Il critico spara a zero su alcuni registi italiani. Ma che sia solo marketing?
“Luca Guadagnino, Matteo Garrone, Gianfranco Rosi e Paolo Sorrentino hanno rovinato il cinema italiano, quello che c’è di meglio si trova fuori”. L’affermazione riportata da NewsCinecittà viene da Adriano Aprà, critico e studioso, che nel contesto della Mostra internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, ha rilasciato alcune dichiarazioni del chiaro intento provocatorio.
“L’industria va avanti pensando che il cinema è solo quello delle sale pubbliche, anche le riviste trattano solo ciò che è ufficiale, ma la maggior parte delle opere migliori non ne fanno parte”, ha poi aggiunto il critico.
Adriano Aprà si trovava alla mostra per presentare il volume “Cinema neosperimentale italiano” pubblicato nell’ambito dei Quaderni del CSCI (Centro di studi del cinema italiano).
C’è da dire che le dichiarazioni più che essere un attacco diretto nei confronti dei registi sopracitati, sono una più ampia critica al cinema italiano, scaturita dall’esperienza di Fuorinorma, a cui è dedicata la monografia che Aprà ha presentato. Si tratta di una rassegna permanente di cinema neosperimentale italiano, ad oggi composta da 72 opere in larga misura non narrative, che concentra l’attenzione sui produzioni concorrenti, che esulano dagli standard del cinema “tradizionale” e che spesso sono invisibili agli spettatori e talvolta anche agli addetti ai lavori.
Siete d’accordo con le dichiarazioni di Aprà o pensate che sia tutto un polverone alzato per far parlare del suo volume? Qual è la vostra opinione sul cinema neosperimentale? Ditecelo nei commenti!
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