Molti internauti pensano che la navigazione privata li renda invisibili ed irrintracciabili. Niente di più sbagliato
Lo studioso Yasemin Acar dell’ università Liebiniz di Hannover ed i suoi colleghi hanno fatto uno studio sul grado di comprensione che la gente ha per l’utilizzo della sessione privata di navigazione. I 460 soggetti testati hanno dovuto leggere e compilare un test sulle condizioni di utilizzo di un browser fittizio di nome Onyx. I partecipanti non sapevano, però, che quelle erano le condizioni reali di uno dei browser più usati al mondo.
Al momento del test, le “cavie” sono sembrate molto confuse sulla navigazione in incognito e in molti hanno sbagliato le risposte.
I dati
Il 23% credeva che il governo non potesse risalire alla cronologia di un individuo e il 37% credeva la stessa cosa di un datore di lavoro. Il 27% dei testati era convinto che la navigazione in incognito fosse un buon modo per tutelarsi dagli attacchi virus. Il 31% credeva, invece, che fosse immune alla pubblicità mirata. Infine, il 40% circa, che con la connessione privata non fosse possibile rintracciare la posizione del device.
In conclusione Acar ha fatto un annuncio ai browser:
“Smetterla di cullare gli utenti in un falso senso di sicurezza”
Le conclusioni
In conclusione la navigazione in incognito non vi proteggerà dalle trappole dell’Internet, tanto meno vi renderà del tutto invisibili ed irrintracciabili. Certo però che se il vostro uso di questa funzione è il nascondere la cronologia alla fidanzata o nascondere al proprio capo il vostro memare sul lavoro, la navigazione privata è comunque un vostro alleato. Se una cosa è chiara, però, da questo studio è che i browser non hanno politiche propriamente trasparenti e che l’utenza dovrebbe essere molto più attenda nello spuntare quel “Accetto“.
Commodoriani cosa sapete voi della funzione di navigazione in incognito? secondo voi la legge dovrebbe intervenire per colmare le lacune delle condizioni generali? Fatecelo sapere nei commenti.
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