Sicuri di sapere proprio tutto su Atari?
La prossima settimana è in uscita un libro che racconta le origini del mondo videoludico. Valley of Genius: La storia non censurata della Silicon Valley sarà un’opera ricca di interviste ai grandi fondatori del mercato; da queste trapelano non solo glorie e onori, ma anche voci poco lusinghiere. In Valley of Genius, l’autore, Adam Fisher, alterna diverse interviste per raccontare la storia dei primi tempi di Atari. In particolare, pare che alcuni estratti del libro complichino ulteriormente l’eredità del co-fondatore di Atari, Nolan Bushnell.
Come ben sappiamo, il primo grande gioco di Atari è stato Pong. Ecco cosa dice a riguardo degli spazi dedicati alla catena di montaggio il co-fondatore Dabney:
“Abbiamo iniziato in uno spazio di 1700 metri quadrati, ma quando abbiamo iniziato a creare Pong, avevamo bisogno di più spazio; scoprimmo che il tizio che stava accanto a noi si era trasferito. Allora ho fatto un buco nel muro e mi sono trasferito nella sua zona, occupando anche quei 1700 metri quadrati. Il manager è venuto da me e ha detto: ‘Non puoi farlo!’. Ma Nolan gli ha risposto: ‘E invece l’abbiamo fatto! Ora devi soltanto capire quanto ci costerà’. Ma anche quello non era abbastanza grande. Poi è diventata disponibile una pista di pattinaggio in fondo all’isolato: 10.000 metri quadrati! Voglio dire, eravamo pieni zeppi di gente con i pattini a rotelle che correva sulla pista da pattinaggio costruendo modelli di Pong“
Nolan Bushnell, aka “The Wolf of Atari”
Dopo questo aneddoto, il racconto prosegue con alcune testimonianze riguardanti la composizione della compagnia ai suoi inizi:
“Bushnell: La gente parla dell’atmosfera di festa, ma quello che non capiscono è che tutto si basava sul raggiungimento delle quote. Abbiamo avuto una forza di lavoro estremamente giovane.
Chris Caen, impiegato dei primi Atari: ho iniziato a 15 anni come stagista estivo. All’età di 18 anni, ero un product manager. Avevo un ufficio con pareti rigide, guadagnavo bene e pensavo: ‘Perché devo andare al college?’
Bushnell: Le ragazze che riempivano le schede dei computer e facevano i test erano ventenni o diciottenni. I ragazzi che spostavano le cose in giro, le impacchettavano e le spedivano, erano tutti poco più che ventenni.”
Infine, scottanti le rivelazioni di come la compagnia abbia speso i soldi del successo di Pong, portandoli ad una lenta fine:
“Il primo ingegnere di Atari, Alcorn: Allora Atari era una gran cosa, e tutti volevano parlare con noi, credevano in quello che dicevamo! Più la compagnia avanzava, più oltraggioso diventava il comportamento di Nolan.
Il giornalista Michael Malone: È difficile comprendere quanto fosse pazzo Nolan in quei primi tempi. Viveva alla grande. Aveva la Rolls-Royce. Il nome in codice per ogni nuovo prodotto è stato preso da quello di una bella ragazza della catena di montaggio. Faceva uso di cocaina con le ragazze della catena di montaggio nella vasca idromassaggio.“
Questi aneddoti sembrano dare una visione della Silicon Valley che non tutti si aspettano. La loro inclusione è intesa a rappresentare i comportamenti esagerati e anticonvenzionali comuni alla classe capitalista di questo periodo. Un modus operandi, a suo dire, tipico dei pionieri della tecnologia che hanno dato vita a molte aziende di successo. Il libro di Fisher sarà disponibile a partire dal 12 luglio.
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