Che la ricerca scientifica sia importante, lo sappiamo. Questa viene utilizzata per ampliare le conoscenze in praticamente qualsiasi ambito della vita umana, ma non solo. Quello che forse ci interessa di più infatti sono le conseguenze pratiche e concrete della ricerca. Proprio gli strumenti tecnologici che ci vengono forniti sono ciò che permette la crescita e lo sviluppo della civiltà. Senza la ricerca scientifica oggi probabilmente non avremmo computer e smartphone così veloci ed intelligenti, sapremmo molte meno cose sull’universo in cui viviamo, ma soprattutto, non avremmo cure innovative a malattie da sempre ritenute incurabili. Per questo, sostenere la ricerca scientifica dovrebbe essere un’iniziativa importantissima.
Ma davvero viene valorizzata come dovrebbe?
La risposta è no.
In particolare nel nostro paese, la ricerca scientifica viene ignorata o poco considerata, e chi vuole dedicare la propria vita alla ricerca è costretto a doversi trasferire all’estero. Per questo contribuire alla ricerca dovrebbe essere importante. E se sei qui, probabilmente è perché un po’ interessa anche a te.
Quindi, se hai voglia di contribuire alla ricerca scientifica, ho un’ottima notizia per te: puoi!
Ma in che modo?
Il calcolo distribuito
Nonostante le tecnologie sfruttate dalla ricerca progrediscano di anno in anno diventando sempre più potenti, la capacità di calcolo necessaria per la ricerca a volte supera quella disponibile. Ciò costituisce un problema, in quanto non sempre gli enti hanno le capacità economiche per acquistare nuovi mezzi. Ed è qui che entra in gioco il calcolo distribuito.
Questa operazione consiste nel riunire e sfruttare le capacità di calcolo dei nostri computer, che noi sfruttiamo solo parzialmente. Nel mondo ci sono oltre un miliardo di pc: immagina l’enorme quantità di potenza che potrebbe essere generata se ognuno desse il suo piccolo contributo. E, di conseguenza, il grandissimo impulso dato alla ricerca.
Al fine di accumulare questa potenziale capacità di calcolo, l’Università di Berkley ha sviluppato il software BOINC, Berkeley Open Infrastructure for Network Computing, che una volta installato sul proprio dispositivo ne sfrutterà le risorse. Come funziona? Il nostro dispositivo scaricherà una serie di pacchetti dati, che provvederà ad elaborare. Una volta conclusa l’operazione i risultati vengono inviati, e il processo ricomincia.
Le prestazioni del mio dispositivo verranno ridotte?
In realtà, no. L’elaborazione avviene a “priorità bassa”: questo vuol dire che, se alcuni programmi richiedono l’uso del processore, il processo di elaborazione dei dati viene fermato per lasciar lavorare il dispositivo. In questo modo non ci sarà alcun rallentamento. È possibile elaborare dati praticamente sempre: mentre si naviga, si legge la posta, mentre si guarda un film. In generale, quando non viene utilizzato per processi troppo pesanti, e non è necessario connettersi ad internet durante l’elaborazione.
Ok, mi hai convinto. Cosa devo fare?
Se vuoi utilizzare il pc puoi scaricare il software BOINC disponibile sul sito italiano BoincItaly, dove troverai anche tutte le informazioni necessarie per impostare il tuo pc.
Se invece vuoi contribuire dal tuo smartphone o tablet, sono disponibili diverse soluzioni, a patto che siano Android: a causa di alcune restrizioni di Apple infatti, non è possibile utilizzare i dispositivi iOs per il calcolo distribuito.
Prima soluzione: scaricare l’app di BOINC. Tramite l’app sarà possibile indirizzare il proprio contributo a diverse cause, come la prevenzione del riscaldamento globale, lo studio di malattie come HIV, cancro e Alzheimer, ma anche ricerca di prove di vita extraterrestre, matematica e fisica. È disponibile sul Play Store.
Seconda soluzione: scaricare l’app HTC Power To Give. L’app, sviluppata da HTC, è basata come BOINC sul calcolo distributo. L’app elaborerà però i dati di notte. Inoltre funzionerà solo mentre è in ricarica e collegato alla rete Wi-Fi, in modo da non consumare i dati cellulare. L’utilizzo della RAM sarà del 25% nei dispositivi con più di 1GB di memoria, ma si può modificare. Il contributo verrà dato a diversi programmi scientifici in campi quali astronomia, ambiente, medicina e fisica. Per maggiori informazioni è possibile consultare la pagina dedicata, mentre l’app si può scaricare facilmente dal Play Store.
Speriamo di avervi convinto, con questo articolo, a supportare la ricerca scientifica.
Fateci sapere se avete scaricato le app, o le vostre opinioni a riguardo, con un commento!
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