sia durante la main quest, sia in occasione delle tante Tombe della Sfida presenti all’interno del titolo. Ci è parso infatti che Eidos Montreal abbia dato un’importanza maggiore a questi rispetto al passato, creando situazioni ben congegnate, mai banali né frustranti, nonché molto stimolanti da affrontare. Non dovrete arrovellarvi il cervello come in altri titoli, ma un minimo di ragionamento sarà comunque necessario ai fini della risoluzione degli enigmi proposti. Possiamo addirittura affermare con certezza che gli sviluppatori abbiano deliberatamente deciso di dare più importanza all’esplorazione e alla risoluzione dei tanti enigmi piuttosto che agli scontri veri e propri, che ricoprono un ruolo per così dire secondario all’interno di Shadow of the Tomb Raider.
Gli scontri a fuoco convincono, le fasi stealth no
Passando proprio agli scontri contro i tanti e vari avversari presenti, dobbiamo ammettere che sono la parte che meno ci ha convinto del gioco. L’intelligenza artificiale dei nemici ci è sembrata mediocre e poco curata, soprattutto nel caso in cui il giocatore decida di affrontarli utilizzando un approccio stealth. In questi casi i nemici si separano volutamente piuttosto che restare in gruppo, permettendo a Lara di ucciderli facilmente e senza allertare gli altri soldati nelle vicinanze.
Durante gli scontri a fuoco, invece, affrontare i soldati della Trinità e gli altri nemici presenti diventa sicuramente più problematico; questi infatti ci bersaglieranno con tutto l’arsenale a loro disposizione, e saranno pronti a tutto pur di porre fine alla vita di Lara Croft. Un maggior bilanciamento dell’intelligenza artificiale sarebbe stato dunque gradito, e avrebbe dato sicuramente un tocco in più a quello che resta un ottimo prodotto d’avventura. Di buona fattura, infine, sia le missioni secondarie, mai eccessivamente noiose, e le splendide Tombe della Sfida, evocative e ben costruite sia per qualità della mappa, sia per varietà di situazioni proposte.
Il comparto tecnico eccelle
Il comparto tecnico e sonoro di Shadow of the Tomb Raider è uno dei migliori mai visti su console negli ultimi anni. Il titolo contiene delle texture davvero eccellenti, che contribuiscono insieme agli effetti di luce a creare delle ambientazioni che rimarranno a lungo impresse nella mente del giocatore. Anche i modelli poligonali dei protagonisti e dei comprimari sono davvero eccelsi, ben definiti e molto dettagliati, a dimostrazione dell’estrema cura che Eidos Montreal ha riversato in questo titolo. L’unico, piccolo difetto che abbiamo riscontrato è stato quello riguardante il doppiaggio. in alcuni casi, infatti, il parlato in Italiano è fuori sincronia rispetto al labiale. Un piccolo difetto, che avrebbe potuto essere risolto in maniera piuttosto semplice.
Inoltre, Shadow of the Tomb Raider permette di scegliere tra una modalità prestazioni, dedicata all’aumento del frame rate, e una modalità invece dedicata alla risoluzione, che garantisce una definizione in 4K e 30 frame stabili al secondo. Durante la nostra prova, effettuata su PlayStation 4 Pro, abbiamo utilizzato entrambe le modalità, preferendo tuttavia quella dedicata alle prestazioni, che offre una grafica comunque eccezionale e un frame rate quasi sempre ancorato ai 60 FPS. Di ottima fattura anche la colonna sonora, evocativa e adatta alle situazioni proposte a schermo. Siamo dunque curiosissimi di vedere all’opera Shadow of the Tomb Raider con il Ray Tracing previsto dalle nuove schede video Nvidia.
In conclusione
Shadow of the Tomb Raider è un ottimo titolo, che offre una degna chiusura alla trilogia dedicata a questa nuova Lara Croft. Eidos Montreal ha riversato parecchia cura nello sviluppo di questo capitolo, migliorando sensibilmente alcuni lati dell’esperienza ludica già vista in Rise of the Tomb Raider, aggiungendo nuove meccaniche ed evolvendo quelle già esistenti. Insomma, lo studio ha fatto suo l’impianto creato dai colleghi di Crystal Dynamics, declinandolo in una piacevole variante. Peccato per l’ingenuità dei nemici e per alcune sezioni platform particolarmente ripetitive, che tuttavia non minano in alcun modo la bontà dell’opera. Se siete orfani di Uncharted, appassionati della bella archeologa o se cercate un titolo adventure ben realizzato, Shadow of the Tomb Raider è sicuramente ciò che fa per voi. Consigliamo caldamente l’acquisto, che potete effettuare a questo link dedicato.
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