I termini e le condizioni di PSN sarebbero “ostili nei confronti dei consumatori” per un’associazione tedesca
Pare che nuovi guai legali si profilino all’orizzonte per Sony. Questa volta, ad essere presi di mira sono i termini e le condizioni di utilizzo del servizio PlayStation Network. Secondo un’associazione consumatori tedesca, la Consumer Association of North Rhine-Westphalia (Verbraucherzentrale NRW), i T&C di PSN violerebbero infatti diverse norme a tutela degli utenti. Nella lettera in cui chiede la cessazione di queste presunte violazioni, l’associazione ha individuato tre “aree” in cui Sony metterebbe in atto una politica “ostile” nei confronti dei consumatori.
I T&C “ostili”
La prima area riguarda la normativa sulle carte prepagate che si possono utilizzare per acquistare sulla piattaforma PlayStation Network; secondo l’associazione, risulta inaccettabile che essa cessi dopo 24 mesi se nulla viene speso. In secondo luogo, sarebbero contrari alla legge quei termini che scaricano interamente sui genitori la responsabilità degli acquisti in-game eseguiti da figli minori di età. Infine, l’ultimo motivo di lagnanza riguarda il diritto di recesso che spetta al consumatore. L’associazione consumatori ha infatti scoperto che non c’è specifica indicazione che i consumatori debbano esplicitamente dare il consenso per rinunciare a questo diritto quando compiono acquisti digitali. Questa indicazione, appunto, è richiesta a norma di legge.
Nella lettera, Verbraucherzentrale NRW minaccia infine di portare di fronte ad una corte Sony se non provvederà a rivedere queste clausole. Secondo alcuni legali, questa pratica è piuttosto diffusa e grazie alla disponibilità economica a cui ha accesso, l’associazione non avrebbe alcuna difficoltà a portare a fondo il processo. Per questa ragione, i vari fornitori di servizi di questo tipo nell’industria videoludica dovrebbero controllare le proprie politiche, ed essere pronti ad affrontarne le eventuali conseguenze. Cosa ne pensate? Ritenete che Sony vincerebbe uno scontro legale, o che soccomberebbe di fronte alle argomentazioni dell’associazione? Se così fosse, sarebbe costretta a modificare i propri T&C, con conseguenze per tutti i consumatori.
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