Un retroscena inedito potrebbe finalmente chiudere il dibattito sulla scena finale di Inception
SPOILER ALERT: SI PARLERÀ APERTAMENTE DEL FINALE, PROSEGUITE LA LETTURA A VOSTRO RISCHIO E PERICOLO
Sin dall’uscita del film, avvenuta nell’ormai lontano 2010, i cinefili di tutto il mondo si sono divisi riguardo la scena finale del film di Christopher Nolan. La scena in cui l’agente Cobb, interpretato da Leonardo di Caprio, si ricongiunge finalmente con la sua famiglia accade realmente o è un sogno? Il totem cadrà o continuerà a girare all’infinito?
Le dichiarazioni a riguardo si sono susseguite nel corso degli anni. Ma adesso grazie a Michael Caine (che nel film interpreta il professore Miles, mentore del protagonista) arriva un dettaglio inedito che potrebbe mettere fine alle discussioni.
Quando ho ottenuto la sceneggiatura di Inception, sono rimasto un po’ perplesso e ho detto a Nolan che non capivo quando era il sogno e quando la realtà. La risposta era semplice: se ero in scena era la realtà, se non ero in scena era un sogno.
Sembrerebbe quindi che la scena sia ambientata nella realtà, con Cobb che riabbraccia veramente i suoi cari.
Una versione che si sbilancia nettamente verso una delle due possibilità, cosa che Nolan non ha mai fatto. Il regista infatti ha sempre mantenuto un atteggiamento ambiguo a riguardo, evitando di schierarsi apertamente con una delle due fazioni. In verità, il cineasta ha fin fa subito affermato di avere le idee chiare a riguardo, asserendo in una vecchia intervista del 2011 che il film ha un’unica interpretazione (senza però dire quale!).
Ho sempre creduto che se fai un film basato sull’ambiguità deve essere basato su un’unica vera interpretazione. Se non lo è finirà per contraddirsi. O, peggio, finirà per essere farraginoso, facendo sentire il pubblico ingannato. L’ambiguità nel film nasce dall’incapacità stessa del protagonista di capire e da lui l’ambiguità si riflette sul pubblico che guarda.
Il regista ha voluto piantare di proposito il seme del dubbio negli spettatori, lasciando la libertà di interpretazione. E probabilmente la forza di Inception sta proprio qui, nell’immedesimazione con i personaggi, con il loro vivere costantemente in bilico tra sogno e realtà, facendo fatica a distinguerli.
La gente con figli lo legge puntualmente in modo diverso dagli altri. È evidente che il pubblico trova una zona libera di interpretazione in cui può mettere ciò che vuole. Il dettaglio emotivo più importante sull’inquadratura della trottola che gira alla fine è che Cobb non la guarda più. Non gliene importa più nulla di scoprire se stia vivendo un sogno o la realtà.
Voi cosa ne pensare del finale di Inception? Siete d’accordo con questa nuova lettura o preferite la libera interpretazione del regista? Secondo voi perché Caine ha dato una spiegazione diversa da quella di Nolan? Ditecelo nei commenti
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