È stata approvata in Commissione la legge sul copyright, un brutto giorno per la libertà di internet e per i meme.
Come già annunciato in un precedente articolo, la Commissione Giuridica del Parlamento Europeo – conosciuta come JURI – ha approvato con 14 voti favorevoli, 9 contrari e 2 astenuti la nuova legge, compresi i contestatissimi articoli 11 e 13.
Il comunicato stampa rilasciato annuncia il tutto come una vittoria per i piccoli giornalisti e gli editori.
Ve lo lasciamo qui in versione integrale
Le dichiarazioni dei favorevoli
Dopo il voto, il relatore Axel Voss, (PPE, DE), ha dichiarato:
“Questo voto segna il primo passo della procedura parlamentare per adottare le leggi sul copyright in grado di affrontare le sfide di Internet. Le ultime leggi per affrontare il copyright nella società dell’informazione risalgono a 17 anni e l’internet di oggi è fondamentalmente diverso da quello che era nel 2001.
Creatori e editori di notizie devono adattarsi al nuovo mondo di Internet come funziona oggi. Ci sono opportunità ma ci sono anche importanti inconvenienti. In particolare, gli editori e gli artisti di notizie, specialmente quelli più piccoli, non vengono pagati a causa delle pratiche di potenti piattaforme di condivisione dei contenuti online e aggregatori di notizie. Questo è sbagliato e miriamo a correggerlo. Il principio di una retribuzione equa per il lavoro svolto dovrebbe applicarsi a tutti, ovunque, sia nel mondo fisico che online.
La posizione del comitato mira a garantire che i principi del copyright ampiamente riconosciuti e osservati si applichino anche al mondo online. Un mondo che certamente deve rimanere un sostenitore della libertà di espressione, ma in cui anche la nostra società basata sulle regole dovrebbe riflettersi “.
Festeggiano anche gli editori, che considerano il risultato come una vittoria e un riconoscimento per i titolari dei diritti, che si vedranno riconosciuti i crediti dovuti – anche di natura economica.
Le case editrici europee hanno esultato dicendo:
“Internet è utile solo quanto il contenuto che lo popola. Il diritto attiguo a questi editori sarà fondamentale per incoraggiare ulteriori investimenti in contenuti professionali, diversificati e verificati per l’arricchimento e il divertimento di tutti, ovunque “
Le dichiarazioni dei contrari
Il gruppo di lobbying Ccia, che ha tra i suoi membri molti dei giganti tech come Alphabet (Google) e Facebook, per voce di Maud Sacquet ha dichiarato:
“Esortiamo tutti i deputati a contestare questa relazione e a sostenere regole di copyright equilibrate, che rispettino i diritti online e sostengano l’economia digitale europea”
Anche Raegan MacDonald, capo delle politiche pubbliche europee di Mozilla, si unisce alle critiche con queste parole:
“È deludente che appena poche settimane dopo il debutto del GDPR i parlamentari approvino una legge che danneggerà il Web in Europa. Con ramificazioni globali”.
Anche l’Unione per le libertà civili per l’Europa ha criticato il voto della commissione. Eva Simon infatti ha affermato:
“I deputati hanno ascoltato i lobbisti e hanno ignorato i nostri diritti fondamentali. Porteremo questo in plenaria e continueremo a lottare per la libertà di parola nell’Unione europea “.
E ora cosa succederà?
La decisione di avviare i negoziati in Consiglio sarà annunciata in occasione dell’apertura della sessione plenaria che si terrà il 2 luglio 2018 a Strasburgo. In quel momento i parlamentari europei potranno contestare la decisione presa e chiedere la votazione per poter di avviare i negoziati.
In che modo si può contestare la legge che sta per essere votata?
Le iniziative dei detrattori della legge per ribaltare il voto in assemblea plenaria sono già state avviate: cliccate qui per dare un’occhiata.
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