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Dark Souls Remastered: gioco inossidabile, remastered già vecchia

Dark Souls Remastered è finalmente arrivato. Ecco cosa ne pensiamo! 

Dark Souls non ha bisogno di presentazioni. L’opera di From Software e del maestro Hidetaka Miyazaki ha infatti segnato, insieme a Demon’s Souls, la nascita di un nuovo genere, sdoganando inoltre il concetto di narrativa silenziosa che fino all’uscita del gioco nel lontano 2011, non aveva mai fatto breccia nel cuore dei videogiocatori. I due seguiti del titolo, Dark Souls 2 e Dark Souls 3, hanno tentato di rinfrescare l’impianto ludico apprezzato nel primo capitolo della saga, con risultati tuttavia altalenanti, soprattutto se rapportati al successo delle idee contenute in quest’ultimo ormai prese come punto di riferimento da svariate software house.

Tuttavia, se Dark Souls convinceva, e convince ancora oggi, per tutto ciò che concerne il game design, non possiamo dire lo stesso per quanto riguarda il fronte tecnico del titolo: ai tempi dell’uscita l’ottimizzazione su PC rasentava lo zero in pagella, e su console la situazione non era poi delle migliori. Per questo motivo From Software ha deciso di sottoporre Dark Souls ad un’operazione di ringiovanimento, almeno per ciò che riguarda il comparto tecnico, pubblicando Dark Souls Remastered.

Tale operazione ha suscitato innumerevoli preoccupazioni nell’ampia fanbase del gioco; DS infatti è un titolo che punta in maniera prepotente su minuzie e dettagli, che se trasposti male avrebbero potuto rovinare l’esperienza di gioco dei fan più accaniti. Dunque, crediamo che la ratio della scelta di sviluppare una remastered piuttosto che un remake sia proprio orientata in tal senso. La domanda tuttavia sorge spontanea: quest’operazione era realmente necessaria? Lo scoprirete nella nostra recensione!

Cara, vecchia Lordran…

Nonostante siano passati ben 7 anni dalla pubblicazione di Dark Souls, il fascino dell’opera è rimasto sostanzialmente immutato. Lo spettacolare level design, la minuziosa cura nella creazione di ogni dettaglio di ogni singolo luogo visitato e l’incredibile padronanza di articolazione della narrativa di Miyazaki rappresentano ancora oggi degli elementi che nessuno, neanche From Software stessa, è riuscita a superare.

L’eterna lotta tra luce ed oscurità, declinata in maniera totalmente nuova con la contrapposizione tra la Prima Fiamma ed il Segno Oscuro, è ancora capace di far appassionare ed emozionare il giocatore. Inoltre le sterminate diramazioni della lore di Dark Souls riescono a dire la loro anche in un’epoca in cui la narrativa del medium videoludico viene intesa in due modi diametralmente opposti; modi che presuppongono o il totale coinvolgimento del giocatore all’interno della trama, o la totale assenza di qualsivoglia spunto narrativo per focalizzarsi invece su ciò che il mercato desidera.

Raccontare stando in silenzio

Dark Souls Remastered

In Dark Souls invece ogni ambiente, ogni oggetto, ogni NPC ed ogni arma o armatura hanno qualcosa da raccontare; addirittura lo stesso level design menzionato poco fa è espressione dell’idea di narrativa silenziosa perpetuata da Miyazaki durante questi anni. Certo, per scoprire ogni segreto della lore di Dark Souls ci vorrà tempo, ma ogni tassello avrà un suo posto specifico all’interno di questa.

Nonostante dunque il medium in questi sette anni sia mutato, evolvendosi e declinandosi in modi diversi, l’opera di Miyazaki conserva ancora il fascino di un titolo che può essere definito, magari in maniera azzardata, unico nel suo genere. Insomma, lo avrete capito: volendo essere ironici, il comparto narrativo di Dark Souls non necessitava assolutamente di una remastered né di un remake.

Gioie e dolori di una Remastered

Discorso diverso ovviamente è quello riguardante le meccaniche di gioco ed il comparto tecnico dell’opera di From Software. Chi si è avvicinato alla saga di Dark Souls solo su console di nuova generazione, si ritroverà davanti un titolo in generale più lento degli altri, mancante di molte feature introdotte dai due sequel e con meccaniche farraginose poi eliminate dai successivi titoli della saga. Il capostipite della souls trilogy può essere considerato, per quanto riguarda l’impianto ludico, una sorta di diamante grezzo, che è stato successivamente ampliato e rifinito per essere più appetibile e meno frustrante.

Infatti, l’assenza della possibilità di equipaggiare più di due anelli a fronte dei quattro dei sequel, nonché l’impossibilità di teletrasportarsi tra i falò dall’inizio dell’avventura, potrebbe spiazzare i giocatori che non hanno mai scorrazzato tra le splendide terre di Lordran. Per il resto, il gameplay di questa remastered è rimasto sostanzialmente immutato: punitivo quanto basta, ma non per il gusto di esserlo. Ogni morte è un monito al giocatore, ed è inserita in quello che ci piace definire un processo di perfezionamento di quest’ultimo, che dovrà necessariamente imparare dai propri errori per evitare la perdita sia dei propri progressi, sia delle preziose anime utili a livellare.

A proposito del level up, ci sentiamo in dovere di segnalare l’assenza della possibilità di respeccare il personaggio, aggiunta poi nei due capitoli successivi. Nonostante dunque il peso degli anni cominci a farsi sentire, il gameplay di Dark Souls dimostra ancora estrema solidità, riuscendo a regalare al giocatore più paziente ore ed ore di sano divertimento. Certo, all’inzio entrare nei meccanismi del titolo può risultare complicato, ma una volta presa padronanza del combat system e dell’impianto di gioco tutto risulterà più semplice.

dark souls min

60 FPS, e poi?

Veniamo ora al lato tecnico, punto focale di questa remastered. A scanso di equivoci, vi anticipiamo che ci aspettavamo molto di più da quest’operazione. Il titolo From Software ha finalmente raggiunto i tanto agognati 60 FPS, vero, e ciò rappresenta un buon risultato dopo i catastrofici ed instabili 10 frame nella celeberrima Città Infame. Tuttavia l’aumento del frame rate non basta a giustificare le tante imperfezioni presenti all’interno di questa riedizione. D’altronde stiamo parlando di un titolo uscito nel 2011, di conseguenza il raggiungimento di un frame rate stabile non è poi una grande conquista.

Se disponete di una Xbox One X o di una PlayStation 4 PRO, potrete portare la risoluzione fino a raggiungere il 4K, che tuttavia non è nativo ma upscalato da un render eseguito a 1800p. Ed è proprio qui che si dipanano i dubbi riguardanti questa remastered. Sarebbe stato preferibile puntare sulla potenza della current gen per far girare il gioco in 4K nativo, senza bisogno di alcun tipo di espediente, dato che comunque l’aumento di risoluzione non migliora poi tanto il comparto grafico, che risulta parecchio datato, mostrando parecchio il peso degli anni. Anche il lavoro compiuto sulle texture del titolo soddisfa solo in maniera parziale.

Effetti e texture sono migliorati, ma di certo non brillano

Purtroppo non tutte le texture di questa remastered sono state aggiornate; se infatti quelle del protagonista, delle armature, delle armi e di alcune location tra cui Lost Izalith sono state rinnovate, le altre risultano semplicemente più nitide all’occhio grazie alla maggior potenza delle console current gen. Tale lavoro mal si amalgama all’eccellente opera compiuta nel ricreare il fuoco, i fulmini e la vegetazione, elementi questi che risultano particolarmente piacevoli da vedere. L’effettistica di Dark Souls Remastered dunque è una gioia per gli occhi, e riesce a donare nuova vita ad alcune ambientazioni, in origine troppo statiche. Degno di nota anche il sistema di illuminazione dinamico, completamente riscritto e ben coeso con l’atmosfera del titolo From Software.

Discutibile invece l’eccessivo utilizzo del motion blur, forse inserito per nascondere alcune delle imperfezioni di cui sopra. Tale espediente, nelle situazioni più concitate, può portare diversi problemi al giocatore nella valutazione dei pericoli che lo circondano. L’utilizzo inoltre di una palette di colori più scura e satura rispetto all’opera originale, nonostante favorisca la coesione degli NPC e l’ambiente, è stata una scelta davvero poco azzeccata. Pessimo invece il lavoro svolto con l’HUD, la cui risoluzione è rimasta pari a quella del Dark Souls di 7 anni fa. Abbiamo avuto dunque l’impressione di stare giocando ad un lavoro frettoloso e mal rifinito, che, con un po’ più di attenzione, avrebbe sicuramente potuto dire la sua. Un vero peccato.

Jolly Cooperation! 

Dark Souls Remastered

Questa Dark Souls Remastered ha innovato invece il comparto multiplayer del titolo, non più affidato al discutibile e mai stabile sistema peer to peer. Infatti sono finalmente presenti server dedicati alla modalità multigiocatore, che per chi non lo sapesse è fatta da scontri PvP, Invasioni e la ormai celebre Jolly Cooperation. È inoltre possibile giocare in coop con un amico tramite l’ottimo sistema di password già visto in Dark Souls 3. Tale sistema tuttavia potrebbe far storcere il naso ai veterani della saga, in quanto elimina quel senso di smarrimento e casualità riguardante proprio le evocazioni, che era in un certo qual modo parte integrante dell’atmosfera di questo capolavoro senza tempo.

Da segnalare inoltre alcuni cambiamenti riguardanti il PvP; infatti, il numero di giocatori, tra aiutanti ed invasori, è stato aumentato. Ciò vuol dire che su schermo ci potrebbero essere ben sei giocatori pronti a darsi battaglia. Tale cambiamento ha avuto effetto anche nella modalità Arena, che oltre alle modalità classiche offre la possibilità di giocare o un match 3 VS 3 o un deatmatch tra 6 non morti. Le dinamiche del PvP sono state inoltre alterate dall’introduzione delle Fiaschette Estus per curarsi, feature questa che potrebbe cambiare il modo di approcciarsi di qualunque scontro.

Possiamo dunque affermare che, sebbene alcune modifiche non andranno a genio ai puristi della saga, il lavoro svolto con sul comparto online del titolo è sicuramente l’aspetto più pregevole di questa remastered; durante la nostra prova non abbiamo mai avuto alcun tipo di difficoltà nell’evocare amici o sconosciuti, nè abbiamo riscontrato alcun tipo di lag durante le sessioni online.

In conclusione… SV!

A conti fatti dunque questa riedizione meriterebbe due diversi voti: uno altissimo, riferito al fatto che Dark Souls, nonostante porti parecchi anni sulle spalle, riesce ancora ad essere un gioco meraviglioso, divertente e ricco di sfumature sia narrative che ludiche, ed uno parecchio basso, relativo alla qualità tecnica di questa remastered. Sarebbe inutile negare che gli sviluppatori avrebbero potuto e dovuto fare molto di più; il lavoro di questi è stato pigro, ed i 60 FPS uniti alle migliorie del comparto online non bastano a giustificare questa riedizione.

La dualità insita in questa remastered dunque non può essere espressa in termini puramente numerici, di conseguenza questa recensione non terminerà con un voto, che potrebbe essere parecchio fuorviante. Se avete già giocato Dark Souls in passato insomma, sarebbe meglio rimandare l’acquisto di questa versione, a meno che non abbiate voglia di rigiocare il titolo con amici. Se invece non avete mai affrontato l’epico viaggio nel regno di Lordran, non esitate, non ve ne pentirete.

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Carlo D'Alise

Carlo D'Alise

Videogiocatore dagli indimenticabili tempi dello SNES. Praticante avvocato nel tempo libero, appassionato in particolare di Action, Soulslike ed RPG, ma in generale del videogioco in (quasi) tutte le sue declinazioni. Sono ad un panino dall'obesità.

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