La nascita di Internet ha portato una vera e propria rivoluzione nell’ambito della comunicazione. Grazie a questo potente mezzo è divenuto possibile, infatti, comunicare accorciando tempi e distanze, aumentando così la portata della comunicazione stessa. La rete, insomma, permette l’interazione tra persone situate in qualsiasi parte del mondo, e in tempi estremamente brevi.
Se oggi possiamo accedere alle notizie in tempo reale, quindi, è grazie alla straordinaria potenza di Internet. Ma è anche questo il motivo per cui, in Bangladesh, il governo ha impossibilitato l’accesso alla rete ai suoi cittadini, precludendo ogni contatto con il mondo esterno. Da diversi giorni infatti è in corso una grandissima protesta studentesca, che il governo sta cercando di reprimere tramite atti di violenza e censura.
Perché è nata la protesta
Ci troviamo a Dacca, Bangladesh. È il 29 luglio quando due studenti, Diya Khanam Mim e Abdul Karim Rajib, vengono travolti e uccisi a una fermata dell’autobus. L’autista avrebbe perso il controllo del mezzo mentre, durante una gara con un autobus rivale, cercava di arrivare per primo alla fermata per accaparrarsi i passeggeri. Una pratica del tutto comune nel Bangladesh, dove il settore dei trasporti è largamente ritenuto corrotto e pericoloso, e in cui le condizioni di sicurezza stradale sono pessime. Nel 2017, quasi 7.400 persone sono morte a causa di incidenti stradali, e altre 16 mila sono rimaste ferite.
Ed è proprio per una migliore sicurezza stradale che gli studenti, ragazzi delle scuole medie e superiori, scendono in strada e iniziano una protesta contro il governo. Organizzano posti di blocco, obbligano gli autisti a non procedere contromano per evitare il traffico – come da consuetudine. Ma soprattutto, verificano che gli autisti abbiano davvero una patente scoprendo che, in realtà, sono in moltissimi a mettersi alla guida senza alcuna licenza. Non libereranno le strade finché le loro richieste non verranno esaudite.
Tutto ciò non può che essere un’umiliazione per il partito al governo, la Lega Awami, che vede la propria capitale bloccata dagli studenti.
La svolta violenta
La situazione però degenera quando, nel weekend, nella manifestazione si infiltra la Bangladesh Chhatra Leauge, o BHL: un gruppo di “studenti” che in molti paragonano alla “Gioventù Hitleriana”, ma che in realtà si occuperebbe di fare i “lavori sporchi” su commissione del governo. Inizia così la svolta violenta della manifestazione, fino a quel momento assolutamente pacifica. La BHL inizia infatti a picchiare gli studenti manifestanti, non risparmiando nemmeno coloro che si recano in ospedale per cercare soccorso e i giornalisti presenti.
Nel frattempo, la polizia risponde con proiettili di gomma e gas lacrimogeni – che in seguito negherà di avere usato. Almeno 100 studenti, ragazzi e ragazze dai 14 ai 18 anni, vengono feriti, e ogni dispositivo che possa riprendere e diffondere le immagini viene distrutto. Ma è troppo tardi: le ferite non mentono, è palese l’uso delle armi, e in rete iniziano a circolare i primi video dell’accaduto. Il bilancio si aggrava, si parla addirittura di studenti morti e di quattro ragazzine stuprate dai “teppisti” del governo. Su Reddit compaiono le prime richieste di aiuto: “aiutateci, siamo tredicenni, non vogliamo morire”.
La risposta del governo del Bangladesh
La sera di sabato 4 agosto in moltissimi non riescono più ad accedere a Internet, e tutti i contenuti riguardanti la vicenda vengono oscurati. Prothom Alo, un giornale del Bangladesh, dichiara la disattivazione dei servizi 3G e 4G per oltre 24 ore.
A primo impatto sembrerebbe un malfunzionamento, ma dietro al rallentamento della rete c’è in realtà il governo che, secondo un impiegato rimasto anonimo, avrebbe richiesto alla Bangladesh Telecommunications Regulatory Commission di rallentare la linea. Una mossa per tutelarsi, e impedire che ulteriori notizie fuoriescano dal paese. In moltissimi non riescono più a contattare i propri amici, e chi riesce a uscire dal Bangladesh fa del suo meglio per diffondere il più possibile l’accaduto su Internet.
L’appello degli studenti su Internet
Gli studenti, per quanto possibile, cercano di far sentire la loro voce sui social. Alcune delle testate internazionali più importanti iniziano a riportare l’accaduto, ma è Reddit il vero luogo in cui scalpita la protesta. Facebook, invece, rimuove e oscura ogni contenuto riguardante la vicenda.
Su Reddit è possibile trovare moltissime testimonianze dirette, commenti, ma soprattutto video. Vengono create e diffuse intere cartelle Drive contenenti video e immagini della rivolta, viene creato un subreddit per seguire la vicenda live e in moltissimi, da tutto il mondo, si dimostrano immediatamente solidali. Nascono petizioni su Change.org, viene lanciato l’hashtag RebootBangladesh. La richiesta principale è una: condividere, e far sapere che cosa sta succedendo.
Cosa possiamo fare
Ciò che sta accadendo a Dacca è gravissimo. È grave che un governo reprima con violenza i propri studenti, e che infranga il loro diritto alla libertà di parola impedendo l’accesso a Internet.
È grave che ragazzi dai 13 ai 18 anni vengano picchiati, stuprati e uccisi nella totale indifferenza del paese e del governo, solamente perché pretendevano un posto dove vivere che fosse più sicuro.
Grazie a Internet, anche noi abbiamo la possibilità di vedere con i nostri occhi cosa sta succedendo, ma soprattutto, abbiamo la possibilità di agire. Abbiamo la possibilità di far sapere al mondo cosa sta succedendo.
Ecco cosa possiamo fare:
- Seguire il subreddit r/bangladesh
- Seguire live gli avvenimenti qui: LIVE Bangladesh Protest Crisis thread
- Firmare la petizione su Change.org
- Condividere. Diffondere i fatti e far sapere a tutti cosa sta succedendo è l’arma più potente contro l’indifferenza e la censura del governo del Bangladesh.
FONTI: New York Times ABS-CBN
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