Durante il WWDC, la conferenza che ogni anno Apple tiene per gli sviluppatori, si è parlato anche di New MacOS Mojave e iOS 12, i nuovi sistemi operativi rispettivamente per Mac e iPhone/iPad. Oltre alle varie novità proposte, ciò che ha attirato l’attenzione è il browser Safari, che con i nuovi sistemi operativi diventerà lo strumento di guerra Apple contro Facebook.
Già dall’anno scorso, infatti, con il rilascio di iOS 11, Apple aveva aggiunto nel browser Safari la funzione “Intellingent Traking Prevention” (ITP). Regolando l’utilizzo di cookie di terze parti, la ITP aveva già dato del filo da torcere a Facebook.
Con i nuovi sistemi operativi questa funzione arriva in versione “2.0”, ancora più forte nella guerra a Facebook, colpendolo in ciò che gli ha permesso di diventare oggi: il tracciamento della navigazione degli utenti. Craig Federighi, responsabile dei software Apple, durante il WWDC ha infatti aspramente criticato Facebook e il suo modo di tracciare la navigazione all’insaputa degli utenti, e si prepara a prendere ulteriori precauzioni per garantire la Privacy.
Come funziona l’Intelligent Tracking Prevention
Quando utilizziamo tasti come “Mi Piace” e “Condividi”, chiamati Social Plug-In, Facebook crea dei cookies che “ricorderanno” ciò con cui abbiamo interagito; ciò succede in maniera analoga quando clicchiamo su una pubblicità di un sito. I cookies sono strumenti comodi nella navigazione, in quanto memorizzano le informazioni per fare, per esempio, il login a un sito. Vengono utilizzati anche per memorizzare i prodotti inseriti nel carrello quando si fanno acquisti online, evitando di doverli reinserire nel caso la pagina web si chiuda. Questi dati però vengono sfruttati da Facebook e altri siti anche per personalizzare le pubblicità, memorizzando i nostri interessi e proponendoci prodotti affini.
Tuttavia Apple, da sempre attenta alla Privacy dei suoi utenti, con la Intelligence Tracking Prevention ha limitato l’uso dei cookie. Navigando con Safari infatti, l’utilizzo dei cookie di terze parti viene limitato a sole 24 ore. Se invece non si visita un sito per più di 30 giorni, i cookie relativi vengono eliminati completamente, senza lasciare traccia.
Questa funzione ha creato qualche problema a Facebook. Utilizzando Safari infatti, se il sito non viene utilizzato giornalmente, l’utilizzo dei Social Plug-In risulta compromesso. I cookies relativi alle interazioni che avvengono tramite i Plug-In, infatti, vengono eliminati, e di conseguenza è necessario che ogni volta l’utente ne consenta l’utilizzo. Se invece trascorrono più di 30 giorni dall’ultima visita al sito, sarà necessario rifare addirittura il login.
La versione 2.0
Se prima la creazione di cookies veniva consentita, seppur limitatamente, con i nuovi sistemi operativi questa verrà completamente impedita. O meglio, non avverrà a meno che non sia consentito dall’utente. Infatti, ogni volta che un sito tenterà di creare dei cookies, Safari avviserà l’utente con un pop-up chiedendogli il consenso e avvertendolo che l’attività verrà tracciata dal sito.
In questo modo la Privacy degli utenti è garantita, impedendo ai siti di tracciare le proprie attività, a meno che non lo si voglia.
L’utilizzo di Safari
L’Intelligent Traking Prevention potrebbe raggiungere il massimo delle sue funzionalità sulla navigazione mobile: Safari è infatti utilizzato nel 26.7% delle sessioni browser da smartphone e nel 47.98% di quelle da tablet. Chrome rimane comunque il browser più utilizzato per il pc, ma anche per la navigazione da telefono, con il 63.6% di sessioni. E, proprio per questo, ci si aspetta che Google risponda in qualche modo alle azioni di Apple, adottando allo stesso modo delle precauzioni.
Il rapporto tra Apple e Facebook, comunque, sembra decisamente teso. Il social network non ha ancora risposto alle “provocazioni” di Apple, ma di sicuro non deve averla presa molto bene.
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