La multinazionale tecnologica si applica sul campo della cybersecurity
Le premesse
Il prossimo 6 novembre i cittadini americani saranno chiamati a votare per le elezioni di medio termine. Queste si svolgono ogni quattro anni – due anni dopo le elezioni presidenziali – e vengono considerate il “punto della situazione” riguardo l’operato del presidente.
Il tentativo di hacking
L’attacco si è basato su un falso dominio Microsoft indirizzato ad almeno tre candidati alle elezioni. In sostanza, gli hacker avrebbero tentato di convincere i candidati a visitare pagine Microsoft fasulle, forse per installare malware o per un tentativo di phishing.
“Date le loro posizioni, erano tutti bersagli interessanti per lo spionaggio e la rovina delle elezioni” conferma Tom Burt, vice presidente Microsoft, durante l’Aspen Security Forum.
L’azienda avrebbe trovato la falla dopo aver controllato dei falsi domini Microsoft associati allo spionaggio già nel 2016.
Dito nuovamente puntato contro la Russia
Varie aziende di cybersecurity come SecureWorks e Mandiant hanno ragione di credere che questi hacker potrebbero essere nuovamente collegati all’Intelligence russa. Ma la Russia nega rigidamente ogni accusa. Uno dei gruppi di hacker più sospetti è noto come Fancy Bear ed è sorvegliato con grande attenzione da tutte le società di sicurezza informatica.
Già a marzo 2018 gli Stati Uniti avevano mosso sanzioni economiche ai danni della Russia per una serie di attacchi informatici commissionati dal governo. Gli hacker avevano trafugato e pubblicato oltre 19.000 mail private dei dirigenti americani.
Curiosamente, nonostante le agenzie di sicurezza americane (Intelligence, CIA ed FBI) fossero d’accordo sulla colpevolezza della Russia, Trump sarebbe sempre rimasto scettico. Il presidente infatti ha ammesso solo che la Russia “potrebbe aver interferito nelle elezioni” e “altri paesi probabilmente hanno fatto altrettanto”.
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